È stato siglato l’accordo tra Stato e Regioni per l’inserimento della sindrome fibromialgica (forme gravi, FIQR > 82) tra le patologie croniche e invalidanti riconosciute nei nuovi LEA.
L’iniziativa ha ricevuto il plauso del Collegio Reumatologi Italiani (CReI) che da anni si adopera come società scientifica per il riconoscimento della fibromialgia come patologia rara.
Infatti, nella specifica audizione presso la X Commissione Affari Sociali e Sanità del Senato, il CReI per voce di Crescenzio Bentivenga, coordinatore esecutivo del Collegio, aveva avanzato la richiesta per «il riconoscimento ufficiale della fibromialgia come malattia invalidante», rappresentando in sede parlamentare il vissuto doloroso ed invalidante di tali persone creando le basi, insieme alle varie organizzazioni dei malati, «per il riconoscimento di una patologia sottovalutata e spesso misconosciuta, ma che risulta fortemente impattante sul vissuto quotidiano delle persone affette».
Il presidente CReI Luis Severino Martin Martin commenta: «Colpendo circa il 2-4% della popolazione italiana, la fibromialgia rappresenta una patologia complessa che grava pesantemente sulla qualità di vita e sulla capacità lavorativa dei pazienti, rendendo imprescindibile un riconoscimento formale che faciliti l’accesso alle cure. L’inserimento nei nuovi LEA rappresenta per tutti questi cittadini e pazienti una nuova speranza in termini di qualità della vita».
«Il CReI si impegnerà a rafforzare la cooperazione già in essere con le associazioni di pazienti e con le istituzioni sanitarie nazionali -, afferma Daniela Marotto, past-president del Collegio, – per promuovere una presa in carico integrata, equa e umanizzata, diffusa su tutto il territorio nazionale. Solo attraverso un’azione sinergica e condivisa sarà possibile migliorare concretamente la vita delle persone affette da fibromialgia».
In merito al prossimo impegno del CReI, Marotto aggiunge: «sarà quello di elaborare Linee guida di buona pratica clinica, volte a garantire un’accurata identificazione dei pazienti affetti da forme severe di fibromialgia, assicurando così diagnosi tempestive e percorsi terapeutici adeguati».
«Lo spiraglio aperto nel riconoscimento e nella consapevolezza di malattia può rappresentare un risultato iniziale che va al di là del semplice ed importante inserimento nei LEA per i pazienti fibromialgici. Il vero impegno ci attende ora e consiste nel non deludere le aspettative di cittadini, pazienti e famiglie che su tutto il territorio nazionale attendono risposte finalmente uniformi, universali ed efficaci» ha concluso Bentivenga.


