Mirtilli e peperoni fra i cibi, vino rosso e thè fra le bevande: sono alcuni alimenti, ricchi di flavonoidi, in grado di ridurre il rischio di malattie croniche e dunque anche di mortalità precoce per tutte le cause e cause specifiche. È quanto evidenzia uno studio americano (Change in habitual intakes of flavonoid-rich foods and mortality in US males and females), molto ampio, pubblicato sul BMC Medicine.

Le prime evidenze

Parlano chiaro e potrebbero essere ritenute attendibili, visto gli ampi numeri considerati. Una ricerca condotta su oltre 55.700 donne afferenti al Nurses’ Health Study (NHS) e 29.800 uomini arruolati nello Health Professionals Follow-up Study (HPFS), senza malattie croniche al basale, rileva la potenziale capacità dei flavonoidi assunti tramite la dieta, più specificatamente con il consumo di mirtilli e peperoni e fra le bevande di thè, di impattare sensibilmente sulla riduzione del rischio per malattie croniche e, a caduta, sulla diminuzione delle probabilità di morte precoce.

L’evidenza emerge dopo un monitoraggio durato 8 anni fra i partecipanti invitati ad assumere singoli alimenti ricchi di flavonoidi o una misura composita, definita “flavodiet”, composta da cibi e bevande a maggior contenuto di flavonoidi. Fine ultimo: valutare la capacità e gli effetti sulla mortalità totale e per causa specifica associata all’assunzione di questa categoria di alimenti.

I risultati

Effetti avversi, va detto, sono stati registrati: 15.293 decessi nello studio NHS e 8.988 nello studio HPFS nell’arco di tempo tra il 1986 e il 2018. A fronte di ciò, tuttavia, va detto che ogni aumento di 3,5 porzioni/settimana nelle assunzioni di mirtilli, vino rosso e peperoni, sembra impattare sul rischio di mortalità con una diminuzione rispettivamente del 5%, 4% e 9%, mentre in relazione al thè, ogni aumento di 7 porzioni/settimana favorirebbe un abbassamento del rischio del 3%, con risultati HR raggruppato (IC 95%) per i mirtilli; 0.95 (0.91, 0.99); vino rosso: 0.96 (0.93, 0.99); peperoni: 0.91 (0.88, 0.95); e thè: 0.97 (0.95, 0.98)].

Ciò non vale tuttavia per tutti gli alimenti: si è rilevato ad esempio che un aumento di 3.5 porzioni/settimana di cipolle e pompelmo si associano rispettivamente a un rischio maggiore di mortalità totale del 5% e del 6%.

Buone le evidenze anche per quanto concerne la flavodiet: 3 porzioni in più al giorno, corrispondente anche a un incremento nel punteggio, correlerebbe a un rischio inferiore dell’8% di mortalità totale, con HR aggregato: 0.92 (0.89, 0.96)] e un rischio inferiore del 13% di mortalità neurologica [HR aggregato: 0,87 (0.79, 0.97)], dopo aggiustamenti multivariabili.

Conclusioni

Le prime ipotesi fanno ritenere che alimenti e bevande ricchi di flavonoidi, assunti anche nella mezza età, possano contribuire a ridurre il rischio di mortalità precoce. Se ulteriori dati confermassero questa tesi, i flavonoidi potrebbero essere considerati come un approccio “terapeutico” efficace e a basso costo sulla sopravvivenza per tutte le cause e cause specifiche.

Fonte:

  • Bondonno NP, Liu YL, Zheng Y, Ivey K, Willett WC, Stampfer MJ, Rimm EB, Cassidy A. Change in habitual intakes of flavonoid-rich foods and mortality in US males and females. BMC Med. 2023 May 12;21(1):181.