La dipendenza emozionale è un costrutto clinico caratterizzato da un attaccamento disfunzionale e compulsivo nei confronti di una figura significativa, in assenza della quale l’individuo sperimenta un crollo dell’identità e una profonda disregolazione affettiva. Questa dinamica psicopatologica condivide tratti comuni con le dipendenze da sostanze, tra cui craving, tolleranza, astinenza e ricaduta. Negli ultimi anni, l’interazione con i social media ha esasperato tali dinamiche, generando forme ibride di dipendenza affettivo-digitale, connotate da comportamenti ossessivi, compulsivi e talvolta autolesivi.

Fisiopatologia della dipendenza affettiva 

Sotto il profilo neurobiologico, la tossicodipendenza emozionale implica un’attivazione persistente del circuito mesolimbico della ricompensa, in particolare dell’asse dopaminergico VTA-nucleus accumbens, associato a comportamenti di ricerca compulsiva del “piacere relazionale”. Studi di neuroimaging funzionale mostrano analogie tra la dipendenza affettiva e quella da sostanze, con alterazioni dell’attività nella corteccia prefrontale dorsolaterale e nell’amigdala, aree implicate nel controllo inibitorio e nella regolazione emotiva. 

Il ruolo degli algoritmi digitali: ipnoinduzione e rinforzo intermitente 

Le piattaforme digitali operano tramite algoritmi predittivi in grado di modulare il comportamento dell’utente attraverso tecniche di rinforzo intermittente. Like, commenti, visualizzazioni e notifiche sono erogati secondo logiche simili a quelle dei paradigmi di condizionamento operante di Skinner, generando meccanismi di craving emotivo. Questo sistema, oltre a indurre dipendenza, facilita la ricerca compulsiva di approvazione e visibilità, aggravando i quadri di insicurezza affettiva preesistenti.

La responsabilità genitoriale 

Il ruolo dei genitori risulta cruciale tanto nella genesi quanto nella prevenzione della dipendenza affettiva digitale. La carenza di attaccamento sicuro, l’assenza di modelli affettivi coerenti, il phubbing genitoriale (uso compulsivo dello smartphone in presenza dei figli) e la delega educativa ai dispositivi digitali sono fattori di rischio rilevanti. Viceversa, la presenza emotiva, la regolazione empatica, l’educazione all’autonomia e la co-creazione di confini digitali condivisi rappresentano strumenti protettivi efficaci.

Strategie preventive ed educative 

Si suggerisce l’integrazione di pratiche familiari periodiche, come i circoli di condivisione emozionale, all’interno dei nuclei genitoriali, al fine di favorire l’intelligenza emotiva, la capacità riflessiva e il senso di appartenenza. A livello scolastico e comunitario, risulta fondamentale implementare programmi di educazione affettiva e alfabetizzazione digitale. La psicoterapia cognitivo-comportamentale, le tecniche di mindfulness e gli approcci sistemico-relazionali si rivelano efficaci nei percorsi clinici individuali.

Una sfida urgente

La tossicodipendenza emozionale, esacerbata dai social media e dai meccanismi digitali di iperstimolazione, rappresenta una sfida urgente per il mondo clinico, educativo e sociale. Un approccio multidisciplinare, che integri neuroscienze, psicoterapia, pedagogia e consapevolezza familiare, è essenziale per fronteggiare questa nuova emergenza psicosociale e promuovere una cultura del legame sano e della presenza autentica.

Esiti clinici e comportamentali 

Tra le manifestazioni più preoccupanti si segnalano:

  • gesti autolesivi e tentativi di suicidio esibiti online;
  • comportamenti di spettacolarizzazione del dolore emotivo per ottenere consenso sociale;
  • isolamento progressivo dalle relazioni reali a favore di legami digitali idealizzati;
  • disregolazione dell’autostima e senso di vuoto cronico.

Fonti

  • Meshi, D., Tamir, D. I., & Heekeren, H. R. (2015). The Emerging Neuroscience of Social MediaTrends in Cognitive Sciences, 19(12), 771–782. DOI: 10.1016/j.tics.2015.09.004
  • Andreassen, C. S., Torsheim, T., Brunborg, G. S., & Pallesen, S. (2012). Development of a Facebook Addiction ScalePsychological Reports, 110(2), 501–517. DOI: 10.2466/02.09.18.PR0.110.2.501‑517
  • Ma, J. L., et al. (2025). The Bergen Facebook Addiction Scale: a widely utilized tool for assessing Facebook addiction. Frontiers in PsychologyLink all’articolo completo (se disponibile)
  • Problematic social media use. In Wikipedia. Recuperato da: https://en.wikipedia.org/wiki/Problematic_social_media_use
  • Dipendenza da Internet. In Wikipedia (italiano). Recuperato da: https://it.wikipedia.org/wiki/Dipendenza_da_Internet
  • Cheng, J., Burke, M., & Davis, E. G. (2019). Understanding Perceptions of Problematic Facebook Use… arXiv. Recuperato da: https://arxiv.org/abs/1905.01911

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