La musica non cura solo l’anima, ma anche il corpo. Di recente, a Ceglie Messapica, si è discusso di questo argomento nel corso del convegno “Teorie, tecniche e ricerca in musicoterapia“, per evidenziare come la musica possa aiutare a migliorare, mantenere o recuperare le funzioni cognitive, emozionali e sociali, oltre a rallentare la progressione di determinate malattie. 

Un forte supporto cognitivo

Interessante l’intervento del professor Paolo Maria Rossini, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Raffaele di Roma, che ha spiegato come: «La percezione e l’elaborazione della musica da parte del cervello e, in generale, le correlazioni neurali con essa rappresentano un campo di ricerca di grande interesse e importanza nell’ambito delle scienze cognitive».

Con pazienti affetti da disturbi motori o da demenza, così come nel caso di bambini con capacità speciali, la musicoterapia, supportando le terapie cliniche tradizionali, si rivela utile in quanto capace di attivare quasi tutte le regioni del cervello, aiutando, in particolare, a recuperare attività linguistiche e motorie. 

«Quando si fa o si ascolta musica si mettono in azione regioni del cervello coinvolte nelle emozioni, nella conoscenza e nel movimento. Ciò favorisce la neuro-plasticità, compensando così i deficit delle regioni cerebrali danneggiate -ha sottolineato il prof. Rossini-. Da un punto di vista cognitivo, gli effetti della musicoterapia sembrano avere specifici effetti protettivi sulla memoria autobiografica, episodica e sulla influenza verbale (l’abilità di trovare i termini e le parole giuste per esprimersi). L’efficacia maggiore, però, è stata riscontrata soprattutto sui sintomi comportamentali, nella cui gestione la musicoterapia raggiunge la sua massima applicazione. Risultati promettenti sono stati osservati contro la depressione, l’agitazione, l’aggressività, l’irritabilità e l’apatia». 

Il caso dell’ASL di Brindisi

Il progetto di ricerca sulla musicoterapia, che ha coinvolto l’ASL di Brindisi, la Fondazione San Raffaele e il Conservatorio “Tito Schipa”, è stato presentato da Giuseppe Spedicati, vice direttore del “Tito Schipa” di Lecce: «L’obiettivo è migliorare la qualità della vita dei partecipanti, ma anche contribuire alla ricerca nel campo della salute neurologica e fisica agendo sulla stimolazione cognitiva e sulla psicomotricità dei pazienti in riabilitazione, unendo la potenza della musica all’innovazione scientifica».

I destinatari dell’iniziativa saranno adulti, ragazzi e bambini con malattie neurologiche, lesioni spinali, malattie cerebrovascolari, problemi di linguaggio, psicomotori, sensoriali, autismo.

Per ognuno sarà previsto un percorso personalizzato che consideri le specifiche esigenze di ciascun paziente. Infine, ha salutato l’iniziativa Maurizio De Nuccio, Direttore Generale dell’ASL di Brindisi: «Come ASL supporteremo questo progetto con grande entusiasmo, confrontandoci anche personalmente con musicisti e medici sul decorso e i risultati».