Fitoterapia, psicoterapia e psicoterapia comportamentale, agopuntura: sono alcuni delle soluzioni efficaci, comprovate da studi di letteratura e pratica clinica, che con un approccio integrato possono ottimizzare la gestione dei disturbi del sonno di diversa origine. «Effetti postivi – aggiunge Pagliaro – si hanno dall’utilizzo combinato di omeopatici e fitoterapici con l’agopuntura, mentre per l’insonnia a componente psicologica, le psicoterapie sono un importante strumento che va a lavorare sulla dimensione sintomatica di ansia,
stress o depressione spesso trigger dell’insonnia o viceversa. Molto efficaci sono anche le tecniche di suggestione, quali ipnosi e autoipnosi, trattamenti di tipo cognitivo o tecniche di rilassamento, che rimandano all’ambito comportamentale».
La scelta della terapia/trattamento più adeguati è guidata dalle caratteristiche della persona. Per esempio, la fiducia verso la proposta terapeutica (dalla meditazione a un protocollo cognitivo-comportamentale, a una tecnica di rilassamento di Jacobson, nota anche come rilassamento muscolare progressivo) rappresenta una prima importante discriminante. Altri fattori da considerare sono le aspettative della persona rispetto al trattamento proposto, il modo personale di percepire la realtà, il sintomo o gli elementi del suo l’universo simbolico. Tutte variabili importanti, che possono influenzare in modo significativo le performance della cura.
La Mindfulness
I protocolli Mindfulness, che si affiancano a tecniche di meditazione più tradizionali, sono di relativa recente introduzione, pertanto non sostenute da vere evidenze scientifiche, sebbene l’efficacia, anche rapida qualora venga applicata costantemente, sia comprovata dalla pratica clinica. «Studi di
letteratura condotti dagli anni ’70 – chiarisce il professore – dimostrano benefici derivanti da qualunque tipo di meditazione correlati alla riduzione del lavorio mentale, con cui l’attività cognitiva legata a pensieri negativi ed emozioni disturbanti, lascia spazio a pensieri più positivi e propositivi.
In questo gruppo di tecniche meditative rientra anche lo yoga: molto studiato,
con una vasta produzione scientifica, agisce positivamente sull’insonnia riducendo, ad esempio, la latenza di addormentamento e migliorando la qualità del sonno, grazie all’azione di rilassamento e alla diminuzione di stress, tensione e fatica».
Nella scelta della terapia vanno considerati anche altri parametri, che possono essere utili e funzionali: l’età del paziente, l’intensità del sintomo, la durata dell’insonnia, la capacità di comprensione della persona, la qualità delle funzioni attentive, di concentrazione o di memoria che possono, ad esempio, rendere
più difficile l’apprendimento dei passaggi richiesti dalle metodiche meditative. Tutte le tecniche citate possono essere utilizzate in maniera singola o combinata, tenuto conto che anche troppe ed eccessive informazioni, provenienti da molecole, tecniche o pratiche mediche o psicologiche, dirette
al corpo e/o alla persona potrebbero essere “confondenti” piuttosto che benefiche.