Agiscono anche sulla composizione del latte materno. Alcuni studi italiani dimostrerebbero la “bontà” dei probiotici assunti in gravidanza e durante l’allattamento.

La presenza di specifiche popolazioni batteriche avrebbe, infatti, la capacità di migliorare la composizione del microbiota del latte, potenziando ulteriormente la funzionalità “immunizzante” per il neonato contro il rischio di patologie gastrointestinali e batteriche, altamente prevalenti in età pediatrica. Le evidenze da lavori di ricerca su Pharmacological Research e Nutrients.

Ceppi batterici, tempo di assunzione e tipologia di parto

I probiotici svolgono un effetto comunque positivo sulla salute. Tuttavia, pensando specificatamente alla dolce attesa e ai mesi immediatamente successivi, esistono alcune variabili che possono migliorare ulteriormente i benefici: l’assunzione nel periodo perinatale e durante l’allattamento e il parto per via vaginale, ade esempio.

In presenza di queste condizioni i probiotici aumenterebbero i livelli di bifidobatteri e lattobacilli nel latte materno, influendo quindi positivamente sulla composizione del microbiota del latte materno.

I probiotici, quindi, capaci di regolare i livelli di molecole immunitarie e immunomodulanti nel latte materno e di modulare le citochine nella ghiandola mammaria, a catena potrebbero favorire anche la migliore composizione del microbiota del bambino, agire sulla sintesi dell’immunoglobulina A secretoria (sIgA) nella mucosa intestinale, svolgere un effetto di contenimento del rischio di eczema e dermatite atopica ma anche dei sintomi gastrointestinali. Alcune delle problematiche a maggiore prevalenza e incidenza in età neonatale/pediatrica.

Non tutti i batteri sono uguali

Dagli studi italiani emergerebbe che una maggiore e migliore azione sul microbiota del latte materno, è prodotta da probiotici contenente otto differenti specie batteriche: Streptococcus thermophilus NCIMB 30438, Bifidobacterium breve NCIMB 30441, Bifidobacterium longum NCIMB 30435, Bifidobacterium infantis NCIMB 30436, Lactobacillus acidophilus NCIMB 30442, Lactobacillus plantarum NCIMB 30437, Lactobacillus paracasei NCIMB 30439, Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus NCIMB 30440, specificatamente assunti durante l’ultimo periodo della gravidanza e l’allattamento.

Questi, insieme ad altri componenti funzionali, agirebbero migliorando in particolare i livelli di oligosaccaridi e lattoferrina, e quindi del microbiota del latte materno.

L’azione tuttavia non è egualitaria; sono rilevabili infatti alcune differenze legate, come anticipato, alla tipologia di parto: lo studio randomizzato e in doppio cieco, descritto in Pharmacological Research, condotto su 66 donne sane in gravidanza, di età compresa tra 18 e 45 anni, candidate a ricevere giornalmente la supplementazione con probiotico orale o un placebo, a partire dalla 36a settimana di gestazione e fino a 4 settimane dopo il parto, mostra ad una analisi real-time PCR convenzionale e quantitativa una quantità significativamente più elevata di lattobacilli e di bifidobatteri nel colostro e nel latte maturo delle donne che assumevano il probiotico rispetto a al gruppo placebo, che avevano partorito con parto naturale. Effetti, tuttavia, non osservabili in caso di parto con taglio cesareo.

Di contro l’effetto migliorativo dei livelli di oligosaccaridi e di lattoferrina, derivanti dall’assunzione di probiotici, sarebbe sovrapponibili nelle donne del gruppo probiotico e con placebo, indipendentemente dalla modalità di parto. L’assunzione di probiotici si è attestata sicura, non associata a effetti collaterali indotti.

Ulteriori dati positivi

Lo studio su Nutrients ha voluto invece indagare l’azione dell’assunzione di probiotici formulati con gli otto batteri citati, sulle citochine e sull’immunoglobulina A secretoria (sIgA) nel latte materno e nelle feci dei neonati.

Si confermerebbe la capacità di influire su diverse citochine, ad esempio è risultata superiore la concentrazione di IL6 nel colostro nelle donne che hanno ricevuto il probiotico e di IL10 e TGFβ-1 nel latte maturo, rispetto a quelle in placebo.

Mentre, non si rileverebbero differenze statisticamente significative tra i due gruppi per quanto riguarda i valori medi di sIgA nel latte materno.

In termine di sicurezza, il probiotico è stato ben tollerato, senza effetti avversi in donne e neonati, ma con effetti protettivi maggiori per questi ultimi: i neonati delle donne trattate con il probiotico hanno fatto registrare minori episodi di coliche e di rigurgito, dove l’assunzione di probiotico secondo una analisi statistica sembra essere l’unico fattore con impatto significativo su questi sintomi.

Fonti

Mastromarino P, Capobianco D, Miccheli A, et al. Administration of a multistrain probiotic product (VSL#3) to women in the perinatal period differentially affects breast milk beneficial microbiota in relation to mode of delivery. Pharmacol Res. 2015, 95-96:63-70. Doi: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1043661815000523?via%3Dihub

Baldassarre ME, Di Mauro A, Mastromarino P,et al. Administration of a multi-strain probiotic product to women in the perinatal period differentially affects the breast milk cytokine profile and may have beneficial effects on neonatal gastrointestinal functional symptoms. A Randomized Clinical Trial. Nutrients. 2016;8(11):677. Doi:  https://www.mdpi.com/2072-6643/8/11/677