In occasione del XLIII Congresso Nazionale SINU – Società italiana di Nutrizione Umana (Arezzo, 7-9 giugno), sono stati presentati i risultati di due studi su alimentazione pro-vegetariana invecchiamento biologico e su salute cardiometabolica nelle donne con tumore al seno. I cibi vegetali si confermano alleati della salute, purché sani
Una rinnovata attenzione alla salute e al benessere, anche del pianeta, ha portato negli ultimi anni sempre più italiani a fare scelte alimentari consapevoli e orientate al ‘verde’: sono difatti aumentati coloro che prediligono regimi semi-vegetariani, noti come ‘flexitariani’ che ammettono proteine di origine animale, ma in quantità estremamente limitata. Questo trend ha generato un crescente interesse da parte della comunità scientifica internazionale impegnata ad indagare gli effetti sulla salute di questi stili alimentari.
Cibi vegetali e invecchiamento biologico
Non tutti gli alimenti vegetali sono però salutari. Via libera a frutta, verdura, legumi e olio d’oliva; attenzione invece a succhi di frutta commerciali, bevande zuccherate, dolci e biscotti.
In occasione del XLIII Congresso Nazionale SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana, ospitato ad Arezzo dal 7 al 9 giugno, è stato presentato lo studio Moli-sani, portato avanti dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia), che ha posto in correlazione modelli alimentari che privilegiano i vegetali con un indice di invecchiamento biologico. L’invecchiamento biologico deriva dalla differenza tra l’età biologica e quella cronologica ed è sempre più riconosciuto come un indicatore affidabile dell’invecchiamento in buona salute e del rischio di mortalità.
Lo studio ha analizzato i dati di oltre 4 mila soggetti reclutati tra il 2005 e il 2010 per i quali è stato costruito un modello alimentare pro-vegetariano, assegnando punteggi positivi ai cibi vegetali e punteggi negativi ai cibi di origine animale. Contestualmente, sono stati realizzati due modelli alimentari pro-vegetariani sia salutari sia non, distinguendo tra alimenti vegetali sani, come frutta, verdura, legumi, e meno salutari, come succhi di frutta, patate, bevande zuccherate.
L’età biologica è stata calcolata attraverso un algoritmo di machine learning, che ha preso in considerazione oltre trenta biomarcatori. I risultati hanno evidenziato che un modello alimentare che privilegia alimenti vegetali salutari si associa a un rallentamento dell’invecchiamento, mentre il consumo di un’ampia quota di cibi vegetali non salutari e molto trasformati è associato a una sua accelerazione.
Alimentazione e patologie croniche e oncologiche
Le diete pro-vegetariane sono state anche al centro di un’altra ricerca presentata al Congresso SINU, portata avanti dall’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione Giovanni Pascale” di Napoli. Lo studio, randomizzato e multicentrico, ha considerato gli stili di vita di oltre 500 donne con nuova diagnosi di cancro del seno, analizzando la dieta tramite i diari alimentari di 7 giorni e le misure del peso, girovita, pressione arteriosa e valori ematici di colesterolo e glicemia al basale, cioè alla prima visita di studio.
È stato evidenziato che una dieta vegetariana ricca di prodotti zuccherini, come succhi di frutta commerciali, dolciumi, patate e cereali molto raffinati come pane e riso bianco, era associata a valori considerati a rischio per lo sviluppo delle malattie croniche. In particolare, questi regimi risultavano connessi a valori sopra la soglia di rischio per: la colesterolemia (LDL-C sopra a 116 mg/dl), il controllo della glicemia (HbA1c sopra a 6%), il peso corporeo (indice di massa corporea sopra a 25 kg/m2) e la circonferenza vita sopra a 88 cm, quest’ultima indice di accumulo eccessivo di adipe sull’addome, causa principale delle malattie del metabolismo come il diabete e fattore di rischio delle recidive tumorali.
Al contrario, coloro che consumavano una dieta vegetariana sana, che predilige cioè verdura e frutta fresca, legumi, granaglie integrali, noci/mandorle ed oli vegetali, mostravano valori sotto la soglia di rischio. L’aggiunta di pasta bianca tra i cibi vegetariani sani non andava a modificare i risultati, suggerendo che il suo consumo nell’ambito di un regime alimentare salutare non impatta negativamente su salute e peso.