La resistenza all’insulina, supportata da una condizione di iperinsulinemia, potrebbe rappresentare un fattore di rischio indipendente nell’insorgenza di malattie cardiovascolari. Un elemento cruciale ma che appare ancora largamente sottostimato.
Sono le evidenze e le “asserzioni” suggerite da uno studio recente ad opera di ricercatori italiani, campani, pubblicato su Biomedicine.
Background
Insieme ai tumori, le malattie cardiovascolari rappresentano nei paesi ad alto reddito e sviluppati, una tra le principali cause di mortalità.
In funzione anche dell’invecchiamento della popolazione, arrestarne il trend, arrivare a una migliore conoscenza dei meccanismi alla base e quindi a trattamenti/interventi mirati, restano una sfida per la medicina, un “impegno” di sanità pubblica.
Importanti informazioni che possono favorire questi obiettivi, si stanno aggiungendo al già noto, ad esempio che la resistenza all’insulina (IR) associata a iperinsulinemia (Hypein) può rappresentare un fattore di rischio indipendente nell’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Una condizione, quest’ultima, che la scienza ha già definito una pandemia silenziosa in funzione dei numeri: una prevalenza in continua crescita nei paesi sviluppati e in via di sviluppo che interessa oltre il 51% della popolazione generale attuale.
L’IR/Hypein è promotrice dello sviluppo del diabete di tipo 2, alterazioni cardiovascolari, tumori, disturbi neurologici e senescenza cellulare, tuttavia queste implicazioni non sono ancora adeguatamente state prese in carico dal mondo clinico, scientifico e accademico.
Ciò significa che la popolazione che presenta IR/Hypein non viene sottoposta a screening o a un appropriato trattamento, anche preventivo. Invece possibile.
Le opportunità terapeutiche
Ci sono, sono numerose e diversificate. Ad esempio sono disponibili agenti, da farmaci e sostanze naturali che in sinergia con la correzione dello stile di vita, laddove necessario, possono contribuire efficacemente al controllo/riduzione del rischio di sviluppare la condizione associata IR/Hypein, dimostrata da studi sperimentali in vitro e in vivo come anche da studi clinici.
Tra le opportunità si annoverano farmaci, in particolare SGLT2 Is, GLP-1A e metformina e tra i rimedi naturali Berberina, Silimarina, Quercetina, L-Arginina, fra le principlai.
Oltre al ricorso a terapia mirate, gli autori dello studio sottolineano la necessità di studi e ricerche a supporto della conferma della relazione IR/Hypein come elemento critico e indipendente nel promuovere lo sviluppo di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e altre patologie non cardiovascolari.
Le conseguenze (positive)
Arrivare a identificare la popolazione a rischio per IR/Hypein, tramite screening di massa, ha ricadute positive per l’inteo sistema: migliora la qualità della vita della popolazione in generale che può ricevere appositi consigli sulla correzione di stili di vita sbagliati se necessario in ottica preventiva, favorisce una rapida presa in carico delle persone a rischio, quindi potenzialmente contribuendo a ridurre i costi sanitari diretti e indiretti in un sistema già sofferente di risorse.
Tenuto conto che malattie cardiovascolari, tumori, disturbi cognitivi e demenza sono elementi chiave della salute globale in una società che invecchia, fornire cure adeguate e sostenibili rappresenta una grande sfida. Un dovere clinico, oltre che etico ed economico.
Fonte
Fazio S, Affuso F, Cesaro A et al. Insulin Resistance/Hyperinsulinemia as an independent risk factor that has been overlooked for too long. Biomedicines, 2024,12,1417. Doi: https:// doi.org/10.3390/biomedicines12071417