Andrà tutto bene?

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È passato un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 e nonostante tutti gli sforzi compiuti da governi, sanitari e soprattutto dai cittadini le certezze che oggi abbiamo sono ancora poche, mentre crescono le domande che non hanno risposta o che hanno una risposta parziale. Sembra quasi che maggiore sia l’esperienza acquisita di questa malattia, maggiore diventi l’incertezza sul da farsi.

Covid e MC

Abbiamo cominciato la seconda fase della pandemia con la (falsa) sicurezza di avere terapie più adeguate basate su una migliore capacità di interpretare le diverse fasi dell’azione del virus sull’organismo: gli antinfiammatori ai primi sintomi, un antivirale nella fase iniziale della malattia, cortisone in quella di peggioramento dei sintomi, per arrivare all’eparina come prevenzione e trattamento della fase tromboembolica. Al tempo stesso farmaci come l’idrossiclorochina sono stati progressivamente abbandonati a seguito della decisione dell’Aifa che l’ha dichiarata inefficace, per essere poi ripresi dopo la sentenza del Consiglio di Stato. La sostanza è che un vero farmaco anti-Covid ancora non è stato individuato e gli stessi anticorpi monoclonati, tanto attesi, non saranno disponibili prima dell’estate, ad essere ottimisti.

Passando poi ai vaccini, su cui tanto si sta puntando in tutto il mondo, sono tante le domande ancora inevase: avremo la disponibilità promessa dai produttori dei miliardi di dosi necessarie? Quanto dura la protezione, pochi mesi, come sembrano suggerire i dati sulla risposta anticorpale, o addirittura degli anni, come ipotizzano alcuni immunologi? Sono davvero sicuri ed efficaci? Saranno cioè in grado non solo di ridurre la frequenza dei casi più gravi e letali, o capaci di impedire la trasmissione del virus bloccando davvero la diffusione dell’epidemia con l’immunità di gregge? Senza citare le varianti, che compaiono sempre più numerose e che potranno influire sulla protezione vaccinale. È ormai evidente che il vaccino è una risorsa importante per battere la pandemia, ma è altrettanto importante ripristinare con forza laddove manca, ed è la maggioranza delle situazioni regionali, come riferiscono i medici di medicina generale, la medicina territoriale in grado di attuare la fondamentale opera di tracciamento e monitoraggio dei contatti e di isolamento dei casi Covid positivi.

I messaggi che arrivano dalla scienza sono dunque oggettivamente contraddittori: da una parte le meraviglie di strumenti diagnostici e di prevenzione vaccinale realizzati in tempi molto brevi, dall’altra l’incapacità di predisporre terapie antivirali efficaci e un’organizzazione sanitaria davvero in grado di affrontare la pandemia.

In questo contesto pandemico, o meglio “sindemico”, il principio di base che ha animato gli sforzi delle Medicine Complementari (MC) è stato da subito quello di mettere a disposizione tutte le conoscenze e le competenze disponibili nel nostro settore. I risultati ottenuti non sono tuttavia stati ancora misurati in termini di efficacia, quindi non sappiamo ancora quale dei trattamenti complementari possa essere effettivamente utile e in che misura. Esistono dei dati, con risultati anche positivi, ma sono riferiti a poche decine di pazienti. Si tratta quindi di numeri esigui, a fronte di 2,5 milioni di casi e più di 85.000 decessi solo in Italia. Inoltre, è comunque difficile la valutazione dei risultati in una malattia che nel 95% dei casi decorre pauci o asintomatica.

La pandemia ha dunque messo a nudo l’inadeguatezza non solo del Servizio sanitario, ma anche del sistema delle MC, della sua scarsa integrazione nel sistema sanitario, così come la mancanza di coordinamento operativo fra le diverse realtà regionali e la capacità delle diverse discipline non convenzionali di agire in modo sinergico. Questo nonostante la volontà positiva di molti professionisti e il grande impegno nell’osservazione clinica e nella ricerca scientifica.

Come diceva qualcuno, il futuro è (forse) luminoso, ma la strada è (certamente) tortuosa e la salita estremamente accidentata. Andrà davvero tutto bene?