L’ossigeno-ozono terapia viene utilizzata da decenni per curare patologie dolorose di diverso tipo. Si tratta di una pratica indolore e sicura, che potrebbe prendere sempre più piede come integrazione nelle cure tradizionali per risolvere patologie di diversa origine. Approfondiamo il tema in modo più approfondito con il dottor Francesco Capra, medico specializzato in ossigeno-ozono terapia.

Il suo percorso di studi e l’esperienza personale con i pazienti la vede focalizzato in particolare sui disturbi a carico della colonna vertebrale: quali sono le patologie che rispondono meglio al percorso di ossigeno-ozono terapia?

L’uso delle infiltrazioni di ossigeno-ozono per il trattamento di patologie muscolo-scheletriche è sempre più diffuso. Le prime applicazioni intramuscolari di ozono a livello della colonna vertebrale e nei trigger point (letteralmente “punto grilletto”, una zona ischemica, rigida e poco contrattile all’interno di un muscolo scheletrico) in pazienti con lombalgia cronica sono state pubblicate già nel lontano 1989 [1]. Successivamente, negli anni ’90, questa procedura è stata utilizzata anche per il trattamento di poliartrite acuta e cronica (anca, ginocchio, articolazione sacroiliaca e interfalangea), tendinite, epicondilite, sindrome del tunnel carpale e dolore miofasciale [2].

Le malattie della colonna vertebrale (ernia discale, protrusioni discali, discopatie, sindrome delle faccette aricolari) e del ginocchio (gonartrosi e condromalacia rotulea – infiltrazioni intra-articolari e periarticolari) sono i campi di applicazione principali in ambito ortopedico, nei quali l’ozono ha dimostrato grande efficacia [3].

Nella patologia lombare il numero di articoli pubblicati è elevato e i buoni risultati, associati alla sicurezza della tecnica, hanno portato sempre più autori scientifici e clinici a considerare l‘ozonoterapia paravertebrale la prima scelta in caso di fallimento del trattamento conservativo. Nel 1996 è stato dimostrato come l’ozono sia in grado di “disidratare” il contenuto liquido dell’ernia discale, riducendone il volume e di conseguenza il dolore causato dalla compressione meccanica diretta sulle radici nervose [4].

Il trattamento con ozonoterapia sarebbe quindi un’ottima prima scelta grazie ai suoi vantaggi, tra cui [5]:

  • nessun rischio di reazioni allergiche o anafilattiche;
  • possibilità di ripetere il trattamento tutte le volte che lo si ritiene opportuno;
  • inferiore rischio teorico di infezioni dovuto alle proprietà germicide dell’ozono;
  • possibilità di utilizzare un ago più sottile grazie alla fluidità dell’ozono e, quindi, un’iniezione meno traumatica e dolorosa per il paziente;
  • minor disagio post-infiltrazione.

In generale quali sono i tempi di risposta dei pazienti, ovvero quante sedute vengono consigliate?

I benefici del trattamento sulla riduzione del dolore, nella maggior parte dei casi, si possono avvertire dopo circa 7-15 giorni e il ciclo terapeutico necessario è composto da 3-10/15 iniezioni con cadenza mono o bisettimanale a seconda delle necessità specifiche.

Vuole raccontarci un caso esemplificativo di un suo paziente in cui ci sono stati risultati inaspettati oppure estremamente positivi?

Ricordo quanto è capitato a un signore di Rimini, un muratore di 58 anni che per sollevare un infisso si era causato una voluminosa ernia discale lombare espulsa, di ben 22 mm, che toccava una radice del nervo sciatico e gli procurava intensi dolori alla gamba. Non volendosi sottoporre all’intervento chirurgico l’ortopedico gli aveva consigliato di fare un tentativo con l’ozonoterapia. Dopo due settimane di trattamento i dolori hanno iniziato a ridursi, per scomparire completamente in un mese e mezzo. Alla ripetizione della risonanza, 6 mesi dopo, l’ernia discale era completamente riassorbita. Da allora sono passati cinque anni e non ha più subito recidive.

Spesso si parla anche di ossigeno-ozono terapia per la prevenzione. In che senso? Ci sono problemi che possono essere prevenuti grazie a questo percorso?

Il dottor Arthur C. Guyton, docente di Fisiologia Umana e presidente dell’American physiological society (Asp) ha affermato che “Qualunque dolore, sofferenza o malattia cronica è causato anche da una insufficiente ossigenazione cellulare”. Noi sappiamo che l’ozono ha diverse proprietà scientificamente dimostrate, soprattutto antibatteriche e antimicotiche, antivirali, antinfiammatorie, analgesiche, immunomodulanti, cicatrizzanti e antiossidanti e soprattutto migliora l’ossigenazione tissutale.

Fatte queste premesse l’ozonoterapia potrebbe essere di grande aiuto come supporto terapeutico in tutte le situazioni in si cui necessiti di un effetto tra quelli appena indicati. Per quanto riguarda invece l’ambito della prevenzione ancora gli studi sono agli esordi ma spero che nei prossimi anni si possa approfondire anche questo settore di grande interesse ed utilità per tutti noi.

Cos’è l’ossigeno-ozono terapia

Questa terapia prevede l’utilizzo dell’ozono (ottenuto dall’ossigeno medicale tramite un dispositivo medico apposito) come sostanza terapeutica. Dal punto di vista clinico presenta molteplici applicazioni medico-chirurgiche legate alla capacità germicida dell’ozono, agli effetti benefici sulla capacità di modulare l’equilibrio redox, lo stato infiammatorio cellulare e l’adattamento ai processi di ischemia/riperfusione [2, 6-8].

Come funziona

Le forme di applicazione dell’ozono medico sono fondamentalmente tre: topica, infiltrativa e sistemica [9].

Le applicazioni topiche sfruttano il potere germicida dell’ozono e il suo effetto positivo sui processi di guarigione; viene solitamente applicato direttamente, con l’utilizzo di buste con chiusura lampo, oppure utilizzando acqua ozonizzata o oli ozonizzati.

L’ozono infiltrato è utile per il trattamento di malattie muscoloscheletriche come artrite, tendinite, miosite, fascite, neurite o dolore miofasciale.

L’ozonoterapia sistemica consiste nella somministrazione della miscela di gas principalmente attraverso due vie: la via endovenosa indiretta e l’insufflazione rettale. La somministrazione endovenosa indiretta consiste nell’estrarre una determinata quantità di sangue che, all’interno di un circuito chiuso (sono utilizzati dispositivi medici certificati per tale scopo), viene messo a contatto con il gas, che si dissolverà e reagirà in pochi secondi, e immediatamente reinfuso. L’insufflazione rettale consiste nella somministrazione di un clistere gassoso con una sonda nel retto, dove reagisce con il muco rettale e genera perossidi. Questi vengono assorbiti dalla mucosa, raggiungendo il plesso emorroidario e il sistema circolatorio venoso generale come qualsiasi altro trattamento rettale.

Chi è Francesco Capra

Laureato in Medicina e Chirurgia e in Fisioterapia presso l’Università degli Studi di Bologna, ha seguito dei corsi di aggiornamento post-universitari inerenti la medicina manuale vertebrale, la rieducazione posturale e l’ozonoterapia e le tecniche infiltrative per il trattamento conservativo dei disturbi a carico della colonna vertebrale.
È socio ordinario della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer), Nuova FIO (Federazione Italiana Ossigeno-ozono) e Fondazione AMOR (Associazione Medici Ossigeno ozonoterapia e Ricerca).

Bibliografia

  1. Verga C. (1989). Nuovo approccio terapeutico alle ernie e protrusioni discali lombari. Riv. Neuroradiol. 2:148.
  2. Ajamieh HH, Berlanga J, Merino N, Sánchez GM, Carmona AM, Cepero SM, Giuliani A, Re L, León OS. Role of protein synthesis in the protection conferred by ozone-oxidative-preconditioning in hepatic ischaemia/reperfusion. Transpl Int. 2005 May;18(5):604-12. 
  3. Linee guida e buone pratiche in ossigeno-ozono terapia, Aggiornate il 05.10.2019 “Consensus Conference, Roma”
  4. Iliakis E, Valadakis V, Vynios DH, Tsiganos CP, Agapitos E. Rationalization of the Activity of Medical Ozone on Intervertebral Disc A Histological and Biochemical Study. Rivista di Neuroradiologia. 2001;14(1_suppl):23-30.
  5. Andreula CF, Simonetti L, De Santis F, Agati R, Ricci R, Leonardi M. Minimally invasive oxygen-ozone therapy for lumbar disk herniation. AJNR Am J Neuroradiol. 2003 May;24(5):996-1000. 
  6. Peralta C, Xaus C, Bartrons R, Leon OS, Gelpi E, Roselló-Catafau J. Effect of ozone treatment on reactive oxygen species and adenosine production during hepatic ischemia-reperfusion. Free Radic Res. 2000 Nov;33(5):595-605.
  7. Ajamieh, H. H., Menéndez, S., Merino, N., Martínez-sánchez, G., Re, L., & León, O. S. (2003). Ischemic and ozone oxidative preconditioning in the protection against hepatic ischemic-reperfusion injury. Ozone Science & Engineering, 25(3), 241-250.
  8. Bocci, Velio. Oxygen-ozone therapy: a critical evaluation. Springer Science & Business Media, 2002.
  9. Baeza J., Cabo J. R., Gómez M., Menendez S., Re L.. (2015). WFOTs Review on Evidence Based Ozone Therapy. Brescia: WFOT.