Il National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM) diventa National Center for Complementary and Integrative Health (NCCIH)
Questa decisione, comunicata il 17 dicembre, fa parte del pacchetto di misure finanziarie licenziate dal presidente Obama e riflette il nuovo orientamento di quest’agenzia del National Institute of Health statunitense che, dal 1998, si occupa di ricerca sulle CAM. Il passaggio definitivo avverrà nell’arco di qualche mese.
Quali ragioni hanno indotto questo cambiamento? “In 16 anni migliaia di ricerche hanno ampliato le conoscenze su efficacia e sicurezza di queste terapie, oggi molto usate negli USA” ha detto il direttore del NIH Francis S. Collins “Dal 1998 le terapie complementari si sono diffuse a tal punto che oggi non sono più considerate alternative. Oltre la metà degli statunitensi riferisce di utilizzare integratori alimentari e si spendono circa 4 miliardi di dollari l’anno per chiropratica e manipolazioni vertebrali”. Le indagini statistiche più recenti mostrano un approccio integrato alle pratiche complementari in molte strutture sanitarie, ospedali, hospices e ambulatori statunitensi. Un approccio integrato che, precisa Collins, “si pone l’obiettivo di migliorare lo stato di salute, prevenire le malattie e alleviare sintomi importanti, come ad esempio il dolore o la nausea chemio-indotta”.
Josephine P. Briggs, direttore del NCCIH, aggiunge: “La nostra missione non cambia: continueremo a focalizzarci su efficacia e profilo di sicurezza delle tecniche complementari e integrate per fornire delle solide basi scientifiche ai processi decisionali sulla salute dei cittadini”.
Fra le priorità della ricerca futura il direttore Briggs sottolinea lo studio delle medicine e tecniche complementari per la gestione di dolore, stress e ansia che affliggono spesso i pazienti con patologie croniche e complesse e, in linea generale, per migliorare quel ventaglio di sintomi sui quali la medicina mainstream non consegue buoni risultati.
“Un’attenzione particolare sarà dedicata ai processi di autocura, agli stili di vita e alla sicurezza dei prodotti naturali. L’idea è dare priorità a progetti scientificamente fondati e sostenibili tenendo conto della diffusione delle diverse terapie nella popolazione e del loro impatto sulla salute pubblica”.
Mariella Di Stefano