Più fibre in gravidanza: una scelta nutrizionale strategica per assicurare al nascituro una crescita armonica. Uno studio giapponese, dell’Università di Yamanashi, pubblicato su Frontiers in Nutrition, sembrerebbe, infatti, dimostrare una correlazione fra la carenza di questo ingrediente nel regime alimentare della mamma in dolce attesa e un possibile ritardo nel neurosviluppo nel nascituro.
Lo stile alimentare
Meglio abundare quam deficere, almeno quando si parla di apporto di fibre nella donna in gravidanza. Studi sperimentali (di laboratorio) farebbero, infatti, osservare un ritardo nella crescita, più precisamente nel neurosviluppo in cuccioli nati da mamme alimentate nel periodo gestazionale con regimi alimentari deficitari di fibre.
Un dato importante che se confermato da studi epidemiologici, attualmente carenti, può contribuire ad orientare strategie nutrizionali efficaci a proteggere e favorire la crescita armonica del bebè: una misura “terapeutica” a basso costo, ma dall’alto guadagno in termine di prevenzione, salute e contenimento della spesa sanitaria-assistenziale per l’intero sistema.
Con gli obiettivi di “misurare” gli effetti di una privazione di fibre durante la gestazione anche sull’uomo, i ricercatori hanno avviato uno studio di coorte prospettico a livello nazionale, utilizzando un’ampia coorte di nascite: un totale di 76.207 coppie madre-bambino afferenti al Japan Environment and Children’s Study su cui è stato indagato in prevalenza l’apporto di fibre nella dieta, calcolato con un questionario sulla frequenza alimentare a metà della gravidanza, poi aggiustato per l’energia e classificato in quintili.
La misurazione del ritardo diagnostico
Può una dieta a basso contenuto di fibre essere la causa di un ritardo del neurosviluppo? Per dare risposta a questo quesito, i ricercatori hanno provveduto a valutarne l’impatto in cinque differenti ambiti, utilizzando la versione giapponese del questionario Ages and Stages.
L’analisi di regressione logistica è stata eseguita per stimare l’odds ratio (OR) e l’intervallo di confidenza al 95% (CI) per il collegamento tra l’assunzione di fibre alimentari durante la gravidanza e il ritardo dello sviluppo all’età di 3 anni.
Questi i risultati che non lascerebbero dubbi: il gruppo con il minor apporto di fibra alimentare totale aveva un rischio più elevato di ritardo della comunicazione [OR aggiustato (aOR), 1,51; 95% CI, 1,32–1,74], motricità fine (aOR, 1,45; 95% CI, 1,32–1,61), problem solving (aOR, 1,46; 95% CI, 1,32–1,61) e abilità personali-sociali (aOR, 1,30; IC 95%, 1,12-1,50) rispetto al gruppo di assunzione più elevato. Anche un’analisi che escludeva gli effetti di un’assunzione insufficiente di acido folico durante la gravidanza ha mostrato una tendenza simile.
In conclusione
Le evidenze non possono essere ritenute sufficienti a trarre conclusioni definitive, tuttavia danno una importante indicazione orientando la rotta verso programmi alimentari/nutrizionali delle mamme.
Sembra emergere che la carenza di fibre alimentari durante la gestazione sia in grado di influenzare un aumento del rischio di ritardo dello sviluppo neurologico nel nascituro. Pertanto, l’educazione nutrizionale delle donne in dolce attesa, concludono gli autori, è fondamentale nel ridurre il rischio di futuri problemi di salute nel bebé: una indicazione anche per i piani alimentari di clinici e nutrizionisti.
Fonte: Miyake K, Horiuchi S, Shinohara R et al. Maternal dietary fiber intake during pregnancy and child development: the Japan Environment and Children’s Study. Frontiers in Nutrition, 2023, Vol. 10. Doi: https://doi.org/10.3389/fnut.2023.1203669