Le evidenze da una review dell’Instituto Nacional de Enfermedades Respiratorias di Città del Messico, pubblicata sull’International Journal of Molecular Sciences, attestano che l’asma tardivo (anche detto asma eosinofilo late-onset o adult-onset asthma oppure asma a esordio tardivo in età adulta), spesso refrattario ai cortisonici rispetto alla forma allergica, può rispondere efficacemente ai fitoestrogeni in un cluster specifico: ovvero le donne in menopausa. Conferme anche da precedenti esperimenti di laboratorio.
Un doppio beneficio
Donne in menopausa, affette da asma tardivo (LOA), caratterizzata rispetto all’asma tradizionale da una sintomatologia più scarsa, dalla mancanza di infiammazione eosinofila e da un più difficile controllo terapeutico, specie se mostrano alcuni fattori di rischio quali sovrappeso, fumo e presenza di neutrofili nei secreti bronchiali, potrebbero avvantaggiarsi da una terapia con fitoestrogeni.
Questa agirebbe sul doppio fronte, migliorando cioè la sintomatologia asmatica e menopausale. La positiva relazione è spiegata dall’evidenza: è acclarato, infatti, che fluttuazioni dei livelli degli ormoni sessuali femminili durante il ciclo mestruale impattano sul peggioramento dell’asma, a fronte invece dell’infanzia e menopausa, dove l’azione degli ormoni sessuali rispettivamente assente o in netto calo, indice la riduzione in intensità, frequenza e gravità degli episodi di asma.
A comprovare questa correlazione alcuni studi, anche sperimentali, di cui i più recenti ad opera di ricercatori messicani.
Non tutti gli estrogeni sono uguali
Tenuto conto che gli estrogeni hanno due isoforme intracellulari, alfa e beta, vi sarebbe evidenza che l’espressione dei recettori beta ER siano sovra-regolati nell’asma o durante le infiammazioni.
I fitoestrogeni non solo attiverebbero i recettori degli estrogeni, a beneficio delle donne in post-menopausa, ma svolgerebbero anche una azione anti-infiammatorie e antiossidanti sul LOA. Condizione clinica che colpisce in prevalenza donne di età pari o over 65, caratterizzata da bassi livelli o dalla completa assenza di estrogeni circolanti: ed ecco, quindi, la benefica (rel)azione con i fitoestrogeni.
Cosa dicono gli studi di laboratorio
L’utilizzo degli ormoni nella gestione e trattamento di LAO di comprovata efficacia, da studi di letteratura, è guardata con diffidenza soprattutto dalle donne per i potenziali rischi associati.
I fitoestrogeni rappresenterebbero, quindi, una possibile opzione terapeutica altrettanto efficace, basandosi su dati sperimentali. Studi condotti su topi sembrano ad esempio dimostrare che il supplemento di fitoestrogeni E2 è in grado di aumentare l’espressione di enzimi antiossidanti e ridurre l’infiammazione: un dato che, se dimostrato anche nell’uomo, è di rilevanza.
Cambiamenti legati all’età nello stato ormonale, nell’immunologia e nell’infiammazione sistemica correlano alla probabilità o maggiore predisposizione di manifestare in età avanzata infezioni e/o peggioramenti della condizione asmatica e/o di indurre lo sviluppo di LOA.
Inoltre, altri studi sperimentali avrebbero confermato l’azione dei fitoestrogeni sul recettore beta-ER, facendo osservare in topi che ne sono privi una funzionalità polmonare, rispetto ai topi selvatici e ai topi privi, viceversa, del recettore alfa-ER.
In conclusione
Questi dati sperimentali spingono a indagare ulteriormente le potenzialità dei fitoestrogeni nella gestione delle donne con LOA, con una visione allargata anche alla riduzione di alcuni sintomi della menopausa.
Se ulteriori studi confermassero le evidenze preliminari si stimano vantaggi nel contenimento/minor impatto di effetti collaterali e nella positiva azione di contrasto a infezioni e degli stati infiammatori. Il che significa, nell’insieme, migliore qualità della vita in donne in menopausa.
Fonte
Sommer B, Gonzáles-Ávila G, Flores-Soto E et al. Phytoestrogen-Based Hormonal Replacement Therapy Could Benefit Women Suffering Late-Onset Asthma. International Journal of Molecular Sciences, 2023, 24(20):15335. Doi: 10.3390/ijms242015335.
