L’inquinamento è corresponsabile dell’aumento, quotidiano, di morti per tutte le cause.

Nuove evidenze giungono dalla ricerca scientifica, e tra queste uno studio dell’Università di Yale, New Haven, Stati Uniti, pubblicato su JAMA Network Open. Del “primato” fa parte, purtroppo, anche l’Italia.

La relazione

Da tempo i sospetti si sono confermati realtà: esiste una stretta relazione tra l’esposizione a breve termine a particolato fine (PM2,5) e biossido di azoto (NO2) e l’incremento della mortalità, non soltanto di morti annuali, ma giornaliere.

Una nuova evidenza arriva da uno studio americano che ha considerato gli effetti dell’inquinamento atmosferico in quattro aree del globo: Cina, Stati Uniti, Italia e Germania per l’Europa. Non ci sono dubbi sulla significatività visto gli ampi numeri dello studio che ha registrato oltre 8,9 milioni di decessi tra il 2015 e il 2019, correlati proprio alle variazioni giornaliere delle concentrazioni di questi due agenti inquinanti.

Nel dettaglio: è emerso che, in generale, PM2,5 e NO2 si associano a incrementi della mortalità per tutte le cause, seppure con differenze significative tra le regioni: ad esempio l’aumento di 10 μg/m3 delle concentrazioni giornaliere di PM2,5 correla all’incremento di decessi giornalieri per tutte le cause per 100.000 persone, pari a 0,01 nello Jiangsu (Cina) (IC al 95%, 0,001- 0,01), a 0,03 (IC al 95%, 0,004-0,05) in California (US), a 0,10 (IC al 95%, 0,07-0,14) in Italia con livelli più evidenti nelle aree centro-meridionali e a 0,04 (IC al 95%, 0,02-0,05) in Germania a fronte degli aumenti nei tassi di mortalità, rilevati per le concentrazioni di NO2 anch’essi importanti.

Questi sono infatti risultati pari rispettivamente per le diverse aree geografiche a 0,04 (IC al 95%, 0,03-0,05, Cina), 0,03 (IC al 95%, 0,01-0,04, California), 0,10 (IC al 95%, 0,05-0,15, Italia centro-meridionale) e 0,05 (IC 95%, 0,04-0,06, Germania).

Dallo studio emergono inoltre maggiore vulnerabilità, in tutte le aree considerate, in soggetti di età superiore ai 75 anni e in aree rurali, in particolare per la provincia di Jiangsu in Cina e modifiche significative anche in base al sesso in Germania, ad esempio, 0,05 [IC al 95%, 0,03-0,06] per le donne in relazione a PM2,5 e in base all’urbanicità nel Jiangsu (0,07 [ 95% CI, 0,04-0,10] per le contee rurali, come detto per quanto concerne NO2.

In conclusione

Lo studio evidenzia la relazione stretta dell’inquinamento sulla salute pubblica con un rapporto diretto in termini di aumento della mortalità per tutte le cause.

Ciò invita, sottolineano gli autori, alla presa di coscienza sulla necessità, urgente, di interventi di politica ambientale da parte delle istituzioni e di comportamento correrti, individuali e collettivi. Unici strumenti per ridurre il trend di decessi evitabili e per mitigare gli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana.

Fonte

Ma Y, Nobile F, Marb A er al. Short-Term Exposure to Fine Particulate Matter and Nitrogen Dioxide and Mortality in 4 Countries. JAMA Network Open, 2024, 7(3):e2354607. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.54607