Definizione di prebiotico secondo Isapp

Gli esperti convocati dall’Isapp (International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics) hanno fornito una definizione più generale e inclusiva di prebiotico che diventa: “substrato selettivamente utilizzato da microrganismi ospiti benefici per la salute”

Nel dicembre del 2016 l’Isapp (International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics) ha convocato un panel di esperti in microbiologia, nutrizione e ricerca clinica allo scopo di realizzare una consensus statement per rivedere e aggiornare la definizione e l’ambito d’azione dei prebiotici.

Un panel di esperti ha aggiornato l’ambito d’azione e la definizione di prebiotico. Si parla quindi di carboidrati, polifenoli e acidi grassi che fungono da substrati selettivamente utilizzati da microrganismi ospiti benefici per la salute. Possono essere somministrati per via orale o sulle parti colonizzate del corpo

Nonostante le interazioni fra substrato e microbiota siano note fin dal 1921, solamente nel 1995 è stata formulata una prima definizione di prebiotico. Questa è stata poi modificata nel 2004 e nel 2008 e oggi riformulata.

In un apposito box del report gli autori illustrano i motivi che li hanno portati a riformulare una definizione più generale e inclusiva quale “substrato selettivamente utilizzato da microrganismi ospiti benefici per la salute”.

Nel corso della CS sono stati esaminati diversi aspetti della materia, dall’evoluzione del termine prebiotico, agli effetti e selettività, ai substrati e al metabolismo dei prebiotici, ai vantaggi dell’ospite, alla questione degli animali da compagnia e una serie di variabili connesse agli orientamenti dei produttori e dei consumatori, oltre ad aspetti regolatori.

Conclusioni della consensus statement sulla definizione di prebiotico

Nelle loro conclusioni gli autori sottolineano il fatto che oggi l’azione prebiotica non viene agita dai soli carboidrati (oligosaccaridi in particolare) ma anche da polifenoli, acidi grassi e altre sostanze che alimentano diversi ambiti di ricerca.

Secondo gli autori un ulteriore punto qualificante a dimostrazione dell’evoluzione del settore è che negli ultimi anni i prebiotici non vengono più somministrati esclusivamente per via orale, ma anche direttamente su parti del corpo colonizzate come il tratto vaginale e la pelle. Diverse ricerche hanno infatti documentato alcune potenzialità per queste vie di somministrazione.

Infine, la letteratura in merito alla loro efficacia è in grande evoluzione e attualmente sono stati documentati benefici su:

  • tratto gastrointestinale (es. inibizione di patogeni, stimolazione immunitaria),
  • metabolismo cardiaco (es. riduzione del lipidi ematici, effetti sulla resistenza insulinica),
  • ossa (es. biodisponibilità dei minerali),
  • cervello (es. funzioni cerebrali, energia, attività cognitiva).

Il report si conclude formulando una serie di raccomandazioni per consumatori, mezzi di comunicazione di massa e scientifici, legislatori, ricercatori, produttori, fornitori e sanitari.

CS a cura di associati a vari istituti di vari paesi, fra questi: Department of Food and Nutritional Sciences, The University of Reading, Whiteknights, UK.

Gibson GR, Hutkins R, Sanders ME, Prescott SL, Reimer RA, Salminen SJ, Scott K, Stanton C, Swanson KS, Cani PD, Verbeke K, and Reid G. Expert consensus document: The International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) consensus statement on the definition and scope of prebiotics. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2017Aug;14(8):491-502.