I postbiotici contribuiscono a migliorare la prestazione fisica, il recupero e la salute in atleti agonisti e sportivi in genere, con rapidità di azione. Ma i benefici, positivi, sono ancora poco noti e dunque questi prodotti sottoutilizzati per questo specifico scopo.

Per diffonderne la conoscenza, dunque, un gruppo di ricercatori della Lindenwood University di St. Charles, negli USA, ha esplorato gli studi di letteratura, pubblicando una interessante review sistematica su Nutrients.

Di che cosa parliamo? 

I postbiotici, come dice il nome, sono microrganismi inanimati e/o loro componenti, derivati dai probiotici. Questi ultimi organismi vivi che offrono numerosi benefici per la salute gastro-intestinale, il sistema immunitario, la salute mentale agendo ad esempio sul livello umorale e lo stress, ed altri vantaggi.

Non ultimo favoriscono la diversità del microbiota intestinale, “sintomo”, anche questo di buona salute. I postbiotici, dal canto loro, “approfittando” di tutti questi benefici che ricadono in particolare sulla salute e sull’aiuto in malattie intestinali, respiratorie e dermatologiche, hanno il valore aggiunto di un periodo più lungo di conservazione e minore suscettibilità alla degradazione.

Le evidenze

Assumere postbiotici per un periodo da 2 a 12 settimane aumenta le performance atletiche: riduce la stanchezza e aumenta la prontezza in caso di allenamento prolungato. È quanto emerge da una review americana che ha selezionato, facendo ricorso a Google Scholar e PubMed, quanto presente in letteratura sulla relazione fra integrazione postbiotica e impatto sulla prestazione fisica e recupero.

La ricerca, che ha considerato studi peer-reviewed, randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo, condotti in popolazioni di uomini o donne sani di età superiore ai 18 anni sottoposti a una integrazione con varie tipologie di postbiotici tra cui paraprobiotici, probiotici tindalizzati, biotici fantasma, probiotici uccisi dal calore, probiotici inattivati, probiotici non vitali, si è poi incentrata su 11 studi e 477 atleti che avevano assunto postbiotici per un periodo compreso tra 13 giorni e 12 settimane.

I ceppi considerati

Particolare attenzione hanno destato i ceppi Lactiplantibacillus plantarum, Lactobacillus paracasei e Weizmannia coagulans, che sono stata confrontate nelle versioni probiotiche e postbiotiche da tre studi.

È emersa una attività paragonabile, ma differente, da parte del postbiotico rispetto al probiotico in relazione ai vari ceppi: ad esempio vi sarebbe evidenza che la componente probiotica di Weizmannia coagulans, abbia aumentato la potenza della parte inferiore del corpo e potenziato la citochina antinfiammatoria interleuchina-10, invece il Lactobacillus paracasei, come probiotico e come postbiotico, sia in grado di ridurre il danno muscolare che può derivare dal salto in verticale ma anche di velocizzare il recupero e mitigare l’affaticamento, mentre solo la preparazione postbiotica sembra associare a una maggiore capacità di migliorare il recupero.

Mentre il Lactiplantibacillus plantarum, pare in grado di generare effetti simili sia nella forma probiotica che postbiotica sulle prestazioni fisiche, ma i probiotici sembrerebbero di efficacia superiori nel ridurre i livelli di glucosio, lattato e ammoniaca in risposta agli stimoli dell’esercizio fisico. Mancano, invece, studi che combinano i due preparati per valutare eventuali effetti additivi o sinergici. 

In conclusione

Lo studio americano sembrerebbe dimostrare che l’integrazione postbiotica può contribuire a sostenere l’umore, ridurre l’affaticamento e aumentare la preparazione degli atleti durante diverse settimane di allenamento. Tuttavia, saranno necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio come i postbiotici possano aumentare la salute, la resilienza, le prestazioni e il recupero, estendendo ad esempio i periodi di integrazione e includendo più tipologie atleti e diverse popolazioni che possono condizionare l’abitudine e l’assunzione di postbiotici.

Fonte

Kerksick CM, Moon JM, Jäger R. It’s dead! Can postbiotics really help performance and recovery? A systematic review. Nutrients, 2024, 16(5), 720. Doi: 10.3390/nu16050720