Dormire bene è importante per la salute del sistema nervoso e, di conseguenza, di tutto il corpo. Una deprivazione di sonno prolungata, o anche una lieve insonnia, può impattare negativamente sulla qualità di vita del soggetto, squilibrandone anche il sistema immunitario e quindi rendendolo più debole nei confronti delle malattie.

È noto che il ritmo soglio/veglia viene gestito dal ritmo circadiano, a sua volta influenzato da fattori esterni come rapporto ore di luce/buio, variazioni nella temperatura corporea, nella pulsazione e nella pressione sanguigna e nelle secrezioni ormonali. Esistono evidenze che il ritmo circadiano può venire alterato anche dalla dieta del soggetto: la frutta, in particolare, con i suoi polifenoli, sembra favorire un buon sonno.

Proprio la frutta è al centro di una revisione giapponese (Potential of Polyphenols for Improving Sleep: A Preliminary Results from Review of Human Clinical Trials and Mechanistic Insights”), pubblicata su Nutrients, che vuole valutare l’impatto dei polifenoli vegetali sulla qualità del sonno, appunto. Gli autori, in particolare, analizzano alcune specie vegetali, partendo dal caffè. Sebbene la caffeina sia associata a nervosismo, e quindi sconsigliata per un buon sonno, nei semi di caffè la caffeina è affiancata dall’acido clorogenico, sostanza nota per favorire il dimagrimento, migliorare le funzioni cognitive e la cute. Due gli studi nominati dalla revisione, tutti condotti su soggetti sani e con l’uso di te verde decaffeinato: entrambi hanno osservato miglioramenti nella qualità del sonno, con minore difficoltà ad alzarsi la mattina e riduzione della latenza nel sonno, misurata con la polisonnigrafia. Questi risultati su uomo sono poi confermati da molti più studi su modello animale.

Altra sostanza valutata è il resveratrolo, presente soprattutto nella buccia dell’uva e dei bacelli di pisello, nelle bacche di gelso, nel vino e nel te. Anche in questo caso, gli studi su uomo sono pochi, per di più contraddittori tra loro: solo un lavoro su pazienti con epatite, in cura con antivirali, evidenzia un effetto positivo del resveratrolo sulla qualità del sonno, mentre altri lavori su soggetti sani non riescono a evidenziare nulla. È comunque confermato che questa sostanza migliora l’attività cognitiva e sembra anche agire come ansiolotico.

Gli autori si concentrano poi sull’acido rosmarinico, presente nel rosmarino, ovviamente, ma anche in altre erbe aromatiche, come menta, melissa e perilla: in questo caso, esiste un solo studio, randomizzato e controllato, che valuta l’effetto di un estratto acquoso contenente l’acido su qualità del sonno, capacità cognitive e umore. In questo caso, i partecipanti hanno rilevato miglioramenti solo a livello cognitivo. Esistono tuttavia lavori in vitro e su modelli animali che dimostrano la potenzialità dell’acido rosmarinico come agente per favorire il sonno. Tutto da indagare e comprendere meglio, magari individuando il target su cui agire.

Da ultimo, vengono prese in considerazione le catechine, presenti soprattutto nel te: le sostanze per le quali si hanno i risultati meno forti tra quelli già descritti. I risultati di questa revisione narrativa sono senza dubbio limitati dalla scarsezza di studi sul ruolo dei polifenoli su ciclo circadiano e il sonno.

Fonte:

  • Hibi M. Potential of Polyphenols for Improving Sleep: A Preliminary Results from Review of Human Clinical Trials and Mechanistic Insights. Nutrients. 2023 Mar 2;15(5):1257.