Studi di laboratorio attesterebbero che alcuni probiotici contenenti specifici ceppi di Lactobacillus siano in grado di ridurre l’impatto dell’alcol su danni d’organo e per patologie croniche cardiache, pancreatiche, epatiche e digestive. A partire da queste evidenze sono in corso studi per testarne l’efficacia anche sull’uomo, quale opzione terapeutica nel trattamento di epatopatia alcolica.

Background

A monte dati noti: da un lato l’alcol etilico e il suo metabolita principale, l’acetaldeide, trigger di stress ossidativo e infiammazione in misura maggiore a livello epatico e intestinale e a molte altre sedi, dall’altro il rilascio di endotossine batteriche cui segue la compromissione della barriera intestinale. Entrambi fattori favorenti lo sviluppo di danno d’organo alcool-associato.

La ricerca, pertanto, si è attivata per definire nuove opportunità di trattamento e cura conseguenti all’assunzione di alcol, evidenziando una possibile opzione nell’utilizzo del Lactobacillus rhamnosus.

Studi condotti sui ratti farebbero osservare una riduzione significativa per steatoepatite alcolica, o steatosi epatica, a carico del fegato. Non solo: emergerebbero potenzialità del ceppo nel contrastare lo stress ossidativo indotto dall’alcol e l’infiammazione di fegato e intestino, con preservazione del buon funzionamento della barriera intestinale. Tali dati promettenti hanno invitato i ricercatori a sviluppare uno specifico probiotico e a testarlo sull’uomo nel trattamento della epatopatia alcolica.

Lo studio

Un integratore probiotico contenente ceppi di Bacillus subtilis e Bacillus coagulans, capaci di metabolizzare l’alcol etilico in anidride carbonica, è in grado, se assunto regolarmente, di ridurre l’assorbimento dell’alcol ingerito e, dunque, il danno d’organo nell’uomo?

A partire da questo quesito ricercatori tedeschi hanno avviato uno studio pilota (Chronic Uptake of A Probiotic Nutritional Supplement (AB001) Inhibits Absorption of Ethylalcohol in the Intestine Tract – Results from a Randomized Double-blind Crossover Study”) crossover randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco per testarne l’efficacia nella prevenzione e/o trattamento dell’epatopatia alcolica. Sono stati pertanto arruolati 24 soggetti sani (13 maschi, 11 femmine, di età media 25,4 ± 7,7 anni e BMI: 23,6 ± 2,5 kg/m²), invitati ad assumere 2 capsule/die di probiotico appositamente formulato o placebo per 1 settimana prima dell’esposizione all’alcol. Quest’ultima stabilita in una dose di vodka corrispondente a 0,3 g di alcol/kg di peso corporeo.

A intervalli regolari sono stati misurati a tutti i partecipanti i livelli di alcol nel sangue e nel respiro, mentre la funzione cognitiva è stata valutata utilizzando un test di connessione numerica a tempo. Tutti i soggetti sono stati monitorati per eventuali reazioni avverse.

Lo studio, sebbene non conclusivo in funzione dei piccoli numeri, sembra dimostrare che già a 60 minuti dall’ingestione di alcol, il suddetto probiotico assunto quotidianamente prima del consumo di una bevanda alcolica, dopo una sola settimana induce la riduzione della concentrazione di alcol nel sangue, pari al 70%, e nel respiro, pari al 30%, rispetto al placebo. Nessuna differenza è stata osservata invece sulla funzione cognitiva e sulla comparsa di eventi avversi.

I meccanismi di azione

Tali risultati positivi, secondo i ricercatori, sarebbero imputabili a diversi fattori. Da un lato la specifica formulazione del probiotico con i due bacilli identificati, capaci di ridurre l’assorbimento dell’alcol nel flusso sanguigno attraverso la scomposizione diretta nel lume intestinale, dall’altro l’azione inibente sullo stress ossidativo, causato dall’acetaldeide che altera la funzione mitocondriale, stimolando la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). Il tutto preservando la barriera intestinale.

Fino a quale soglia vale tale (rel)azione? In uno studio successivo, in via di pubblicazione, i ricercatori hanno somministrato ai partecipanti una dose doppia di alcool dopo una singola dose di pre-trattamento probiotico osservando un effetto protettivo in termine di assorbimento di alcol, tuttavia ridotta del 10% nel sangue e del 7% nel respiro.

In conclusione, i dati preliminari suggerirebbero che gli integratori probiotici con attività di metabolizzazione dell’etanolo possano aiutare a ridurre il carico della malattia e i relativi costi economici e assistenziali, esercitando un effetto ottimale con un tempo e un dosaggio sufficienti per consentire la colonizzazione intestinale.

Fonte:

  • Pfützner A, Hanna M, Andor Y, Sachsenheimer D, Demircik F, Wittig T, de Faire J. Chronic Uptake of A Probiotic Nutritional Supplement (AB001) Inhibits Absorption of Ethylalcohol in the Intestine Tract – Results from a Randomized Double-blind Crossover Study. Nutr Metab Insights. 2022 Jun 23;15:11786388221108919.