Ancora una volta adottare e mantenere nel tempo uno stile di vita salutare si conferma protettivo verso patologie importanti, come il Morbo di Parkinson, condizione clinica altamente impattante per la qualità di vita della persona portatrice, il contesto ambientale, e per i sistemi sanitario-assistenziali.

Le evidenze arrivano da uno studio americano del Brigham and Women’s Hospital e Harvard Medical School di Boston, Massachusetts, pubblicato su JAMA Network Open.

Lo stile di vita sano

Dieta e attività fisica sono i caposaldi di uno stile di vita sano in grado di apportare benefici sulla salute a breve, medio e lungo temine, con effetti spesso preventivi e protettici verso patologie croniche ed anche neurodegenerative.

Fra queste sembra beneficiare in maniera importante la Malattia di Parkinson (PD, Parkinson Disease) in cui una vita attiva, con regolare pratica di esercizio fisico, e una dieta sana si assocerebbero a un minor rischio di malattia incidente. Che si tradurrebbe in teoria in un aumento della sopravvivenza: è davvero così? Qualità della dieta e attività fisica prolungano la vita dei parkinsoniani con una azione autonoma o sinergica? Questi mai indagati sono stati oggetto di due studi americani.

Gli studi

Il primo, prospettico, è stato sviluppato su due coorti statunitensi – il Nurses’ Health Study (NHS) e lo Health Professionals Follow-up Study (HPFS) – cha a partire dal 1976 ha reclutato 121.700 infermiere tra 30 e 55 anni, mentre il secondo, dieci anni più tardi, ha coinvolto oltre 51.500 veterinari, dentisti, farmacisti, optometristi, osteopati e podologi uomini fra 40 e 75 anni, reclutando in entrambi i casi anche eventuali pazienti con PD conclamato.

Su questo cluster di pazienti – 1.251 di cui 652 uomini (52,1%) con un’età mediana alla diagnosi di 73,4 (67,5-78,7) anni – si è concentrata l’attenzione, osservando che coloro che prima della diagnosi di PD seguivano un sano regime alimentare e svolgevano esercizio fisico avevano un rischio di mortalità per tutte le cause ridotto del 49%, mentre chi aveva adottato abitudini sane dopo la diagnosi aveva il 65% di probabilità in meno di morire per malattia.

Da qui l’indicazione che una dieta sana e l’impegno in attività fisica potrebbero essere una strategia efficace, combinata alle terapie standard, per migliorare gli outcome nella PD. Tali dati confermerebbero le attuali raccomandazioni di salute pubblica sull’adozione di comportamenti salutari, e si aggiungono a un numero crescente di studi in cui emergono effetti protettivi di dieta e pratica fisica anche verso malattie neurodegenerative, specie se correlate alla PD.

Fonte: Zhang X, Molsberry SA, Schwarzshild MA et al. Association of diet and physical activity with all-cause mortality among adults with Parkinson disease. JAMA Network Open, 2022. Doi: http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2022.27738 

Ritz BR, Paul KC. Recommending healthy diet and exercise to patients with Parkinson Disease—No reason to hold back. JAMA Network Open 2022. Doi: http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2022.27743