Al centro il cervello, le nuove acquisizioni delle neuroscienze, le opportunità diagnostiche e terapeutiche derivanti da tecnologie innovative (come lenti prismatiche e da fonti naturali, fra queste la luce) si stanno affacciando nel percorso di “presa incarico” di tutela e cura della salute del cervello. Una sfida che impegna il mondo accademico e scientifico, attualmente e a venire, nell’identificare e mettere a punto strumenti per rilevare in anticipo o ritardare l’insorgenza di patologie neurodegenerative come di disturbi cognitivi.

Temi al centro della “Brain Awarness Week”, celebrata a livello mondiale dall’11 al 17 marzo, e dell’evento “Viaggio all’interno del Cervello”, tenutosi a Milano al Castello Sforzesco (13 Marzo) e che ha visto la partecipazione di medici, neuroscienziati, specialisti della salute mentale. 

I nuovi approcci alla salute del cervello

Il trauma, all’attenzione di ricerca e scienza, è tra i fattori di rischio che compromettono il benessere fisico e mentale. Specie se subito in età infantile e adolescenziale ha lasciti importanti, con sintomi persistenti anche a distanza di decenni dall’evento, condizionando lo sviluppo, la salute mentale, il funzionamento generale dell’organismo, compreso il sistema immunitario. 

Il trauma, maggiore o minore, è un “imprinting” che si memorizza in specifiche aree del cervello, come dimostrano i più recenti studi di neurobiologia: laddove l’evento traumatico quali abusi, maltrattamenti o stessor importanti, non vengano adeguatamente rielaborati, il tempo non ne cancella gli effetti, ma al contrario “congela” il ricordo nel cervello, generando reazioni croniche di disagio e sofferenza. Pertanto, in ambito terapeutico, è cruciale agire e “trattare” il ricordo, con approcci mirati.

Fra questi, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), un trattamento psicoterapeutico evidence based, che consiste nell’evocare dapprima il ricordo traumatico in tutte le sue componenti (visiva, emotiva, cognitiva e fisica attraverso le sensazioni corporali), poi nello stimolare il sistema adattivo di elaborazione dell’informazione, stimolando nella persona un processo di “guarigione” dal trauma subito.

Una terapia, quella dell’EMDR, la cui efficacia sarebbe comprovata da 48 Randomized Controlled Trials, con 3.000 Articoli scientifici pubblicati: dati ed evidenze che hanno portato a includere il trattamento nelle line guida internazionali per la pratica clinica, compreso quelle della World Health Organization, dal 2013.

Strumenti terapeutici

Le demenze, fra queste la Malattia di Alzheimer, sono oggetto di importanti studi di diagnosi e trattamento. A fronte di farmaci che possono rallentare il decorso, ma non la progressione di malattia, emerge fra i potenziali nuovi strumenti di cura la neuromodulazione. Una tecnica che consiste nell’applicazione di deboli correnti elettriche a zone ben definite del cervello per interagire con l’attività elettrica dei neuroni, cioè sul linguaggio che i neuroni utilizzano per comunicare tra di loro. Quando, per diverse ragioni, qualche rete neurale va in “collisone” e dialoga fuori fase con la complessità del sistema neuronale stesso, si può generare una patologia: tecniche di neuromodulazione sembrano in grado di ripristinare l’equilibrio perso.

Particolare efficacia sembra derivare dalla Stimolazione Magnetica Transcranica (STM) ripetitiva, cioè un trattamento non invasivo e non doloroso che attraverso l’erogazione di un campo elettromagnetico, convogliato dentro una bobina appoggiata sul punto della testa da stimolare, permette di modificare il modo in cui i neuroni generano tra loro interconnettività.

La STM ad oggi è applicata nel trattamento di depressione, disturbi ossessivi, dolore cronico neuropatico, ictus, dipendenze e più di recente nella malattia di Alzheimer, in cui ultimi studi ne dimostrerebbero sicurezza e tollerabilità. Valore aggiunto, al contrario dei farmaci, può essere personalizzata sul singolo paziente.

Le terapie digitali

Altra possibile frontiera nell’approccio ai deficit cognitivi conseguenti a malattie neurologiche è rappresentata dalle terapie digitali. In particolare MindLenses, un dispositivo medico certificato, che combina occhiali con lenti prismatiche che inducono una deviazione del campo visivo verso destra o sinistra, con un software per la gestione dei dati clinici dei pazienti trattati e una applicazione di videogiochi (serious games), specificamente disegnati per riabilitare specifiche funzioni cognitive, come attenzione, memoria, funzioni esecutive.

Recenti ricerche hanno dimostrato che l’adattamento del paziente alla deviazione del campo visivo induce un’attivazione di alcuni circuiti specifici nel cervello delle persone che indossano gli occhiali. Maggiori evidenze di efficacia del trattamento, di breve durata (10 giorni), con risultati di mantenimento a distanza di 6 e 12 mesi, si avrebbero in pazienti con ictus cerebrale, deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e deficit cognitivo post trauma cranico. Ambiti nei quali questa tecnologia è certificata. 

La luce

È uno “strumento” che si prende cura della nostra salute, perfettamente regolato dai ritmi circadiani in un arco temprale delle 24H, dove il buio corrisponde alla produzione di melatonina (sonno) e la luce alla produzione di cortisolo (veglia). Andamento orchestrato dall’ipotalamo, ovvero dal nucleo soprachiasmatico, capace di autoregolare tutti i ritmi del nostro organismo. Tali ritmi sono oggi sensibilmente alterati, dall’“inquinamento” luminoso. Nuovi stili di vita hanno portato a trascorrere la maggior parte del tempo all’interno di edifici, uffici, scuole, case, cliniche, alberghi, palestre e centri di benessere e con turni di lavoro notturno. A farne le spese maggiori è il metabolismo, con ricadute sul benessere psicofisico, umore, sonno, alimentazione, memoria, produzione di ormoni, circolazione sanguigna, facoltà cognitive fino a potere indurre l’insorgenza di patologie importanti.

La tecnologia ha messo a punto Clever light: un sistema di luce intelligente e circadian friendly che agisce come inibitore della melatonina, riproducendo la luce circadiana, con specifici spettri luminosi, necessaria a mantenere il corretto funzionamento dell’orologio biologico.

Una centralina comanda tutto il sistema Clever light: il cervello vero e proprio al cui interno vi è un algoritmo con precisi parametri scientifici di lettura dello spettro luminoso e target fissati da raggiungere. In base ai dati ricevuti, la centralina calcola il Melanopic Ratio, corregge spettro, temperatura di colore e intensità della luce del locale agendo sui corpi luminosi tunable white (lampade Clever light) e riallinea la luce per il corretto funzionamento del nostro bioritmo. Clever light è stato oggetto di uno studio scientifico, sostenuto da risorse dell’Unione europea, dello Stato italiano e di Regione Lombardia.

L’asse intestino-cervello

La connessione bidirezionale tra sistema nervoso centrale ed enterico rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nell’approccio alla salute gastro-intestinale, nervosa e generale. Gli attori in questo scenario sono i due cervelli – cerebrale e intestinale – con la mediazione del microbiota, vero negoziatore nel dialogo continuo che si plasma ed evolve fin dalla vita intrauterina. La sinergia tra estratti botanici ad azione farmacologica adattogena, a base di Rhodiola rosea, con ceppi probiotici ad azione psicobiotica, può rappresentare un approccio sistemico razionale ed efficace per contrastare i disturbi gastro-intestinali e psicologici stress-correlati e sostenere nel tempo il dialogo tra i due cervelli a favore del miglioramento della qualità di vita. 

Studi scientifici, con evidenze pre-cliniche e cliniche, incluse anche nella monografia redatta e pubblicata da EMA, attesterebbero da un lato l’efficacia degli estratti botanici nello stress cronico associato ad ansia lieve, astenia e fatica fisica e mentale fino alla fatigue.

Dall’altro il ruolo importante del microbiota nella modulazione dei peptidi neuroattivi come cortisolo, GABA, serotonina attraverso un meccanismo non centrale sottolinea la valenza di un approccio razionale con ceppi probiotici selezionati, specificatamente psicobiotici. Questi ultimi, nelle patologie gastrointestinali funzionali stress-correlate, possono favorire il ripristino della corretta permeabilità di membrana, fino alla modulazione dei peptidi neuro-attivi a livello enterico e cerebrale.