La vitamina D si candida come potenziale trattamento della rinite allergica in età pediatrica, mostrando un impatto positivo sulla riduzione della gravità della malattia e la frequenza degli attacchi. Sono le evidenze di un piccolo studio turco, pubblicato su Pediatric Allergy, Immunology and Pulmonology (“The Effect of Serum Vitamin D Level on Allergic Rhinitis Symptoms in Children”). Il trattamento potrebbe dunque rappresentare una alterativa ad altri rimedi naturali, quali Ribes nigrum L. e Helichrysum italicum (Roth) G. Don (Elicriso Italiano), già utilizzati.

Lo studio

Sono note le implicazioni della rinite allergica in termini di peggioramento della qualità della vita: riduzione delle performance lavorative e/o scolastiche, che si traducono in una sensibile diminuzione del rendimento e della partecipazione alle attività quotidiane.

Al fine di proporre una efficace opzione terapeutica, non farmacologica, specie in età pediatrica, in cui spesso scarseggiano terapie mirate, un gruppo di ricercatori turchi ha voluto indagare il potenziale di azione della vitamina D in una popolazione di 137 bambini, di cui 76 maschi e 61 femmine con età media 11 anni, e diagnosi certa di rinite allergica.

È stato, pertanto, avviato uno studio con l’intento di stabilire l’efficacia della vitamina D sulla riduzione della gravità dei sintomi e della frequenza degli attacchi, mettendo a confronto bambini sani e portatori di patologia. Nello specifico, i ricercatori hanno considerato come parametro di valutazione i livelli serici di vitamina D, confrontati nelle due popolazioni di bambini (sani e con patologia), misurati attraverso il metodo della cromatografia liquida ad alta pressione.

I risultati

Le indagini condotte hanno fatto osservare livelli sierici di vitamina D inferiori nel groppo di bambini con rinite allergica rispetto al gruppo di controllo (P = 0,001), similmente sono risultati più bassi anche i valori di un pool di aeroallergeni, quali acari, polline e inalanti multipli) rispetto al gruppo di controllo sano (P = 0,001). Ancora livelli inferiori, raffrontati con quelli di bambini sani (P = 0,001) sono stati registrati sia nel gruppo affetto da riniti perenne sia stagionale. Infine, la correlazione per ranghi di Spearman, tecnica statistica non parametrica utilizzata per valutare la relazione tra due variabili quantitative o qualitative ordinali, non avrebbe (di)mostrato alcune rapporto tra il punteggio dei sintomi e il livello di vitamina D (rs = -0,099; P = 0,25).

In funzione dei dati preliminari saranno necessari ulteriori studi per attestare la potenzialità della vitamina D nel trattamento della rinite allergica mirato al contenimento della gravità e intensità sintomatologica a favore di un generale miglioramento della qualità della vita.

In caso di dati di efficaci, si amplierebbe il ventaglio di rimedi naturali impiegati nella gestione della condizione clinica, che oggi può avvalersi, oltre a farmaci tradizionali, anche dell’impiego di Ribes nigrum L., soprattutto gemmoderivato, sebbene anche in questo caso servano ulteriori studi per confermarne la validità scientifica sul miglioramento dei sintomi e della qualità della vita, e di Helichrysum italicum (Roth) G. Don, pianta officinale poco studiata, ma la cui azione sembra mimare l’effetto del cortisone.

Evidenze

Un dato interessante se si considera che, secondo stime pubblicate sulla Rivista della Società Italiana di Medicina Generale, in Italia la prevalenza di rinite (e congiuntivite) allergica, in accordo con il dato europeo, riguarda il 16-25% della popolazione, con un picco di incidenza tra la seconda e la quarta decade di vita e un plateau in graduale riduzione nelle altre fasce d’età.

Fonti:

  • Okem ZH, Celiksoy MH, Topal E. The effect of serum Vitamin D level on allergic rhinitis symptoms in children. Pediatr Allergy Immunol Pulmonol. 2021;34(4):132-140. doi:10.1089/ped.2021.0161
  • Lamacchia D, Canonica GW. Le malattie allergiche delle vie aeree. Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 1, Vol. 27, di rinite alle2020. https://www.simg.it/Riviste/rivista_simg/2020/01_2020/12.pdf