Negli ultimi anni, l’interesse verso il ruolo dell’intestino nella regolazione della salute sistemica ha avuto una crescita esponenziale, soprattutto in ambito di medicina integrata, grazie alle nuove scoperte scientifiche pubblicate negli ultimi anni.
Barriera dinamica
La mucosa intestinale è molto più di una semplice superficie assorbente: è una barriera dinamica che regola selettivamente il passaggio di nutrienti, mantenendo al contempo fuori agenti patogeni e molecole potenzialmente dannose. Le giunzioni strette (tight junctions) tra le cellule epiteliali rappresentano la chiave strutturale di questa funzione. Numerosi fattori possono compromettere l’integrità delle giunzioni strette, tra cui:
Disbiosi intestinale
Diete ricche di alimenti ultraprocessati
Stress cronico e cortisolo elevato
Farmaci FANS, alcol, infezioni intestinali
Componenti alimentari come la gliadina, frazione del glutine (nei soggetti predisposti)
Quando queste giunzioni vengono alterate, si instaura una condizione di iperpermeabilità intestinale, che consente il passaggio nel circolo sistemico di antigeni, tossine e batteri in grado di attivare il sistema immunitario e promuovere infiammazione cronica.
Gli agenti infiammatori
Numerosi studi hanno evidenziato la correlazione tra il concetto di permeabilità intestinale aumentata – nota anche come Leaky Gut Syndrome – e numerose condizioni croniche di tipo infiammatorio, immunologico e metabolico. Al centro di questa complessa interazione troviamo:
la zonulina, una proteina chiave coinvolta nel controllo dell’integrità della barriera intestinale;
il glutine come potenziale trigger ambientale (nei soggetti predisposti);
condizioni come la sensibilità al glutine non celiaca (NCGS).
Zonulina: il regolatore della permeabilità intestinale
La scoperta della zonulina da parte del team del prof. Alessio Fasano ha segnato una svolta nella comprensione della fisiopatologia dell’intestino permeabile (leaky gut). La zonulina agisce infatti come un modulatore endogeno delle giunzioni strette: quando viene rilasciata in eccesso, queste giunzioni si allentano temporaneamente, aumentando la permeabilità. Stimoli come infezioni intestinali, alterazioni del microbiota e, soprattutto, componenti alimentari come il glutine, possono attivarne il rilascio.
Il glutine come trigger ambientale
Il glutine, un complesso proteico contenuto in cereali come frumento, orzo e segale, è riconosciuto come uno dei principali induttori del rilascio di zonulina, non solo nei soggetti celiaci, ma anche in individui geneticamente predisposti o con disbiosi. Anche in assenza di celiachia conclamata, l’esposizione cronica al glutine può compromettere l’integrità della barriera intestinale e innescare risposte immunitarie sistemiche.
Sensibilità al glutine non celiaca e attivazione immunitari
La sensibilità al glutine non celiaca (NCGS) è una condizione caratterizzata da sintomi gastrointestinali ed extraintestinali legati all’assunzione di glutine, ma in assenza dei marcatori tipici della celiachia (anticorpi anti-transglutaminasi e atrofia dei villi). Studi recenti hanno evidenziato come in questi pazienti vi sia un aumento dei livelli plasmatici di zonulina e una maggiore permeabilità intestinale. Sebbene il meccanismo patogenetico non sia ancora completamente chiarito, l’ipotesi prevalente è che il glutine agisca da attivatore di una risposta immunitaria innata, sostenuta proprio dall’alterazione della barriera.
La patogenesi
L’iper-permeabilità intestinale non si limita a provocare sintomi locali. Le molecole che attraversano la mucosa intestinale alterata possono innescare una risposta infiammatoria sistemica, contribuendo alla patogenesi di condizioni come sindrome dell’intestino irritabile (IBS), disturbi neuroinfiammatori, malattie autoimmuni, disordini metabolici e dermatiti croniche. In questi scenari, la zonulina diventa non solo un marcatore di danno, ma un potenziale target terapeutico.
Approccio integrato alla gestione dell’intestino permeabile
Nei soggetti in cui si sospetta un’aumentata permeabilità intestinale, l’intervento più efficace è la rimozione dei fattori scatenanti, tra cui:
Alimenti irritanti per la mucosa (glutine, latticini industriali, zuccheri raffinati);
Farmaci gastrolesivi (FANS, alcol)
Disbiosi intestinale
In un’ottica di medicina integrata, l’obiettivo non è solo ridurre la sintomatologia, ma ripristinare attivamente la funzione di barriera attraverso:
Modulazione nutrizionale (dieta FODMAP priva di glutine o a ridotta introduzione)
Prebiotici e probiotici mirati
Integrazione con polifenoli, L-glutammina, acidi grassi omega-3
Gestione dello stress, che influisce direttamente sull’asse intestino-cervello e sull’aumento dell’infiammazione intestinale (e di conseguenza l’aumento della secrezione di zonulina).
La valutazione, da parte di uno specialista, di eventuali intolleranze, squilibri del microbiota e infiammazione sistemica può orientare un percorso terapeutico su misura, sostenendo il recupero della salute intestinale come chiave per il benessere dell’intero organismo.
Una sfida clinica
In conclusione, l’intestino permeabile rappresenta oggi una sfida clinica e scientifica in rapida evoluzione. La crescente comprensione del ruolo della zonulina e dell’interazione tra alimentazione, barriera intestinale e risposta immunitaria apre nuove prospettive nella prevenzione e nella gestione integrata di numerose patologie croniche. La connessione tra intestino permeabile, zonulina e sensibilità al glutine suggerisce, inoltre, un’interazione dinamica tra dieta, barriera intestinale e sistema immunitario. Nell’ottica della medicina integrata, riconoscere e trattare precocemente l’aumentata permeabilità intestinale – soprattutto in soggetti con sintomi aspecifici e infiammazione cronica di basso grado – può quindi rappresentare un’opportunità clinica concreta. L’adozione di strategie personalizzate, volte al riequilibrio della barriera intestinale e della risposta immunitaria, costituisce per tanto una frontiera promettente per la gestione integrata di molte condizioni croniche e funzionali.
Zonulina e marcatori di disfunzione intestinale
In soggetti con leaky gut, i livelli sierici di zonulina, LPS (lipopolisaccaridi batterici) e FABP2 (Fatty Acid Binding Protein 2) risultano spesso aumentati. Questi biomarcatori sono sempre più utilizzati in medicina integrata per monitorare lo stato di salute della barriera intestinale e guidare approcci terapeutici personalizzati.
Sindrome Leaky gut: come riconoscerla?
Il termine “intestino permeabile” non indica una diagnosi ufficiale, bensì una condizione funzionale. Ecco alcuni segni e sintomi frequentemente associati:
Gonfiore e disbiosi ricorrente
Intolleranze alimentari multiple
Affaticamento cronico
Mente annebbiata (brain fog)
Dolori articolari o muscolari
Sintomi cutanei (eczema, dermatite)
Infiammazione sistemica di basso grado
Pur non essendo specifici, la loro coesistenza può suggerire un’alterazione della barriera intestinale. Una valutazione con test mirati (zonulina fecale o sierica, LPS, sCD14 – prescritti da medici specialisti) può essere utile per andare a identificare questa eccessiva permeabilità intestinale.
Fonti
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