Il 4 marzo, che coincide con la Giornata Mondiale dell’Obesità, verrà presentato il “Manifesto per il contrasto all’obesità, come malattia cronica da affrontare in maniera sinergica multidisciplinare e olistica, libera da pregiudizi, stigma e discriminazione”, realizzato dall’Italian Obesity Network e sottoscritto da oltre 20 organizzazioni rappresentative del mondo medico-scientifico, delle istituzioni e dei pazienti. 

Il Manifesto di quest’anno rappresenta un aggiornamento di quello del 2018 e poggia su 4 punti chiave: dare priorità all’obesità come malattia non trasmissibile, ovvero ottenere l’inclusione governativa e parlamentare e del sistema sanitario dell’obesità come malattia cronica non trasmissibile a sé stante; costruire percorsi di alfabetizzazione sanitaria volti a combattere lo stigma e la discriminazione di cui sono vittime i pazienti obesi; ottimizzare le strategie di prevenzione, puntando a raccolta dati e ricerca e, infine, migliorare i servizi alla persona con obesità affinchè le persone a rischio abbiano accesso ai servizi sanitari adeguati nel corso della vita e ad un supporto privo di pregiudizi. 

A dare concretezza, anche politica, al Manifesto, la mozione a firma delle Senatrici Daniela Sbrollini ed Elena Murelli che intende mettere i punti espressi nel Manifesto al centro di un’azione politica.

Ancora, in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità 2024, verrà pubblicato da OPEN – Obesity Policy Engagement Network, il White Paper “The Need for a Strategic, System-wide Approach to Obesity Care”, che evidenzia gli ostacoli alla diagnosi, al trattamento e alla gestione dell’obesità, le lacune che permangono rispetto a questa malattia nell’alfabetizzazione sanitaria, nonché la carenza di ricerca e di finanziamenti, sottolineando le azioni prioritarie da intraprendere. 

Troppo a lungo l’obesità è stata considerata una condizione associata a scorretti stili di vita, contrassegnata da un evidente aumento di peso. Oggi sappiamo – ed è stato anche riconosciuto – che l’obesità è una malattia cronica recidivante che ha un’eziologia multifattoriale che espone i soggetti ad un aumentato rischio cardiovascolare, respiratorio, di insorgenza del diabete tipo 2 e finanche ad una serie di tumori.

L’eccesso ponderale è dunque solo la punta dell’iceberg di una patologia caratterizzata da problemi funzionali e organici.

Lo scenario globale e la situazione italiana

A livello globale si contano oggi 800 milioni di persone con obesità, un numero questo che rischia di aumentare quasi di 2,5 volte in poco più di un decennio: accreditate stime parlano di 1,9 miliardi di obesi entro il 2035, con un impatto economico globale di 4,32 trilioni di dollari.

Cifre spaventose che obbligano una riflessione urgente e la messa in campo di iniziative finalizzate al suo contrasto.

A livello italiano l’11,4% della popolazione è obesa; sedentari oltre 21 milioni di persone, ovvero il 37,2% della popolazione. Ancor più preoccupante il dato relativo all’obesità infantile, estremamente marcata in alcune regioni del Sud, Campania in primis che detiene il triste primato con il 44% dei bambini con obesità.

La proposta di legge dell’Onorevole Pella

«La Giornata Mondiale dell’Obesità, istituita nel 2015, rappresenta un momento importante per prendere atto di un’emergenza globale, che interessa anche il nostro Paese, e per attivare percorsi concreti per contrastarla e prevenirla», ha dichiarato l’Onorevole Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie non trasmissibili. «Il mondo sta vivendo una trasformazione epocale di tipo demografico, sociale, economico e ambientale. L’epidemia dell’obesità e delle malattie non trasmissibili, insieme all’invecchiamento della popolazione, minaccia seriamente i sistemi sanitari. Riconoscere l’obesità come una vera e propria malattia e affrontarla come una priorità nazionale è il principale contenuto della proposta di legge, a mia prima firma, che attualmente stiamo discutendo in Commissione XII e presto spero potrà approdare in Aula per la sua approvazione». 

L’approvazione di una legge sull’obesità, prima a livello globale, potrebbe rappresentare una milestone dalla quale partire per poter rivoluzionare i paradigmi di prevenzione, diagnosi e cura.

Oggi la sfida della salute si gioca prioritariamente su prevenzione e ricerca in un’ottica sempre più One Health. Un elemento ancora più pregnante nel caso dell’obesità in cui è fondamentale associare una educazione a corretti stili di vita e alimentari al sostegno psicologico. L’obesità rappresenta una sfida irrisolta, che pesa sui bilanci familiari e sanitari.

La legge è fondamentale perché se non la si riconosce e accetta come malattia, allora l’inserimento nei LEA e nel Piano Nazionale delle Cronicità rimarranno solo buone intenzioni, è stato ricordato. 

Lavorare insieme per affrontare la sfida dell’obesità

«Prevenire l’aumento di peso e il riacquisto di peso sono impegni essenziali per centrare gli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e per far sì che sia efficace il trattamento dell’obesità, malattia responsabile di una percentuale significativa di malattie non trasmissibili, tra cui quelle cardiovascolari, diabete, malattie del fegato e molti tipi di cancro», ha sostenuto il Professor Luca Busetto, Vice-President for the Southern Region of the European Association for the Study of Obesity, «È anche accertato scientificamente che l’eccesso di peso rappresenta un fattore predittivo per lo sviluppo di complicanze, e l’aumento di mortalità, da Covid-19. È ora che l’obesità venga considerata una priorità sociosanitaria da tutti gli attori coinvolti, per il presente e il futuro del nostro sistema». 

«Siamo in un momento cruciale per affrontare la sfida dell’obesità», ha rimarcato il Professor Paolo Sbraccia, Vice Presidente IBDO Foundation «Nonostante il crescente riconoscimento come malattia cronica, l’obesità continua a rappresentare una crisi sanitaria globale. Tutte le parti interessate – operatori sanitari, responsabili politici, cittadini – devono lavorare insieme per incrementare la consapevolezza sulle cause e sull’impatto dell’obesità e trovare soluzioni per migliorare lo stato della cura di questa malattia in tutto il mondo. Attualmente, gli elevati costi associati alla prevenzione e al trattamento fanno sì che, in molti paesi, la cura dell’obesità non riceva un’attenzione adeguata. In futuro, i sistemi sanitari nazionali dovranno adottare nuovi modelli di erogazione dei servizi sanitari che seguano le indicazioni dell’OMS. La cura dell’obesità richiede lo stesso livello di urgenza riservato alle altre malattie non trasmissibili, per le quali un accesso equo alle cure, la centralità della persona e la presenza di risorse adeguate costituiscono un punto fermo dell’assistenza sanitaria».

Il pieno riconoscimento dell’obesità da parte del Parlamento italiano come malattia è stato un traguardo fondamentale, cui oggi occorre dare seguito. E questo è possibile solo attraverso «un’alleanza tra scienza, istituzioni di pazienti, promuovendo la prevenzione e la lotta allo stigma, ma soprattutto sollecitando affinché la malattia venga inclusa nei LEA per fare in modo che migliaia di persone in grosse difficoltà possano ricevere le cure adeguate e poter affrontare un adeguato percorso di cura. Solo così potremo dire che si vuole realmente combattere l’obesità ormai dilagante nel nostro Paese e in tuto il mondo», ha sottolineato Iris Zani, Presidente di Amici Obesi.