La vita odierna sottopone le persone a ritmi di vita stressanti, tanto che, durante una normale settimana lavorativa e/o scolastica, è possibile sperimentare di frequente una carenza di sonno. Chi sperimenta questa situazione tende a recuperare il sonno nei giorni liberi, solitamente nel fine settimana, dormendo fino a tardi. Tale tipologia di sonno, definito sonno compensativo, è stato oggetto di uno studio presentato al Congresso della European Society of Cardiology del 2024, ed è stato messo in evidenza come il sonno compensativo riduca di almeno il 20% il rischio di incorrere in patologie cardiache.

Deprivazione del sonno e cuore

La deprivazione del sonno, definita come una durata del sonno inferiore a sette ore a notte, è in grado di indurre diversi effetti biologici, come cambiamenti nel controllo neurovegetativo, aumento dello stress ossidativo, risposte infiammatorie e coagulative alterate e aterosclerosi accelerata. Tutti questi meccanismi collegano la deprivazione del sonno ai disturbi cardiovascolari e metabolici.

Studi epidemiologici hanno dimostrato che la breve durata del sonno è associata a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, come malattia coronarica, ipertensione, aritmie.

I soggetti che durante la settimana si trovano a sperimentare la deprivazione del sonno spesso mettono in atto meccanismi compensatori, dormendo molto più a lungo nel fine settimana.

Uno studio, presentato al Congresso ESC 2024, ha evidenziato come tale meccanismo compensatorio di recupero del sonno nei fine settimana, può ridurre il rischio di malattie cardiache del 20% rispetto a chi non recupera il sonno.

Lo studio

È stato condotto uno studio utilizzando i dati di 90.903 soggetti coinvolti nel progetto UK Biobank e, per valutare la relazione tra il sonno compensato nel fine settimana e le malattie cardiache, i dati del sonno sono stati registrati dividendo i soggetti in quattro gruppi (con diversi gradi di compensazione di sonno).

Ad un follow-up mediano di quasi 14 anni, i partecipanti del gruppo con sonno più compensato avevano il 19% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiache rispetto a quelli con il sonno meno compensato.

Nel sottogruppo di pazienti con deprivazione di sonno quotidiana, quelli con il sonno più compensato avevano un rischio inferiore del 20% di sviluppare malattie cardiache rispetto a quelli con il minor sonno compensatorio. L’analisi non ha evidenziato differenze tra uomini e donne e non è stata evidenziata correlazione con il rischio genetico.

In conclusione

Un sonno compensatorio sufficiente nei fine settimana è collegato a un basso rischio di malattie cardiache, tra cui cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco e ictus, indipendentemente dal rischio genetico.

L’associazione diventa ancora più pronunciata tra gli individui che sperimentano regolarmente un sonno inadeguato nei giorni feriali. Pertanto, coloro che dormono di più durante i fine settimana hanno tassi significativamente più bassi di malattie cardiache rispetto a quelli che dormono di meno.

Fonti: Tobaldini E, Costantino G, Solbiati M, Cogliati C, Kara T, Nobili L, Montano N. Sleep, sleep deprivation, autonomic nervous system and cardiovascular diseases. Neurosci Biobehav Rev. 2017 Mar;74(Pt B):321-329.

Z Liu, YJ Song. Weekend compensatory sleep is associated with reduced risk of heart disease: a prospective UK Biobank-based cohort study State Key Laboratory of Cardiovascular Disease, Fuwai Hospital, National Center for Cardiovascular D – Beijing – China