Dai comportamenti simili, ma non perfettamente uguali. Come i neuroni anche la popolazione di cellule gliali, cioè cellule non neuronali del sistema nervoso quali oligodendrociti, astrociti e microglia, sembrano avere impatti differenti, eterogenei, sulla fisiologia o su specifiche patologie del sistema nervoso centrale, specie se correlate all’invecchiamento.

i tratta di studi ancora preliminari, ma prime evidenze emergerebbero da ricerche del NICO, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, Università di Torino svolte in collaborazione con alcune Università americane, pubblicate su Nature Communication.

Gli OPC

Sono cellule progenitrici da cui originano gli oligodendrociti e che hanno il compito di produrre la mielina, sostanza necessaria ad assicurare la conduzione fedele e veloce dei segnali fra i neuroni. Se la loro funzione è nota, non è altrettanto chiaro il comportamento. Così un gruppo di ricercatori torinesi e americani, della University of Michigan e della University of Pennsylvania and Children’s Hospital of Philadelphia, si sono chiesti se gli OPC, al pari dei neuroni noti per le differenti e specifiche azioni sul funzionamento del sistema nervoso centrale (Snc) e sulle risposte i danni dell’invecchiamento o da patologia, potessero comportarsi con la stessa eterogeneità dei loro simili.

Ad oggi è chiaro che gli OPC, come i neuroni, non sono tutti uguali, ma molto ancora resta da chiarire. «Uno degli aspetti di eterogeneità degli OPC – spiega la professoressa Enrica Boda, prima autrice del lavoro – è la loro diversa origine di nascita: durante lo sviluppo del Snc, diverse popolazioni di OPC vengono generate a partire da “nicchie” diverse e in tempi diversi. A dispetto di questa diversa origine, tuttavia, nel cervello adulto le differenze fra le popolazioni di OPC non sono così facilmente rilevabili».

Capire e scoprire se le differenze all’origine degli OPC alla nascita possano agire anche a livello funzionale e organico è una sfida clinico-diagnostica importante: gli OPC e gli oligodendrociti sono, infatti, il bersaglio specifico di alcune fra le più diffuse patologie del SNC.

La novità

Lo studio ha fornito una prima interessante informazione: gli OPC ereditano alla nascita una diversità nascosta, cioè una diversa capacità di attivare risposte antiossidanti e, quindi, di sopravvivere in caso di un potenziale danno. Questa innata capacità sembra restare latente fino a quando le cellule non si scontrano con una lesione, un danno al loro Dna appunto.

La scoperta è di grande rilevanza: «Oggi sappiamo che i danni al Dns contribuiscono all’invecchiamento di tutte le cellule – dichiarano i ricercatori – e all’insorgenza delle maggior parte delle patologie del Snc in modo primario o secondario. Aver compreso questo legame consente di definire nel cervello dell’anziano alcune specifiche condizioni patologiche su cui, auspicabilmente, riuscire a disegnare nuovi farmaci e/o approcci terapeutici».

 

Fonte

  • Boda E, Lorenzati M, Parolisi R et al. Molecular and functional heterogeneity in dorsal and ventral oligodendrocyte progenitor cells of the mouse forebrain in response to DNA damage. Nature Communications, 13, Article number:2331, 2022, www.nature.com/articles/s41467-022-30010-6