Un effetto “energizzante”, in grado di contrastare alcuni effetti correlati all’affaticamento, come anche alla fatica cronica, dipendente da specifiche patologie.
Sono le potenzialità attribuite al ginseng, un rimedio derivante dalla stessa radice, della famiglia delle Arialacee, ampiamente utilizzato nelle medicine complementari e recentemente diffuso anche in occidente, dove è noto soprattutto sotto forma di bevanda, in funzione dalla “scossa” energetica che offre benessere a 360°, fisico, emotivo e mentale.
Lo studio americano pubblicato su Journal Alternative Complementary Medicine.
L’affaticamento
Complessa e multidimensionale su cui incidono diverse variabili, alcune note, altre meno conosciute, dunque ancora inesplorate. Parliamo dell’astenia, comunemente definita da chi la prova, anche in forma importante, come affaticamento, una spossatezza generalizzata che spesso si accompagna a patologie croniche con deprivazione di energie in tutte le sue dimensioni.
Una condizione che, da dati statistici, interessa milioni di persone nel mondo, le quali dichiarano anche di fare l’uso per combatterlo a rimedi erboristici. Tra questi il ginseng, radice nota per essere “tonica”, contribuendo cioè a ritemprare il benessere psicofisico energetico.
Ma quanto c’è di vero in questa affermazione? A porsi il problema uno studio americano che ha effettuato una revisione sistematica tra le ricerche di letteratura disponibili, selezionate tramite i database PubMed, CINAHL (Cumulative Index to Nursing and Allied Health), Ovid MEDLINE ed EMBASE, utilizzando termini di Medical Subject Heading, e alcune parole chiave come ginseng, Panax, ginsenosidi, ginsenoside* (jolly), affaticamento, sindrome da affaticamento, affaticamento correlato al cancro e affaticamento cronico, con l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia contro i sintomi dell’affaticamento dei due tipi di radice: il Panax ginseng, di origine asiatica e il ginseng americano, Panax quinquefolius.
Le modalità di selezione e valutazione
Tra gli studi rilevati, i ricercatori hanno alla fine selezionato quelli in cui i partecipanti presentavano affaticamento, avevano utilizzato uno dei due Panax ginseng come intervento e avevano punteggi da una misura di affaticamento auto-riportata.
La ricerca ha portato alla selezione di 149 articoli, con 1 articolo aggiuntivo individuato tramite revisione dei riferimenti, giungendo tuttavia all’esclusione di 139 di essi in quanto non rispondenti ai criteri di valutazione predefiniti.
I 10 studi su cui si è basata l’analisi finale hanno fatto osservare un basso rischio di eventi avversi associati all’uso di ginseng, sebbene con prove modeste di efficacia.
In conclusione
Gli autori ritengono che il ginseng, sia americano che asiatico, possa essere un trattamento promettente per la gestione di astenia/affaticamento, in pazienti affetti da malattie croniche o comunque correlate a questa tipologia di dolore.
Tuttavia proprio perché si tratta di un rimedio largamente utilizzato da questo cluster di popolazione, essi suggeriscono che vengano sviluppate nuove ricerche, con obiettivi anche diversificati, prima che il ginseng sia adottato come opzione di trattamento standard per la stanchezza, specie in forma di affaticamento cronico.
Fonte
Arring NM, Millstine D, Marks LA er al. Ginseng as a Treatment for Fatigue: A Systematic Review. J Altern Complement Med, 2018, 24(7):624-633. Doi: 10.1089/acm.2017.0361.