Obesità e patologie dell’apparto cardiovascolare sono fra i problemi di salute pubblica che più impegnano il sistema, in termine di costi sanitari, assistenziali, sociali e economici.

Medicina e scienza sono dunque alla ricerca di soluzioni – opportunità e mezzi – che possano supportare gli approcci terapeutici più tradizionali nel miglior controllo di queste patologie, fra loro correlate, agendo ad esempio su alcuni fattori modificabili, la correzione degli stili di vita in primis ed in particolare della dieta.

Un recente studio della University of South Australia, pubblicato su Obesity, sembrerebbe dimostrare che le mandorle all’interno di un regime ipocalorico, possano ridurre il peso ponderale e migliorare la salute cardiometabolica

Lo studio

I numeri sono ancora piccoli per poter trarre conclusioni definitive, ma possono rappresentare una preziosa indicazione dell’azione svolta dalle mandorle, associate a una dieta ipocalorica, nella gestione del controllo del peso e del miglioramento cardiometabolico, “misurata” su una popolazione critica.

106 pazienti, di età compresa tra 25 e 65 anni in sovrappeso o obesa, con un BMI tra 27,5-34,9 kg/m2 invitata random a consumare per un periodo di nove mesi una dieta che prevedesse in una prima fase, corrispondente ai primi tre mesi un regime arricchito da mandorle (AED) intere, non salate, con la buccia pari al 15% dell’apporto energetico o che in alternativa poteva essere fornito da snack ad alto contenuto di carboidrati, come gallette di riso o barrette di cereali, una dieta di controllo priva di noci [NFD].

A questa fase ne è seguita una seconda di sei mesi in cui i partecipanti sono stati alimentati con una dieta per favorire il mantenimento del peso. Obiettivo stimare appunto l’efficacia delle mandorle sul peso e esiti cardiometabolici, anche in termine di durata nei due gruppi di popolazione.

I risultati

È stato possibile osservare in entrambi i gruppi una perdita di peso sia durante la Fase 1 (p < 0,001) (media [SE], −7,0 [0,5] kg AED rispetto a −7,0 [0,5] kg NFD, p = 0,858) sia nella Fase 2 (p = 0,009) (−1,1 [0,5] kg AED rispetto a −1,3 [0,6] NFD, p = 0,756), con miglioramenti nella percentuale di massa magra dopo la Fase 2 (4,8% [0,3%], p < 0,001).

Ulteriori dati positivi alla fine della Fase 2 e rilevati nei due gruppi, sono stati riferibili alla riduzione della glicemia a digiuno (−0,2 [0,07] mmol/L, p = 0,003), insulina (−8,1 [4,0] pmol/L, p = 0,036), pressione arteriosa (−4,9 [0,8] mm Hg sistolica, -5,0 [0,5] mm Hg diastolica, p < 0,001), colesterolo totale (−0,3 [0,1] mmol/L), lipoproteine a bassa densità (LDL) (−0,2 [0,1] mmol/L), lipoproteine a densità molto bassa (− 0,1 [0,03] mmol/L), trigliceridi (−0,3 [0,06] mmol/L) (tutti p < 0,001) e lipoproteine ad alta densità aumentate (0,1 [0,02] mmol/L, p = 0,011). Inoltre, sono state riscontrate interazioni gruppo per tempo per le concentrazioni di particelle lipoproteiche: molto piccole ricche di trigliceridi (−31,0 [7,7] nmol/L AED rispetto a −4,8 [7,9] nmol/L NFD, p = 0,007), piccole LDL (−109,3 [40,5 ] nmol/L AED rispetto a −20,7 [41,6] nmol/L NFD, p = 0,017) e LDL medio (−24,4 [43,4] nmol/L AED rispetto a −130,5 [44,4] nmol/L NFD, p = 0,045 ).

Tuttavia, a fronte di un miglioramento generale nei due gruppi di popolazione, le mandorle avrebbero confermato una “superiorità” di efficacia. Infatti, tra i suoi consumatori si sarebbero rilevati cambiamenti significativi in alcune sottofrazioni lipoproteiche altamente aterogene, a favore della miglior salute cardiometabolica a lungo termine.

Il merito? Gli autori lo attribuiscono (anche) al contenuto della frutta secca, e tra questa le mandorle, ricche di ottimi ingredienti: proteine, fibre, vitamine e minerali; un pool di sostanza con importanti quantità di grassi insaturi capaci di offrire benefici sul controllo dei livelli di colesterolo nel sangue, alleviare l’infiammazione e contribuire alla salute del cuore.

In conclusione

I dati preliminari dello studio sembrerebbero dimostrare che un regime alimentare AED, a restrizione calorica, può contribuire a promuovere la perdita di peso e successivamente il suo mantenimento, con esiti sovrapponibili a quelli di un regime NFD, agendo entrambi positivamente anche sulla salute cardiometabolica.

Se ulteriori studi dovessero confermare tali evidenze di efficacia, le mandorle potrebbero rappresentare uno “strumento” nutrizionale, a basso costo e a buon rendimento, da non trascurare nella programmazione nutrizionale in soggetti problemi di obesità e/o sovrappeso.

Fonte: Carter S, Hill AM, Mead LC et al. Almonds vs. carbohydrate snacks in an energy-restricted diet: Weight and cardiometabolic outcomes from a randomized trial. Obesity, 2023. Doi: https://doi.org/10.1002/oby.23860