La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), secondo dati ministeriali, colpisce il 5-10% delle donne italiane, qualificandosi in una panoramica generale (non solo sul nostro territorio) come l’alterazione endocrina piĂą comune in etĂ  fertile. Origina in etĂ  puberale con importante impatto sulla salute metabolica e riproduttiva.

La risposta alle terapie tradizionali non sempre è efficiente ed efficace. Uno studio (Homeopathic Treatment in Patients with Polycystic Ovarian Syndrome: A Case Series Homeopathy), pubblicato su Homeopathy, indaga eventuali possibili benefici da una terapia omeopatica.

Le problematiche a monte

La PCOS richiede per la diagnosi, la presenza di almeno due di tre condizioni cliniche: disfunzione ovulatoria, ovaie policistiche e iperandrogenismo e alterazioni ormonali, a livello di estrogeni e androgeni, come testosterone, androstenedione e deidroepiandrosterone solfato (DHEAS), non privi di effetti collaterali.

L’iperandrogenismo, ad esempio, può essere causa di irsutismo, acne, obesitĂ , caduta dei capelli, acanthosis nigricans, iperinsulinemia e infertilitĂ . L’obesitĂ  è riconosciuta un fattore favorente per lo sviluppo e il “mantenimento” della PCOS: vi è evidenza, infatti, che la riduzione del peso del 5-10% possa migliorare sensibilmente la condizione clinica.

Questa viene di norma trattata con contraccettivi orali, metformina, clomifene, anti-androgeni, glucocorticoidi e gonadotropine. Terapie che, tuttavia, si associano a effetti collaterali, anche importanti, o a refrattarietĂ .

Da qui l’interesse e l’indicazione a valutare la “riposta” in termini di riduzione dei sintomi e contenimento/assenza di effetti collaterali, da terapie complementari. Fra queste l’omeopatia. 

I benefici

Sebbene su numeri ancora limitati, le prime evidenze sono positive. Sono riportate da casi clinici di ricercatori del Regional Research Institute of Homeopathy di Calcutta, India. Nello specifico riferiscono i benefici riportati da sette giovani donne con PCOS in terapia personalizzata con medicinali omeopatici, documentati singolarmente da evidenze cliniche ed ecografiche, secondo i criteri previsti dalle linee guida HOM-CASE, anche in corso di un follow-up.

La valutazione dell’attribuzione causale dell’effetto del trattamento omeopatico è stata effettuata utilizzando i criteri di Naranjo modificati. In tutti e sette i casi trattati è stato osservato un netto miglioramento della PCOS: cicli mestruali da irregolari a regolari, riduzione dei sintomi associati, fino alla risoluzione delle cisti ovariche dall’esame ecografico.

I benefici si sarebbero registrati in un arco temporale compreso fra i 4-12 mesi, con un punteggio totale dei Criteri Naranjo Modificati di +9/13 per ciascun caso: dato che suggerirebbe un’attribuzione causale positiva dell’omeopatia nell’alleviare i sintomi della PCOS.

Tra i rimedi che potrebbero favorire la riduzione dei sintomi, a favore anche di un riequilibrio ormonale: Aurum, Lycopodium, Pulsatilla, Sepia, Conium, Silicea, distintesi anche in precedenti studi, così come Cyclamen, Bryonia, Natrum Muriaticum, Platina.

In conclusione

Non è possibile trarre indicazioni definitive: numeri ridotti della popolazione coinvolta e qualitĂ  degli studi non sempre ottimale, non permettono di definire in maniera affidabile la relazione causale tra i risultati del trattamento della PCOS e l’intervento omeopatico.

Saranno necessari allo scopo studi aggiuntivi e/o di approfondimento.

Fonte

Parveen S, Das S. Homeopathic Treatment in Patients with Polycystic Ovarian Syndrome: A Case Series Homeopathy, 2021, 110, (3):186-193.Â