Di fronte ad una popolazione in constante crescita, una delle più importanti sfide del nostro tempo è rappresentata dalla necessità di fornire una alimentazione adeguata limitando, al contempo, il consumo di risorse ambientali.

Difatti, i modelli alimentari salutari e sostenibili – e quindi variegati in termini di energia e nutrienti – non possono oggi trascurare l’impatto ambientale del sistema alimentare e gli aspetti socioculturali, in linea con quanto indicato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, e dalla Food and Agriculture Organization – FAO.

L’impegno della SINU

Alla luce di questo scenario, la Società Italiana di Nutrizione Umana – SINU, da sempre in prima linea nella sfida per la creazione e adozione di modelli dietetici salutari e sostenibili, ha sottolineato l’importanza di scelte alimentari che siano positive per l’uomo e per il pianeta.

E proprio in quella direzione è andato il primo convegno promosso dal Gruppo Giovani SINU, i professionisti under40 della Società, dal titolo: “Salute dell’uomo e del pianeta: il ruolo della dieta”, incentrato sulle sfide cruciali che la nostra società deve affrontare in termini di sostenibilità alimentare e salute globale. 

Svoltosi con grande successo di pubblico, a dimostrazione del forte interesse su queste tematiche, il convegno ha fornito spunti significativi e prospettive future, anticipando alcuni dei temi che saranno oggetto di approfondimento in occasione del XLIV Congresso Nazionale SINU, in programma Piacenza dal 4 al 6 giugno 2024.

La dieta mediterranea: una scelta positiva per uomo e pianeta

Una dieta che privilegi gli alimenti di origine vegetale, come la dieta mediterranea, che offre ampio spazio a frutta, verdura e cereali integrali a fronte di un consumo moderato di proteine di origine animale, è per la SINU la scelta migliore per la salute dell’uomo e la sostenibilità del pianeta.

Difatti, una scelta alimentare di questo tipo consentirebbe da una parte di combattere l’obesità – responsabile ormai di un numero di decessi annui pari a 4 volte quelli legati ad incidenti automobilistici e destinata a colpire 1 adulto su 3 in Italia entro il 2035 – e dall’altra di dimezzare le emissioni di gas serra nell’atmosfera dovuti alla produzione e al consumo di cibo che, contribuendo al surriscaldamento globale, si ripercuotono anche sulla salute umana.

Monitorare l’impatto degli alimenti e puntare a educazione e informazione

Monitorare l’impatto degli alimenti tenendo conto di tutti gli indicatori ambientali consente di individuare le criticità correlate alla loro produzione ed applicare azioni di mitigazione che ne migliorino le prestazioni ambientali.

Il ciclo di vita di un prodotto alimentare viene attestato da certificazioni e protocolli di sostenibilità che mostrano, in modo trasparente, gli obiettivi di miglioramento continuo e costante della qualità ecologica e sociale di un’azienda o filiera agroalimentare, in accordo con gli impegni delle politiche green. Si tratta di informazioni importanti che devono essere implementate rispetto a tutte le fasi del prodotto, dalla produzione alla distribuzione al consumo finale.

Infine, promuovere scelte di vita sane e sostenibili è qualcosa che non può prescindere da una adeguata educazione e informazione del consumatore finale che consentano anche di limitare lo spreco alimentare.

È importante, ad esempio, educare a leggere correttamente le date di scadenza. Molto spesso il cibo viene buttato perché non è chiara la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione, sottolinea la SINU. Più di un terzo dei consumatori italiani, infatti, ignora che un alimento oltre il termine minimo di conservazione è ancora consumabile, senza implicazioni sulla salute.