Nel microbiota intestinale di pazienti con disturbo depressivo maggiore (MDD) è stato identificato un numero sensibilmente inferiore di lattobacilli e Bifidobacterium rispetto a soggetti sani. Questo dato ha invitato un gruppo di ricercatori giapponesi a indagare il potenziale impatto del ceppo probiotico Lacticaseibacillus paracasei ceppo Shirota (LcS; basonym, Lactobacillus casei) nel ridurre i sintomi depressivi associati a due specifiche patologie: il disturbo depressivo maggiore e il disturbo bipolare (BD). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Microrganisms (Effect of Lacticaseibacillus paracasei strain Shirota on improvement in depressive symptoms, and its association with abundance of Actinobacteria in gut microbiota).
Unitamente alle terapie farmacologici in atto e più tradizionali, a una piccola selezione di pazienti (18 in totale, 14 femmine e 4 maschi, di cui 15 con MDD e 3 con BD) sono stati quotidianamente somministrati 80 mg di latte fermentato con LcS, per almeno 8×1010 cfu/die di probiotico per 12 settimane, con l’obiettivo di valutare possibili cambiamenti nei sintomi psichiatrici, ovvero la gravità misurata secondo la Hamilton Depression Rating Scale, le variazioni nella composizione del microbiota intestinale e nei marcatori biologici di permeabilità intestinale e infiammazione.
I risultati dell’indagine
Al termine delle 12 settimane di trattamento integrato con LcS si è osservata la riduzione del punteggio totale rispetto alla Hamilton Depression Rating Scale, progressiva nel tempo, già apprezzabile a 6 settimane (p=0,056) di terapia, ha acquisito elevata significatività a fine trattamento (p<0,001), con ripercussioni benefiche anche sulla qualità della vita, in primo luogo un miglioramento della qualità del sonno.
Inoltre, lo studio ha evidenziato esiti più importanti sul contenimento/diminuzione dei sintomi depressivi in presenza dell’incremento di attinobatteri, già noti per il ruolo nel mantenimento dell’omeostasi intestinale. Nello specifico con Bifidobacterium e cluster di Atopobium del phylum di Actinobacteria mantenuti stabili o numericamente aumentati. Evidenza che fa dunque ipotizzare una relazione tra questa specifica popolazione di batteri e L. casei Shirota, sinergicamente efficaci nel trattamento dei sintomi depressivi. Di contro, non sono stati osservati cambiamenti significativi nella permeabilità intestinale o nei marker di infiammazione.
In conclusione
I dati emersi rinforzerebbero l’ipotesi che LcS possa contribuire a migliorare i sintomi depressivi attraverso la modulazione dell’asse intestino-cervello, indissolubilmente dipendente. Una relazione condivisa anche dagli italiani: secondo una survey condotta dall’Istituto Dynata per Yakult Europe il 92% degli intervistati, ritiene infatti che l’intestino influenzi non solo il benessere generale, ma anche l’umore. Se l’efficacia di LcS fosse confermata da ulteriori studi, si aprirebbe una possibile via di trattamento integrato a basso costo per gli oltre 300 milioni di persone che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, soffrirebbero nel mondo, di disturbi dell’umore.
Fonte:
- Otaka M, Kikuchi-Hayakawa H, Ogura J et al. Effect of Lacticaseibacillus paracasei strain Shirota on improvement in depressive symptoms, and its association with abundance of Actinobacteria in gut microbiota. Microorganisms 2021, 9, 1026.