Tra 30 e 60 minuti a settimana di esercizi di potenziamento muscolare, meglio ancora se abbinati anche a una attività aerobica. Sarebbe questo il programma di fitness che secondo uno studio giapponese, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, consentirebbe di vivere più a lungo, riducendo il rischio di morte per tutte le cause, in particolare per malattie cardiovascolari, diabete e cancro

L’attività fisica è fondamento della salute: i dati di evidence-based medicine sono numerosissimi e senza contraddittori. Una delle ultime conferme arriva da uno studio giapponese che ha esaminato i risultati di 16 studi condotti tra Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Australia e Giappone, di durata variabile tra 2 e 25 anni e una forchetta di partecipanti di età compresa tra i 18 e i 97 anni, tra 4mila ai 480mila.

L’analisi aggregata dei dati sembra confluire verso un’unica tesi: la pratica sportiva è vitale e allunga la vita. Specie se prevede un programma di attività di potenziamento muscolare come flessioni, squat, esercizi con i pesi o con gli elastici di resistenza (power band) o anche lavori di giardinaggio più pesanti (scavare buche, spalare la neve), il rischio di morte per qualsiasi causa si ridurrebbe di circa il 10-17%, con particolare evidenza per malattie cardiache e ictus, cancro, diabete e cancro ai polmoni. Mentre non si sarebbe rilevata una diretta azione su altre patologie oncologiche, come tumore dell’intestino o di reni, vescica, pancreas

È possibile migliorare questi risultati? Secondo i ricercatori sì: implementando il programma ginnico anche con esercizi di cardio fitness, corsa, aerobica, nuoto, si potrebbe arrivare a un rischio di morte prematura per qualsiasi causa, malattie cardiovascolari e cancro ,ancora inferiore rispettivamente pari a 40, 46 e 28%. Il dato positivo, anche per le persone meno attive, riguarda la durata da dedicare alla pratica sportiva: da un minimo di 30 minuti a un massimo di 60 minuti alla settimana  sembrerebbero sufficienti a migliorare la sopravvivenza. Oltre questo tempo non vi sono conferme di un ulteriore miglioramento sull’allungamento della vita odi maggiore efficacia.

Le raccomandazioni dell’OMS

I dati dello studio sono in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che promuove l’attività di rafforzamento della muscolatura in soggetti adulti, almeno due volte alla settimana. L’allenamento di resistenza contribuirebbe infatti a conservare la forza dei muscoli scheletrici, con effetti inversamente associati alla mortalità e al rischio di malattie non trasmissibili (NCD) come le malattie cardiovascolari (CVD), il diabete e il cancro. Dunque, per diretta associazione anche un rischio sensibilmente inferiore di morte prematura e malattie non trasmissibili: dato dichiarato anche dallo studio.

Resta ancora incerta la potenziale efficacia dell’attività fisica su patologie diverse da quelle identificate, così come se una pratica di maggiore durata nell’arco della settimana possa favorire una maggiore riduzione del rischio di mortalità precoce per tutte le cause e malattia specifica. Focus sui quali indagheranno studi di ricerca futuri.

Fonte:

  • Momma H, Kawakami R, Honda T et al. “Muscle-strengthening activities are associated with lower risk and mortality in major non-communicable diseases: a systematic review and meta-analysis of cohort studies”. British Journal of Sports Medicine. http://dx.doi.org/10.1136/bjsports-2021-105061