Lo studio, presentato al Congresso nazionale della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana), sostiene che il cronotipo potrebbe influenzare lo stile di vita. I serotini, coloro che faticano ad alzarsi presto, preferiscono restare svegli fino a tardi e sono maggiormente attivi nella seconda parte della giornata, ma hanno peggiori abitudini alimentari, consumano pasti a orari sregolati e sono più esposti al rischio di patologie croniche.

Background

Esiste una relazione fra cronotipo e sane abitudini? Senza dubbio sì, se ci si affida ai risultati di uno studio italiano secondo cui essere gufi o allodola, oltre a “regolare” il sonno, avrebbe un ruolo chiave anche nel determinare il BMI, cioè la composizione corporea, lo stile nutrizionale e alcuni parametri di rischio per lo sviluppo di diverse malattie croniche: cardiovascolari, oncologiche, mentali e tra queste ultime la depressione.

Maggiore attenzione è stata prestata a soggetti in sovrappeso/obesi in cui l’esposizione a patologie del metabolismo, compreso il rischio cardiometabolico, è sensibilmente superiore rispetto a individui normopeso.

Lo studio è stato condotto, al momento, su piccoli numeri: 51 partecipanti, di cui 71% donne e 29% uomini, con un’età media di 50,3 ± 13,5 anni e con Bmi ≥25 kg/m2, con un valore medio di 29,4 ± 4,3 kg/m2, quindi in sovrappeso/obesi, reclutati presso l’Unità di Nutrizione clinica dell’Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze da marzo ad aprile 2023.

I ricercatori hanno proceduto innanzitutto a indagare lo specifico cronotipo dei partecipanti tramite il Morningness-Eveningness Questionnaire (MEQ), tra i questionari più utilizzati in letteratura: il 26% è risultato con cronotipo serotino, e il 74% con cronotipo mattutino.

Inoltre, utile allo scopo, i volontari sono stati invitati a tenere un diario alimentare di tre giorni per “misurare” abitudini e frequenza dei pasti. La profilazione dei partecipanti è stata completata con una valutazione della composizione corporea e un prelievo di sangue.

Le abitudini alimentari

Lo studio avrebbe messo in evidenza che i serotini consumano più calorie giornaliere, con un incremento di circa 255 kcal/die rispetto ai mattutini e una spartizione influenzata dalla preferenza circadiana. I serotini, infatti, assumerebbero più calorie a pranzo e a cena, rispettivamente +88 kcal e +166 kcal, rispetto ai mattutini.

Cambia anche la qualità dei pasti: i serotini privilegerebbero una dieta sensibilmente più ricca di carboidrati (+40 g/die) e grassi (+13 g/die), associati in misura maggiore a bevande zuccherate o al junk food, come hamburger, ad esempio, e dolci.

E l’orario? Anche in questo caso il cronotipo determina delle differenze: i serotini sono sregolati rispetto all’assunzione dei pasti, tendenzialmente consumati in ritardo rispetto ai mattutini e agli orari canonici, raggiungendo la significatività statistica per la colazione e per la cena. Tuttavia, queste variabili non sembrerebbero influenzare il BMI: nonostante il diverso regime alimentare, la composizione corporea dei soggetti mattutini e serotini sarebbe risultata simile.

Mutano, invece, i parametri ematici: i serotini mostrano valori inferiori di acido folico (4,69 ± 2,1 vs. 8,25 ± 6,36 ng/mL) e di vitamina B12 (349,6 ± 132,3 vs. 445,5 ± 144,5 pg/mL).

Le indicazioni “terapeutiche”

I dati emersi, seppure su piccoli numeri, sono una prima indicazione sulle abitudini e i comportamenti alimentari, poco corretti e salutari dei serotini, a danno di maggiori rischi per la salute.

Tali informazioni potrebbero essere la base per l’avvio di studi futuri, utili a un più accurato identikit dei serotini e, quindi, a definire strategie alimentari personalizzate che tengano conto del cronotipo.