Secondo i dati Istat, nel 2022 il sovrappeso coinvolgeva quasi un italiano su 2 (47,3%) e oltre 5,6 milioni erano gli italiani con obesità, pari all’11,4% della popolazione. Un dato questo in lieve calo rispetto al picco toccato nel 2021, con oltre 6 milioni di italiani obesi (12%).
Permane, tuttavia, un trend in costante crescita, tanto che la percentuale di obesi oggi risulta nettamente superiore a 20 anni fa quando si attestava all’8,5%. Contestualmente, in poco più di un ventennio, è aumentata sensibilmente la percentuale dei grandi obesi, passata dall’1% del 2001 al 2,8% del 2022.
Sono questi alcuni dati diffusi in occasione del 5° Italian Obesity Barometer Summit, dal titolo “No silos, strategie per contrastare l’obesità”, una giornata dedicata (insieme al report) alla memoria della professoressa Simona Frontoni, recentemente scomparsa, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, socia fondatrice di IBDO e Presidente del suo Comitato Scientifico.
Permangono marcate differenze regionali e disuguaglianze sociali
I dati Istat confermano ancora una volta il gradiente geografico, con valori più alti della media nel Mezzogiorno e più bassi al Centro Nord; ancora, le disuguaglianze sociali ed economiche rimangono elementi cruciali: nel 2022 i tassi di obesità delle persone con un elevato livello di istruzione risultavano nettamente inferiori a quelli delle persone meno istruite (6,6% vs 15,9%). Inoltre, i dati confermano che nell’ultimo ventennio le disuguaglianze sociali siano aumentate, con l’obesità in crescita tra coloro che hanno un basso livello di istruzione e, sovente, di reddito.
Sedentarietà e stili di vita
A preoccupare sono poi la sedentarietà – che interessa ben 20 milioni di italiani, pari al 39% della popolazione – in cui i connazionali detengono un triste primato in Europa. Non va meglio con riguardo alle abitudini alimentari, se si pensa che solo il 5% della popolazione consuma le 5 porzioni al giorno di frutta e verdura raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS.
Bambini, adolescenti ed eccesso di peso
A destare particolare allarme è poi la situazione che interessa bambini e adolescenti: nel target 6-10 anni ad essere sovrappeso è più di un bambino su 3, pari al 34,2%; 1 su 4 nel target 11-13 anni (24,9%). L’eccesso di peso nei bambini e negli adolescenti, dopo una flessione sperimentata nel periodo 2010-2018 seguita da una successiva stabilità, è tornato a crescere nel biennio 2020-2021.
L’eccesso di peso dei minori si conferma influenzato negativamente da familiarità e disuguaglianze sociali. Forti anche le differenze regionali: la Campania è bollino nero con una prevalenza di eccesso di peso del 37,4%, più che doppia rispetto a quella della Provincia Autonoma di Bolzano, al 17,8%.
Difficoltà di accesso all’assistenza
La fotografia 2022 restituisce inoltre un quadro a tinte fosche per quanto concerne l’assistenza ai pazienti obesi. Per quanto l’obesità sia ormai riconosciuta come patologia cronica recidivante e non più come ‘condizione’, di fatto non lo è da un punto di vista clinico, ha sottolineato Iris Zani, Presidente dell’Associazione Amici Obesi Onlus.
A seconda della gravità, l’offerta privata è enorme, ma spesso non accessibile ai pazienti, costretti a rimandare le cure e andando incontro ad un aggravamento della propria condizione. I pazienti lamentano l’assenza di un accesso equo ai trattamenti per l’obesità, di LEA dedicati, di reti regionali di assistenza e team multidisciplinari che coinvolgano centri specialistici e medici di medicina generale.
Per combattere l’obesità, necessario un ripensamento radicale
“L’obesità rappresenta una sfida irrisolta di salute pubblica, che troppo spesso viene sottovalutata e ignorata. I problemi di salute correlati si riflettono quotidianamente sulla qualità di vita, sui casi di assenteismo dal lavoro, impattando sui bilanci economici delle famiglie e della spesa pubblica e sanitaria”,ha commentato Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata. “È giunto il momento di mettere in atto soluzioni di politica sanitaria e di governance clinica che siano in grado di dare risposte concrete e soprattutto che coinvolgano l’intera popolazione, partendo dall’inclusione dell’obesità nel Piano Nazionale delle Malattie Croniche al fine di aumentare il supporto e diminuire le disuguaglianze di accesso alle cure sul territorio”.
L’evento è stato realizzato con il supporto scientifico e istituzionale degli Intergruppi parlamentari: obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, qualità di vita nelle città, sanità digitale e terapie digitali, prevenzione delle emergenze e assistenza sanitaria nelle aree interne, Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, Istat, Coresearch, Crea Sanità, Bhave, Università di Roma Tor Vergata – Dipartimento di medicina dei servizi e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk nell’ambito del progetto internazionale Driving change in obesity.