La storia della nascita dell’Omeopatia in Italia andrebbe rivista. L’occasione per approfondire la genesi della Medicina Omeopatica in Italia si è presentata con la consultazione di un interessante volume antico che raccoglie gli articoli pubblicati, dal 1792, dal bimestrale abruzzese “Commercio Scientifico d’Europa col Regno delle Due Sicilie” (1). La rivista, voluta e edita da Vincenzo Comi, medico e chimico di Teramo, cittadina di provincia posta ai confini del Regno di Napoli, aveva l’obiettivo, in quei tempi di fervore, di promuovere l’aggiornamento della cultura scientifica nell’Italia meridionale. La raccolta si pregia anche di un articolo a firma di Samuel Hahnemann, scritto l’anno precedente il 4 giugno 1791 a Lipsia, dal titolo “Per scoprire nel vino i metalli nocivi alla Salute” (2).
Note
(1) Nel marzo del 1792 Vincenzo Comi dà alla luce il primo volume del bimestrale Commercio Scientifico d’Europa col Regno delle Due Sicilie. Così spiega l’importanza e il fine dell’opera: “L’uomo dotto che abbandonando i calcoli sterili del suo gabinetto, e le meditazioni puramente astratte, entra nel gran mondo a lavorare per i progressi delle scienze e delle arti, a migliorare e semplificare i loro metodi, a fare delle scoperte utili al genere umano, a correggere gli errori, a sbarbicare gl’invecchiati pregiudizii, è un uomo che va a rendersi venerabile presso i popoli e presso la posterità più remota, uomo che a dispetto dei secoli assicura l’eternità della sua gloria, fecondatrice del genio ricercatore”.
(2) Per un refuso tipografico il prenome dell’autore dell’articolo è erroneamente indicato con la consonante D. anziché S.
(3) Opere Complete di Vincenzo Comi, pag 247, articolo III del Sig. Hahnemann. Biblioteca provinciale, Fondo Delfico, Teramo.
(4) “…incomincio dalla parte teorica dicendovi che nel 1822 trovandomi in virtù di Real Decreto Presidente della Real Accademia delle Scienze, ci vennero donate dal B.ne general Koller le opere del Dott. Hahnemann allora pubblicate. Onde pregai il socio Seg. Schoemberg a farne rapporto… ignorata io della lingua tedesca…” scriveva Melchiorre Delfico in una lettera catalogata dall’Archivio di Stato di Teramo Omiopatia, medicina della Specificità, busta 16, Fasc. 172.
(5) “quando potei ristringere tra le mie braccia l’unico mio nipote, Orazio Delfico, affetto da una colica divenuta periodica, e che aveva ridotto l’uomo robusto a tale stato di debolezza e di languore”: carta volante su Hahnemann 691 Biblioteca provinciale, Fondo Delfico, Teramo.
(6) Memoria sugli studi di Hahnemann 1822. Biblioteca provinciale, Fondo Delfico, Teramo.
(7) Medici Omeopatici italiani, Storia dell’omeopatia in italia. Lodispoto.
(8) Annali di Medicina Omiopatica per la Sicilia Vol.I, 1837 pag.141.
Bibliografia
“Storia della Omeopatia in Italia” di Alberto Lodispoto Ed. Mediteranee
“La Nascita dell’Omeopatia” di Thomas Lindsley Bradford, Perla Edizioni
Francesco Romani e l’omeopatia, Alicandri – Ciufelli Concezio, Roma 1959
Opere Complete di Vincenzo Comi, pag 247, articolo III del Sig. Hahnemann. Biblioteca provinciale, Fondo Delfico, Teramo.
Carta volante su Hahnemann, 691 Biblioteca provinciale, Fondo Delfico, Teramo
L’Anemanno Di Quintino Guanciali voltati in italiano per Raffaele D’Ortensio. Col testo latino a piedicopertina
L’Abruzzo Omiopatico, Sandro Galantini
Memoria sugli studi di Hahnemann 1822. Biblioteca provinciale, Fondo Delfico, Teramo.
“Hahnemann Vita del Padre dell’Omeopatia” Torrebuna-Turinese ed e/o 2007