Riduce lo stress e attenua il declino cognitivo associato a infiammazione e neurodegenerazione. Sono, ad oggi, alcune delle proprietà potenzialmente riconosciute ad ashwagandha (Withania somnifera), pianta utilizzata nella medicina ayurvedica da oltre 3000 anni come adattogeno naturale nella gestione di disturbi umorali, quali stress, ansia e infiammazione.
Un recente studio americano, del Department of Kinesiology and Sports Management del Texas A&M University, sembra attestare effetti nootropici, anche in una popolazione di giovani adulti sani, mai prima d’ora indagata. I risultati sono stati pubblicati su Nutrients.
Background
Oggetto di indagine: la popolazione giovane, 59 uomini e donne di età compresa tra 18 e 60 anni, (22,7 ± 7 anni, 74,9 ± 16 kg, 26,2 ± 5 BMI). Una fascia ancora esclusa o comunque in cui gli esiti nootripici – cioè la capacità dell’Ashwagandha di favorire il rilascio di agenti neurochimici (neurotrasmettitori, enzimi e ormoni) in quantità superiori con benefici sull’ossigenazione del cervello e sulla stimolazione della crescita nervosa – non era ancora sufficientemente chiara/testata.
A questo scopo, un gruppo di ricercatori americani ha voluto avviare uno studio per valutare gli effetti dell’integrazione liposomiale di ashwagandha sulla funzione cognitiva, sull’umore e sui marcatori di salute e sul profilo di sicurezza della sostanza, specificatamente in questa fascia di popolazione.
I partecipanti sono stati così suddivisi in due gruppi: l’uno che ha ricevuto 225 mg di ashwagandha liposomiale (foglia di ashwagandha, Withania somnifera, rivestita con una copertura liposomiale) e l’altro un placebo (gomma arabica) o estratto di radice per 30 giorni.
I partecipanti sono stati sottoposti in parallelo a una batteria di test sulla funzione cognitiva COMPASS (Word Recall, Word recognition, Choice Reaction Time Task, Picture Recognition, Digit Vigilance Task, Corsi Block test, Stroop test) e sul profilo degli stati d’animo (POMS) tramite un apposito questionario. I test cognitivi sono stati eseguiti prima e dopo 60 minuti e al termine dei 30 giorni di trattamento.
I risultati
Sono a favore dell’integrazione di Ashwagandha in grado di agire positivamente sul controllo dei disturbi dell’umore. Nei pazienti in trattamento si è potuto osservare a 30 giorni un miglioramento delle varie funzioni cognitive:
- nel richiamo delle parole (Word Recall, tentativi corretti e richiamati)
- nel tempo di reazione alla scelta (Choice Reaction Time, nei target identificati)
- nel riconoscimento delle immagini (Picture Recognition, risposte corrette “sì”, tempo di reazione corretto e complessivo)
- nella vigilanza delle cifre (Digit Vigilance, tempo di reazione corretto)
- nello Stroop Color-Word (parole congruenti identificate, tempo di reazione).
Anche sul questionario POMS, l’integrazione con Ashwagandha sembra avere prodotto sensibili benefici che si sono tradotti nella riduzione dei livelli di tensione e affaticamento nell’arco di 30 giorni, rispetto al basale in modo più coerente, seppure con alcune diverse differenze osservate tra i gruppi.
Tollerabilità e sicurezza
Ulteriore valore aggiunto è l’alto profilo di tollerabilità di Ashwagandha, attestato dalla conta delle cellule del sangue e da alcuni marcatori clinici del siero. Entrambi i valori hanno raggiunto un profilo migliore nei pazienti sottoposti a integrazione rispetto al gruppo placebo.
La sicurezza e tollerabilità è stata, inoltre, confermata dall’assenza di differenze significative nella frequenza o gravità degli effetti collaterali tra i due gruppi e dall’assenza di ritiro dei partecipanti dallo studio a causa di effetti collaterali percepiti.
In conclusione
I risultati dello studio sembrano supportare le affermazioni secondo cui l’integrazione di Ashwagandha (225 mg) può migliorare memoria, attenzione, vigilanza, attenzione e funzione esecutiva, riducendo al contempo la percezione di tensione e affaticamento in individui sani, di più giovane età.
Lo studio dovrà, tuttavia, essere approfondito con ulteriori indagini per soddisfare alcune limitazioni presenti, ad esempio, la mancata valutazione che tenga conto di dieta e attività fisica durante l’intero studio e/o l’eventuale assunzione di stimolanti che potrebbero aver influenzato i risultati stessi.
Non ultimo, sarà necessario esplorare l’assunzione di Ashwagandha a dosaggi diversi, gli esiti correlati a periodi di supplementazione più lunghi e l’efficacia in popolazioni più anziane.
Fonte: Leonard M, Dickerson B, Estes L et al. Acute and Repeated Ashwagandha Supplementation Improves Markers of Cognitive Function and Mood. Nutrients 2024, 16(12), 1813.