La grande conferenza internazionale che si svolgerà dall’11 al 13 novembre a Firenze «Nuove frontiere dell’oncologia integrata. Dalla ricerca all’integrazione nei servizi sanitari» è il naturale approdo di percorsi, ricerche, attività cliniche. È anche però il punto di partenza verso nuovi orizzonti terapeutici nell’ambito della Supportive Cancer Care. Abbiamo incontrato Sonia Baccetti, direttore del Centro Fior di prugna dell’Az. Usl Toscana centro, struttura di riferimento regionale per le medicine complementari, per un’anticipazione su contenuti e prospettive di questo evento.
Dottoressa Baccetti come si colloca all’interno di percorsi avviati questo incontro sull’oncologia integrata e quali sono le sue prospettive?
L’obiettivo fondamentale di questo convegno, primo e unico nel suo genere in Italia, è quello di sviluppare il confronto sui temi dell’oncologia integrata e sancire un’alleanza reale fra i clinici che utilizzano le medicine complementari e il mondo degli oncologi. Nell’ultimo periodo sono stati compiuti diversi passi in avanti sul piano del dialogo e dell’integrazione fra queste due realtà, ma con questo incontro puntiamo a qualcosa di più. Con politiche estremamente innovative la Regione Toscana ha creato una cornice istituzionale e ha normato questo settore nel 2015 con una delibera ad hoc, facilitando di conseguenza il dialogo ma soprattutto ponendo il tema dell’integrazione delle medicine complementari all’interno dei dipartimenti oncologici del Servizio sanitario regionale. E ha successivamente istituito un gruppo di lavoro interdisciplinare. Inoltre, nella riorganizzazione delle attività del Servizio sanitario regionale che riguardano nello specifico le medicine complementari, l’oncologia è stata definita come uno dei settori prioritari su cui si lavorerà nel prossimo futuro. Per questo un convegno di tale portata, con relatori di indubbio valore scientifico, è ancora più importante e offre una preziosa occasione di crescita per chi opera in questo ambito, oltre che per realizzare la collaborazione all’interno dei Dipartimenti oncologici. Un’occasione per dare corpo e forza alla legislazione approvata, con il contributo dei ricercatori e dei clinici che questo percorso andranno ad attuarlo con i malati di tumore. Utilizzando nella pratica clinica i trattamenti di medicina complementare avvalorati da prove di efficacia come uno strumento di supporto per migliorare la qualità di vita di questi pazienti e alleviarne alcuni sintomi molto diffusi.
A Firenze, oltre che di nuove opportunità terapeutiche e integrazione clinica, si parlerà anche di prevenzione e stili di vita?
Tutte le nostre medicine lavorano molto sugli stili di vita, dunque movimento, alimentazione, consapevolezza ecc. non hanno un ruolo secondario ma concorrono a costruire il benessere delle persone. Protagoniste del convegno non saranno perciò soltanto le terapie nel senso classico e quelle complementari: una sessione ad hoc analizzerà le terapie di supporto alle medicine complementari e un’altra sarà dedicata alla nutrizione, con un ambito specifico di approfondimento e confronto. Lo sforzo sarà poi quello di individuare quali possono essere le tecniche di supporto più accreditate che vorremmo diffondere fra i nostri pazienti oncologici, coerentemente con un approccio complessivo da cui il paziente non può che trarre dei benefici. Infine, ci sarà spazio per alcune attività formative parallele: un seminario con medici cinesi che, nel loro paese, lavorano nell’integrazione fra medicina occidentale e medicina tradizionale e un’altra iniziativa sulla gestione dei casi che, dal giorno dopo, metterà a nostra disposizione strumenti pratici per approntare programmi clinici e di formazione con gli operatori che si cimenteranno in questo settore.