Anemia, l’importanza dell’integrazione di ferro

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Pregnant woman drinking water sitting on sofa. Young expectant lady have rest at home with glass, copy space. Pregnancy, healthcare, thirst concept

L‘anemia nelle donne in età riproduttiva è una delle principali sfide per la salute pubblica, con un impatto a lungo termine sulla loro salute e su quella dei loro figli, oltre che sullo sviluppo economico. Colpisce mezzo miliardo di donne in età riproduttiva in tutto il mondo. L’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è quello di arrivare a una riduzione del 50% della cifra entro il 20251.

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A tal proposito Integratori Italia fa il punto sulla supplementazione del ferro in gravidanza e nella lotta globale contro l’anemia. Come afferma l’OMS infatti, «Una dieta contenente quantità adeguate di ferro biodisponibile dovrebbe essere sostenuta per la prevenzione e il controllo dell’anemia». Tra le fonti alimentari di ferro vi sono carne, alcuni cereali integrali, legumi, noci, verdure verdi e frutta secca.
In molte parti del mondo tuttavia il consumo di ferro tra le donne in gravidanza è inferiore ai valori consigliati; occorrerebbe perciò ricorrere a una corretta supplementazione. In particolare, l’OMS raccomanda l’integrazione di ferro per donne in età fertile.

Tra i potenziali fattori scatenanti la carenza di ferro si segnalano: infezioni/infiammazioni, carenze di micronutrienti diverse dal ferro (ad esempio vitamina B12 e folato) e fattori genetici, come le emoglobinopatie. In quest’ultimo caso, le dimensioni e il numero dei globuli rossi di un individuo (la concentrazione di emoglobina) scendono al di sotto di un certo livello e di conseguenza la capacità del sangue di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo risulta alterata. Ciò può influire sulla capacità fisica, sulle prestazioni lavorative e sulla funzione cognitive.