Disbiosi, ernie e protrusioni discali, stanchezza cronica, fibromialgia, malattie infiammatorie croniche intestinali, teleangectasie sono le patologie che nella pratica clinica, secondo i medici che la praticano, rispondono nel modo desiderato all’ozonoterapia senza esporre ad alcun rischio.

«I protocolli sono un elemento fondamentale da un punto di vista scientifico e legale. Solo se attuata seguendo senza deroghe i protocolli, che includono materiali e metodi, l’ozonoterapia è una pratica non solo efficace ma anche sicura. Per questo mi auguro che tutto il mondo scientifico li faccia propri» ha dichiarato il presidente della sezione internazionale di SIOOT, Marianno Franzini, in occasione del VI Congresso della società scientifica durante la sua lezione dedicata all’argomento.

Approfittando della presenza in sala di numerosi colleghi stranieri afferma: «È ora di trovarci tutti intorno a un tavolo. Siamo nel momento di trovare dei protocolli comuni. Questo è un imperativo per crescere».

L’evento, che si è svolto lo scorso maggio al Centro Congressi dell’Università Cattolica di Roma, ha visto sul palco cinquanta relatori che hanno illustrato i risultati ottenuti nel proprio ambito con l’impiego dell’ossigeno-ozonoterapia, anche in alleanza con farmaci, di cui sostiene l’azione. «Un congresso che segna una svolta epocale alla medicina», ha sottolineato Franzini che ha aggiunto: «Si è aperto un nuovo capitolo per prevenire e trattare tante malattie anche le più gravi. Colgo l’occasione per rimarcare un concetto: noi siamo nella medicina, non siamo altra medicina».

I lavori congressuali di SIOOT, costituita nel 1983 e con oltre 2500 medici iscritti, hanno visto importanti presenze istituzionali, tra cui quella di Walter Ricciardi che ha contribuito alla stesura dei protocolli SIOOT mirati a sconfiggere l’antibiotico resistenza.

A questo proposito Luigi Valdenassi, presidente SIOOT, ha dichiarato: «L’ozonoterapia, se attuata secondo i protocolli SIOOT, oltre a rivelarsi risolutiva contro le malattie infiammatorie e il dolore che vi si associa, si configura come la soluzione per allontanare la più grave minaccia che incombe sulla salute pubblica: l’antibiotico resistenza. Forse è proprio questa la risposta che la comunità scientifica sta attendendo per la tutela della salute pubblica».

Significativi anche gli interventi di Maria Cristina Cantù, vicepresidente della Commissione Affari sociali Sanità, che ha caldeggiato la possibilità che l’ozonoterapia rientri a pieno titolo nei LEA e di Cinzia Bonfrisco, europarlamentare, che ha mostrato una lungimirante apertura nei confronti della metodica. Il Contrammiraglio della Marina Militare e psichiatra, Fabio Rebecca, ha illustrato come l’ossigeno ozono terapia SIOOT può essere utilizzata nella depressione bipolare, a supporto della cura farmacologica.