La composizione del microbiota può fare la differenza nel recupero post-chirurgico in pazienti con carcinoma epatico.

Lo evidenzia uno studio cinesedella Huazhong University of Science and Technology a Wuhan: pazienti e modelli murini sottoposti a una integrazione con Bifidobacterium longum hanno raggiunto la normale ripresa delle funzionalità epatica in tempi sensibilmente più brevi dall’intervento.

La ricerca, pubblicata su Cell Host & Microbe, potrebbe suggerire una indicazione di supporto al nomale trattamento previsto per questa patologia, importate. ll carcinoma epatocellulare, nello specifico, è infatti il tipo più comune di carcinoma epatico primario e terza causa di morte per tumore. 

Il punto di partenza

La chirurgia per la rimozione di un carcinoma epatico correla a lunghi periodi di recupero: è evidenza di pratica clinica. Partendo da questo dato, alcuni ricercatori cinesi hanno voluto analizzare la funzionalità dell’organo in oltre 600 sottoposti all’intervento supponendo che la modulazione del microbiota intestinale potesse contribuire a migliorare la fase di recupero.

Su queste tesi, conducendo specifiche analisi, hanno osservato in circa metà dei pazienti un sensibile ritardo nel recupero della funzione epatica, minori probabilità di sopravvivere a due anni dall’intervento e livelli più elevati di batteri appartenenti ai generi Bifidobacterium, Holdemanella, Coprococcus e Dorea e alle famiglie Esipelotrichaceae e Christensenellaee.

Proprio sulla composizione del microbiota hanno proseguito le indagini che hanno fatto rilevare che pazienti con maggiore presenza nel microbiota di Bifidobacterium, in particolare di Bifidobacterium Longum, beneficiavano di una più rapida ripresa della normale funzionalità epatica nel postoperatorio.

L’esperimento di laboratorio e di Real World

Per testare questo dato, i ricercatori hanno dunque avviato una sperimentazione, trasferendo in topi microbi intestinali da pazienti con tempi di recupero più lunghi.

La diversità è stata evidente: questo gruppo di topi manifestava, come nell’uomo un rallentamento del recupero della funzionalità epatica, a fronte invece di roditori che avevano ricevuto una supplementazione con Bifidobacterium Longum, fattore risultato determinante nel migliorare i tempi di recupero.

La prova del nove è arrivata da uno studio di Real Word: i ricercatori hanno arruolato 186 pazienti con tumore al fegato somministrando alla metà dei partecipanti un cocktail di batteri probiotici, tra cui B. Longum (gruppo di intrevento).

Si sono così osservate una maggiore rapidità di recupero e probabilità superiori di sopravvivere a un anno dall’intervento chirurgico rispetto ai controlli. Tali vantaggi, secondo i ricercatori, potrebbero riferirsi alla riduzione dell’infiammazione e della fibrosi epatica e alla proliferazione degli epatociti che assocerebbero a cambiamenti in pathway metabolici chiave. 

In conclusione

Le evidenze sono di tutto rispetto e forniscono indicazioni importanti. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi per chiarire i meccanismi molecolari attraverso cui Bifidobacterium Longum migliora il recupero della funzione epatica. 

Fonte

Yu J, Zhu P, Shi L et al. Bifidobacterium longum promotes postoperative liver function recovery in patients with hepatocellular carcinoma. Cell Host & Microbe, 2023. Doi: https://doi.org/10.1016/j.chom.2023.11.011