Il diabete, associato a nefropatia e a insufficienza renale cronica tra le principali conseguenze della patologia primaria, rappresenta un contesto clinico ad altra complessità, terapeutica e gestionale.

Pertanto la ricerca indaga anche su soluzioni di supporto alle terapie standard; un rimedio della medicina tradizionale cinese, a base di Rehmannia, sembra poter contribuire al controllare alcuni parametri clinici, ad esempio eGFR (velocità di filtrazione glomerulare) e albuminuria.

Lo studio ad opera di ricercatori cinesi è stato pubblicato su Clinical Journal of the American Society of Nephrology.

La Rehmannia glutinosa, liu wei di huang wan (LWDHW) 

Il rimedio, noto anche come Rehmannia-6, ampiamente utilizzato nella medicina tradizionale cinese nel trattamento delle malattie metaboliche, è stato oggetto di osservazione di uno studio cinese, randomizzato, in cieco, controllato, parallelo, multicentrico che ne ha voluto testare l’efficacia in pazienti con diabete e insufficienza renale cronica, in particolare su specifici parametri: l’eGFR e l’albuminuria.

Sono stati così reclutati 148 pazienti adulti, di età media 65 anni provenienti da cliniche ambulatoriali, con diagnosi di diabete di tipo 2, e valori di eGFR di 30-90 ml/min per 1,73 m2, albuminuria e rapporto creatinina/creatinina (UACR) di 300-5.000 mg/g, con valori medi rispettivamente di 56,7 ml/min per 1,73 m 2 e 753 mg/g.

Questi pazienti sono stati candidati a ricevere, in un rapporto 1:1, un trattamento aggiuntivo con LWDHW, cioè formulazioni a base di Rehmannia-6 sotto forma di granuli orali, per 48 settimane alla terapie protocollare o la sola terapia standard.

Finalità dello studio: valutare innanzitutto (end-point primario) la pendenza della variazione dell’eGFR e del rapporto albumina/creatinina urinario (UACR) all’inizio e alla fine del trattamento del trattamento, la sicurezza e l’uso concomitante di farmaci (end-point secondari).

I risultati 

Lo studio ha fatto osservare per l’eGFR una variazione di pendenza stimata a -2,0 (intervallo di confidenza [CI] al 95%, da -0,1 a -3,9) e -4,7 (IC al 95%, da -2,9 a -6,5) ml/min per 1,73 m2 nei pazienti in trattamento con Rehmannia-6 rispetto alla sola terapia standard. Inoltre, nel cluster di pazienti sottoposto a terapia tradizionale, si è osservato un conseguente calo di 2,7 ml/min per 1,73 m 2 per anno di età (IC al 95%, da 0,1 a 5,3; P = 0,04).

Relativamente a UACR, la proporzione stimata nella pendenza del cambiamento è stata rispettivamente di 0,88 (IC al 95%, da 0,75 a 1,02) e 0,99 (IC al 95%, da 0,85 a 1,14) nei pazienti in trattamento con la formula LWDHW versus la sola cura standard.

I risultati, invece, non fanno rilevare una significatività statistica in termine di differenza proporzionale tra gruppi (0,89, incremento più lento dell’11% nella medicina cinese aggiuntiva, IC al 95%, da 0,72 a 1,10; P = 0,28).

Per quanto riguarda infine la sicurezza, sono stati registrati 85 eventi avversi in 50 partecipanti, di cui 22 [31%] nel gruppo trattato con il rimedio della medicina cinese rispetti a 28 [36%] nel gruppo in trattamento convenzionale. 

In conclusione

A seguito dei risultati emersi vi sarebbe una prima indicazione, da confermare con ulteriori studi vista la “casistica” estremamente ridotta, che LWDHW in associazione alla terapia standard possa essere considerata una opzione utile al controllo di eGFR in pazienti con diabete di tipo 2 ed insufficienza renale cronica.

Fonte

Chan KW, Kwong ASK, Tan KGB et al. Add-on Rehmannia-6-based chinese medicine in type 2 diabetes and CKD: a multicenter randomized controlled trial. Clin J Am Soc Nephrol, 2023, 18(9):1163-1174. Doi: doi: 10.2215/CJN.0000000000000199