Altamente costosa. La gestione dell’Helicobacter pylori, anche in funzione di un inadeguato e inappropriato uso/abuso di antibiotici, come di altre terapie, dell’aumento di fattori di rischio, scorrette abitudini voluttuarie e dietetiche si sta sensibilmente diffondendo tra la popolazione e sta aumentando la propria resistenza verso le terapie farmacologiche gold standard.
La ricerca si interroga dunque su nuove possibili opportunità di contenimento/contrasto: la fitoterapia e i probiotici sembrano dimostrare qualche risultato di efficacia, stando alle evidenze emerse da una revisione cinese su Frontiers in Microbiology.
L’epidemiologia
È estremamente diffuso: si stima che l’Helicobacter pylori, microbatterio anaerobico, Gram-negativo a forma di spirale, sia radicato nello stomaco, solo in Italia, di 25 milioni di persone.
Generalmente contratto da bambini, può restare innocuo nel corso di tutta la vita, ma in una buona parte di casi per una serie di fattori di rischio e altre cause, l’infezione evolve con sintomi variabili da bruciore e dolore addominale a nausea, vomito e gonfiore, fino occasionalmente a dare origine a gastriti, ulcere e altre patologie tipiche del distretto, tuttavia aumentando il potenziale di rischio relativo di 6 volte superiore, in chi ne è portatore rispetto a chi non ha contratto l’infezione, di sviluppare nel tempo un tumore dello stomaco.
L’H. pylori (infezione) è stato infatti classificato dal 2017 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità come cancerogeno di classe I.
Il tasso globale di infezione da H. pylori è estremamente elevato e in costante crescita: 85–95% nei paesi in via di sviluppo, rispetto al 30–50% in aree sviluppate, con relativi impatti sui costi altamente elevati in zone economicamente sottosviluppate a confronto di aree finanziariamente sviluppate.
Discrepanza imputabile a vari fattori: diverse condizioni di salute, stato socioeconomico, razza e densità di popolazione. Mentre nei paesi sviluppati fumo cronico, integrazione vitaminica inadeguata, eccessiva assunzione giornaliera di sale e i fattori dell’ospite possono tutti alterare l’ambiente acido nello stomaco e aumentare la suscettibilità all’infezione da H. pylori.
Una delle attuali criticità è l’approccio terapeutico all’H pylori, che di norma impiega inibitori della pompa protonica (PPI) combinati con due antibiotici e bismuto. Antibiotici verso cui l’infezione sembra sempre più resistente, rendendo difficoltosa l’eradicazione, con tassi di successo in decremento.
Senza contare che gli antibiotici possono indurre effetti avversi sul tratto gastrointestinale, stimolando ad esempio diarrea, anoressia, vomito, distensione addominale e dolore o che dall’altro la terapia antimicrobica è controindicata/non raccomandata in alcune classi di popolazione: anziani, bambini, donne in gravidanza e allattamento per motivi di sicurezza.
Di conseguenza, esiste una crescente domanda di trattamenti alternativi in grado di gestire efficacemente l’infezione da H. pylori.
La fitoterapia, così come i probiotici, possono rappresentare una potenziale alternativa: rispetto alla terapia antibiotica producono meno ceppi resistenti e si associano a minori effetti collaterali e hanno una eventuale finalità anche dietetica utili.
La fitoterapia
Acacia nilotica, Calophyllum brasiliesnse, Bridelia micrantha, Allium sativum, Pistacia lentiscus, Brassica oleracea, Glycyrrhiza glabra, Camellia sinensis, Cinnamomum cassia, Evodia rutaecarpa , Impatiens balsamin. Sono alcune delle erbe che tramite l’azione esercitata da alcuni dei loro componenti, quali flavonoidi, terpenoidi, cumarine, olio essenziale, tannini e alcaloidi, potrebbero contribuire alla gestione dell’infezione da H pylori.
Anche aglio fresco, Pimenta racemosa, dall’attività battericida, l’estratto di tè verde in specifiche concentrazioni e durata, l’olio di Pelargonium graveolens combinato con claritromicina, da altri studi di letteratura potrebbero essere altrettanti strumenti di contrasto all’infezione o di potenziamento degli effetti delle terapie più tradizionali.
In particolare la fitoterapia eserciterebbe azione antibatterica, tramite l’inibizione dell’attività dell’ureasi, l’attività antiadesiva, così come un controllo sul danno al DNA, l’inibizione della sintesi proteica e dello stress ossidativo ad esempio.
I probiotici e altri rimedi
Tra i probiotici i Lactobacillus, possono essere utilizzati per trattare l’infezione da H. pylori: somministrati da soli o in combinazione con farmaci sembrerebbero efficaci nel contribuire alla regolazione della funzione immunitaria dell’ospite o nel mantenere la salute intestinale, favorendo l’equilibrio del microbiota.
La revisione ha valutato anche diversi altri meccanismi nella gestione dell’H pilory, identificando almeno sette possibili approcci: fitoterapia, terapia probiotica, terapia con nano-consegna, terapia con lattoferrina, terapia fagica, vaccino e terapia della luce.
Si evidenziano tuttavia i vantaggi, rispetto ad altre soluzioni, di fitoterapici e probiotici in termini soprattutto di sicurezza e di non resistenza ai farmaci, rendendoli la scelta preferita per il trattamento di seconda linea.
Diversamente l’uso di nanosistemi per la somministrazione dei farmaci può risolvere il problema del breve tempo di ritenzione dei farmaci nello stomaco, migliorandone notevolmente l’utilizzo; la terapia con lattoferrina, sicura e non inquinante, rappresenta un’eccellente terapia alternativa; le attuali terapie fagiche e i vaccini mostrano un’efficacia mirata, ma la loro applicazione clinica richiede ulteriori indagini a causa della disponibilità limitata di dati clinici.
Mentre la terapia della luce, ancora agli inizi, offre dati di ricerca limitati e mostra alcuni rischi per la sicurezza. Tutte le terapie emergenti hanno ottenuto ottimi risultati, ma sono necessarie ulteriori indagini a causa della mancanza di studi sui meccanismi di trattamento e dati clinici.
Fonte
Liu M, Gao H, Miao J et al. Helicobacter pylori infection in humans and phytotherapy, probiotics, and emerging therapeutic interventions: a review. Front Microbiol, 2024, 10:14:1330029. Doi: 10.3389/fmicb.2023.1330029