È stato presentato di recente il Libro Bianco “Covid-19 e salute di genere” realizzato da Fondazione Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere) grazie al supporto di Farmindustria. Fondazione Onda da sempre focalizza il proprio impegno per garantire alle donne un’informazione equa e accessibile su temi di particolare importanza e attualità.

Dalle indagini svolte emerge in modo chiaro come il peso della pandemia abbia gravato maggiormente sulla donna, soprattutto per alcuni aspetti. Gli uomini sono colpiti dalle forme più gravi (56,3% vs 46,3%) rispetto all’universo femminile e il loro tasso di mortalità è quasi doppio (17,7% vs 10,5%), ma le donne sono più suscettibili alla malattia (51%) e hanno il doppio delle probabilità di sviluppare la forma prolungata, il Long Covid.

Le donne hanno dovuto sostenere il “sovraccarico” di lavoro in ambito familiare, hanno perso la massima parte dei posti di lavoro nonostante vigesse il blocco dei licenziamenti (99mila posti femminili persi su 101mila totali solo nel dicembre 2020) e sono andate incontro a una crescente violenza domestica, testimoniata da un inquietante incremento delle richieste di aiuto alla rete nazionale antiviolenza D.I.Re che ha raggiunto +74,5% da marzo ad aprile 2020. L’isolamento della donna conseguente ai lockdown, la presenza costante di un partner abusante, i disagi correlati alla perdita del lavoro, una limitata autonomia economica e decisionale sono tra le principali cause che hanno contribuito a incrementare gli episodi di violenza e a far sì che le donne riscontrassero difficoltà oggettive nel chiedere aiuto.

Questa edizione del Libro, la tredicesima, offre al lettore il contributo di un numero di autori superiore al solito. Nel testo si analizza quanto accaduto nel corso dell’emergenza partendo dalle conseguenze sanitarie, economiche e sociali indotte dalla pandemia, ma soffermandosi anche sulle nuove sfide che ne sono derivate.

Oggi si parla di “sindemia” perché «il Covid-19 ha colpito in modo diverso la popolazione, gravando maggiormente sulla donna – commenta Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda – L’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili ha reso le donne allo stesso tempo protagoniste e vittime di questa pandemia. Ancora una volta il genere sembra essere una discriminante».

Le differenze tra i sessi sono legate a diversi fattori: genetici e fisici, ma anche socio comportamentali. I fumatori sono in prevalenza gli uomini, che consumano anche più alcolici. Le donne, però, sono più esposte ai rischi di contagio perché rappresentano la maggioranza degli operatori sanitari e dei caregiver familiari.