Corretto stile di vita, alimentazione sana, assenza di fumo, costante attività fisica associati, laddove necessario, a farmaci efficaci e più sicuri. È questa la strategia terapeutica per contrastare l’eccesso di peso corporeo evitandone l’evoluzione verso l’obesità, tracciata in “Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica”. Il documento della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec) 2022 è stato recentemente presentato in Senato.

Obesità e rischio cardiovascolare: quale relazione?

Il rapporto fra i due fattori è stretto, di causa-effetto. «L’obesità è un importante amplificatore del rischio cardiovascolare – spiega il professor Massimo Volpe, presidente Siprec – e il consenso è ormai generale nel considerare questa condizione come una patologia cronica, multifattoriale e complessa. L’attenzione all’obesità è ancora sottodimensionata: si tende a rilevarne o associarla in prevalenza agli aspetti estetici, a discapito di complicazioni potenzialmente anche gravi, soprattutto a livello cardiovascolare.

L’obesità inoltre è un trigger per malattie non metaboliche o per la maggiore esposizione al rischio oncologico. Il corretto stile di vita, basato su un’alimentazione sana, l’assenza di fumo, una costante attività fisica, sono in grado di contrastare/ridurre il rischio di sviluppo di questa condizione clinica in combinazione a farmaci, oggi più sicuri».

Come si innesca la relazione cuore-eccesso ponderale? «L’obesità – prosegue Volpe – favorisce lo sviluppo dei maggiori fattori di rischio cardiovascolari: emodinamici e metabolici come ipertensione arteriosa, dislipidemie, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, diabete mellito di tipo 2, come anche di altre condizioni importanti nella fisiopatologia e progressione clinica delle malattie cardiovascolari. Tra queste, la cardiopatia ischemica e lo stroke, la sindrome metabolica, la sindrome da apnee ostruttiva del sonno (OSAS), la disfunzione endoteliale e uno stato di infiammazione cronica, anche a livello vascolare, iperuricemia, intolleranza glucidica e insulino-resistenza.

Infine, in quadri più marcati di patologia, l’obesità aumenta le possibilità di fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, angina microvascolare, ipertensione arteriosa resistente e tromboembolismo polmonare». Una metanalisi di 21 studi condotta nel 2007 dal BMI – CHD Collaboration Investigators in oltre 300mila soggetti adulti con 18mila eventi acuti coronarici ha dimostrato un’alta prevalenza di eventi soprattutto nei pazienti sovrappeso o obesi.

Le malattie non metaboliche

Aumento del rischio di cancro e di malattie reumatiche, malattia renale cronica e patologie respiratorie, maggiore severità dell’osteoartrosi. Sono ulteriori condizioni cliniche che possono essere supportate dall’obesità. «Il grasso corporeo – aggiunge Volpe – nella patologia oncologica sembra associarsi a una prognosi peggiore e mortalità aumentata del 15% a causa dello sviluppo di forme di malattia più aggressive e di difficile cura. Inoltre, favorisce la probabilità di recidive di un pregresso tumore o di complicanze in corso di terapia».

Da qui, la necessità di contrastare l’obesità: «Prevenzione e salvaguardia di un corretto stile di vita – dichiara la senatrice Paola Binetti – rappresentano due capisaldi per la sanità del futuro. Riconoscere l’obesità come vera e propria patologia è la prima azione di prevenzione, fondamentale per evitare il propagarsi di patologie già in aumento, come il diabete. È necessaria l’azione sinergica di attori istituzionali, esponenti della comunità scientifica, del mondo dello sport e dell’informazione nell’incentivare i corretti comportamenti a tutela della salute dei cittadini e pubblica».

I numeri dell’obesità

Favorita da stili di vita sempre meno salutari, e dall’attuale crisi sanitaria, l’incidenza e la prevalenza di sovrappeso e obesità sono in netto incremento nei Paesi Occidentali. Secondo i recenti dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 (29% dei ragazzi e 27% delle ragazze) è in sovrappeso o convive con l’obesità che correlano a oltre 1,2 milioni di decessi, pari a più del 13% della mortalità totale.

Fonte:

  • Bogers RP, Bemelmans WJ, Hoogenveen RT et al. Association of overweight with increased risk of coronary heart disease partly independent of blood pressure and cholesterol levels: a meta-analysis of 21 cohort studies including more than 300 000 persons. Arch Inter Med, 2007, 167(16):1720-8.