Una batteria di esercizi per il potenziamento/rafforzamento muscolare due o tre giorni alla settimana, con brevi intensificazioni di attività a impatto moderato, come jogging, aerobica o Zumba nei restanti giorni. È questo il programma di attività fisica proposto da un panel di esperti internazionale per pazienti affetti da osteoporosi. Un consensus statement (“Strong, steady and straight: UK consensus statement on physical activity and exercise for osteoporosis”) pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, a fronte del convincimento comune, ma non corretto, che in caso di fragilità ossea sia meglio l’inattività fisica.

Il movimento vince sempre

È, insomma, una buona pratica con benefici evidenti sia sulla forza muscolare, sia sul consolidamento/rafforzamento dello scheletro, anche in alcune patologie dove la fragilità ossea è ritenuta una controindicazione. È il caso, per esempio, dell’osteoporosi, in cui si stima che il movimento possa essere un rischio, ovvero che possa esporre a fratture. È invece vero il contrario: l’attività fisica può essere protettiva, come dichiarato da un panel di consenso di esperti britannici, all’indirizzo dell’approccio multidisciplinare al paziente affetto da osteoporosi.

Il consensus internazionale suggerisce, infatti, un programma di allenamento che prevede esercizi di potenziamento muscolare 2-3 volte a settimana e brevi sessioni di attività aerobica a impatto moderato come jogging, aerobica o Zumba negli altri giorni. In caso di pazienti che hanno già sperimentato una frattura vertebrale o in pazienti fragili quali gli anziani, il programma è più leggero: esercizi a basso impatto come la camminata veloce per 20 minuti ogni giorno, ma è esclusa la totale sedentarietà.

Le nuove linee guida

Il timore del paziente osteoporotico a oggi era determinato dall’incertezza di una pianificazione/programma di esercizi ben definiti, considerati sicuri ed efficaci: le linee guida esistenti lascia(va)no, infatti, alcune domande irrisolte, cui ha provveduto a rispondere il consensus statement, chiarendo cioè la tipologia di attività fisica e gli esercizi mirati all’irrobustimento della forza ossea.

Questa si associa a sensibili vantaggi: riduzione del rischio di caduta e frattura e/o di eventuali altri potenziali rischi, miglioramento della postura e della gestione dei sintomi della frattura vertebrale. Insomma, dall’attività fisica derivano solo vantaggi nel paziente con patologia: aumento dei benedici, diminuzioni degli effetti avversi.

Nello specifico il consensus stabilisce che il programma di attività fisica all’indirizzo del paziente con osteoporosi deve prevedere tre indicazioni, finalizzate a tre specifici obiettivi: esercizi di resistenza e impatto per massimizzare la forza ossea, esercizi per migliorare la forza e l’equilibrio per ridurre le cadute, esercizi di estensione spinale per migliorare la postura e potenzialmente ridurre il rischio di cadute e fratture vertebrali.

I consigli del panel

Prevedono un allenamento che si strutturi con esercizi di resistenza progressivi e esercizi a impatto che coinvolgano i principali gruppi muscolari per la massimizzazione della forza ossea. Sono qualificati esercizi di resistenza quelli che vengono svolti con le macchine o i pesi di resistenza, con un aumento graduale dell’intensità fino a carichi pesanti (il massimo che può essere sollevato da 8 a 12 volte).

In caso di controindicazione allo svolgimento di questa serie di esercizi, essi possono essere sostituiti con un allenamento in circuito, canottaggio, Pilates o yoga, e/o attività e movimenti quotidiani come salire le scale, sedersi e alzarsi, effettuare lavori domestici pesanti, giardinaggio e bricolage. Tutti indicati per rafforzare i muscoli. Mentre rientrano negli esercizi a impatto la corsa, il salto, l’aerobica, la danza o lo zumba e/o diversi altri sport con la palla.

Nel programma di attività fisica possono essere incluse, con specifica indicazione, anche Tai Chi, Pilates e Yoga, ovvero attività che contribuiscono a migliorare la forza e l’equilibrio con sensibili benefici sul rischio di potenziali cadute. Infine, fanno parte del programma di potenziamento anche esercizi di estensione della colonna, finalizzati a migliorare la postura e auspicabilmente a contenere il rischio di cadute e fratture vertebrali.

Alcune avvertenze

Il consensus contiene anche indicazioni generali e/o per casi specifici. Ad esempio viene raccomandato, in generale, di evitare posizioni che comportano un elevato grado di flessione in avanti della colonna vertebrale, come toccarsi le dita dei piedi, raggomitolarsi o raccogliere oggetti pesanti senza piegarsi sulle ginocchia e ai fianchi.

In caso di precedenti fratture, invece, comprese quelle delle vertebre, o per gli anziani fragili, vanno previsti e strutturati allenamenti con un impatto pari al massimo a quello di una camminata veloce. In caso di pazienti o persone a rischio elevato di caduta, l’indicazione è di iniziare un allenamento con esercizio di forza e di miglioramento dell’equilibrio.

In ultimo, si sottolinea che anche la respirazione e gli esercizi per il pavimento pelvico possono aiutare ad alleviare i sintomi causati da una grave curvatura della colonna vertebrale, quali ad esempio la cifosi spinale.

In conclusione

I sintomi della frattura vertebrale possono trarre beneficio da un esercizio fisico con riduzione del dolore, miglioramento della mobilità e della qualità della vita, da intendersi dunque quale possibile strumento che favorisce il possibile ritorno alle normali attività. Vi sono infatti evidenze i benefici derivanti dall’attività fisica superano i rischi, comunque priva di danni significativi.

Oggi, dunque, pazienti, clinici, terapisti e/o ogni altra figura professionale possono avvalersi di una guida anche sull’adattamento di posture e movimenti e, in caso di neofiti all’attività fisica regolare, cioè senza una “educazione” alla tecnica corretta per lo svolgimento degli esercizi o della propria forma fisica, la raccomandazione è di chiedere consiglio a un trainer specializzato.

Fonte:

  • Brooke-Wavell K, Skelton DA, Barker KL, et al. Strong, steady and straight: UK consensus statement on physical activity and exercise for osteoporosis. British Journal of Sports Medicine 2022;56:837-846.