L’obesità, come anche il sovrappeso, rappresenta uno “stigma” per la persona che se la porta addosso. Isolata dal tessuto sociale, con gravi difficoltà di integrazione e interazione. Indiscusso il peso psico-emotivo di questa emarginazione, che oltre alle patologie cliniche, sembra impattare anche sulla sopravvivenza.

Un recente studio, cui hanno collaborato ricercatori cinoamericani, pubblicato su JAMA Network Open, dimostrerebbe un rapporto direttamente proporzionale fra minor indice di isolamento sociale o solitudine e riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause

La pandemia del XXI secolo

L’obesità, secondo gli esperti, è orientata verso trend allarmanti. Il Rapporto Barometro dell’Obesità redatto dalla Fondazione IBDO in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave, stima solo in Italia oltre 25 milioni di obesi o in sovrappeso, pari al 47,6% degli adulti, di cui 36,1% in sovrappeso e 11,5% obesi, e al 26,3% di bambini e ragazzi tra 3 e 17 anni, con numeri che raggiungono i 2,2 milioni di casi.

Le proiezioni al 2035 contano il 51% della popolazione globale, oltre 4 miliardi di persone nel mondo, in sovrappeso o con obesità con tassi in rapido aumento tra i bambini e nei Paesi a basso o medio reddito.

Ipercolesterolemia e aumento dei trigliceridi, diabete di tipo 2, ipertensione, sindrome metabolica, patologie cardiache (CVD), ictus, neoplasie: sono alcune delle patologie cui espone l’obesità con aumentato rischio, ulteriormente (ag)gravato dal peso psico-emotivo.

L’isolamento sociale, determinate spesso associato all’obesità, sembra infatti favorire un incremento della mortalità per tutte le cause. Di contro la migliore accettazione della persona obesa da parte del tessuto sociale, impatterebbe anche sulla riduzione del rischio di letalità. Lo attesta un recente studio condotto da enti americani e cinesi, su larga scala.

La ricerca

Può l’aumentato rischio di mortalità legato all’obesità essere attenuato dalla riduzione del tasso di isolamento sociale e solitudine? Partendo da questa relazione i ricercatori hanno analizzato i dati di 398.972 individui con età media 55,85 anni, di cui 220,469 (55,26%) donne, 13734 (3,44%]) asiatici, 14.179 (3,55%) multirazziali e 363.685 (91,16%) bianchi/caucasici, con o senza patologia oncologica o CVD al basale, inclusi nel UK Biobank database.

Sulla totalità dei partecipanti, 93.357 (23,4%) erano obesi/in soprappeso a fronte di 305.615 (76,6%) più in linea con i normali indici di BMI (Indice di Massa Corporea).

Obiettivo dello studio con un follow-up mediano di 12,73 anni, iniziato a marzo 2006 e terminato a novembre 2021, era la valutazione, esito e influenze di uno stato di emarginazione/integrazione sulla moralità per tutte le cause e/o correlata al cancro e CVD.

È stato possibile osservare che l’indice di isolamento sociale e solitudine, pur nella sua variabilità, ha impattato sul rischio di mortalità, con una riduzione per tutte le cause, rispettivamente del 36% e del 9%, nelle persone con obesità rispetto alle persone senza obesità.

L’isolamento si sarebbe dimostrato un determinante superiore alla solitudine, alla depressione, all’ansia e ai fattori di rischio legati allo stile di vita per la stima del rischio di mortalità.

Nel dettaglio: mettendo a confronto partecipanti con obesità con indice di isolamento sociale pari o superiore a 2, gli HR (hazard ratio) aggiustati multivariabili per la mortalità per tutte le cause erano 0,85 (IC al 95%, 0,79-0,91) e 0,74 (IC al 95%, 0,69-0,80) per i partecipanti con obesità e indice di isolamento sociale rispettivamente di 1 e 0 (P per trend < .001), confrontsnfo inve partecipanti con obesità e ndice di solitudine 2, gli HR erano 0,97 (IC al 95%, 0,89-1,06) e 0,86 (IC al 95%, 0,79-0,94) per i partecipanti con obesità e indice di solitudine di 1 e 0, rispettivamente (P per trend < .001). 

In conclusione

Lo studio sembra dimostrare che l’isolamento sociale e la solitudine possano rappresentare un elemento da monitorare in quanto potenzialmente legato alla riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause in persone con obesità e inversamente il miglioramento dell’isolamento sociale e della solitudine sembrano attenuare il livello di rischio di mortalità correlato all’obesità per tutte le cause.

Fonte

Zhou J, Tang R, Wang X et al. Improvement of social isolation and loneliness and excess mortality risk in people with obesity, JAMA Network Open, 2024;7(1):e2352824. Doi:http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.52824