Nato nel 2017 come una semplice conferenza per ricercatori under 40 nel campo della neuroscienze, è diventato in poco tempo una vera e proprio associazione. 

BraYn (Brainstorming Research Assembly for Young Neuroscientis) è un progetto concepito da un’idea di Giovanni Ferrara, PhD e ricercatore presso l’Experimental Neurosciences lab dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e alcuni suoi colleghi, con l’obiettivo di organizzare un convegno annuale scientifico per riunire giovani neuroscienziati provenienti da diversi laboratori di ricerca in Italia e in Europa. 

L’ inaspettato successo

“La nostra intenzione iniziale – racconta Giovanni Ferrara – era quella di creare un momento scientifico specifico per giovani ricercatori che si occupavano di neuroscienze. Una conferenza informale che sarebbe stata un’occasione, oltre che per fare rete, anche per condividere progetti, e parlare di innovazione nel settore. Pensavamo quando abbiamo cominciato di riuscire a coinvolgere una trentina di persone, in realtà ne sono arrivati 300”.

Una necessità, quindi, quella della condivisione nel mondo della ricerca scientifica, giovane, che è stata bene accolta da un vasto pubblico. 

“Dato l’inaspettato successo, nel 2021 BraYn è diventata una vera e propria associazione ben strutturata che ha al suo interno un comitato organizzativo, responsabile di organizzare un convegno annuale”. 

La sesta edizione

La sesta edizione del convegno si è tenuta dal 27 al 29 settembre presso l’Aula Magna del CESVET di Napoli e ha riunito ben 400 ricercatori provenienti dall’Italia, dall’Europa, ma anche dall’estero. “Attualmente l’85% dei partecipanti è italiano – sottolinea il Presidente – ma abbiamo notato che negli ultimi anni cominciano ad arrivare anche molte richieste dall’estero”. 

Ogni partecipante del BraYn ha la possibilità di spiegare, in lingua inglese, in 20 minuti, il progetto di ricerca su cui sta lavorando. Quest’anno il focus dell’incontro era sulla Neuroimmunologia, ossia la relazione tra il sistema immunitario e Alzheimer, demenze e processi neurodegenerativi. Fra gli ospiti d’eccezione c’era anche Michal Schwartz, Professor of Neuroimmunology Weizmann Institute of Science in Israele, una pioniera nell’orizzonte della Neuroimmunologia, che durante il suo intervento ha sottolineato come le ricerche che stanno portando avanti indicano che le cellule del sistema immunitario detengono la chiave per aiutare il cervello a configgere l’Alzheimer e altre condizioni cerebrali, riducendo contemporaneamente molteplici patologie associate alla malattia. Altro ospite atteso è stato Richard Morris, uno dei più celebri neuroscienziati britannici e direttore del Centre for Cognitive and Neural Systems di Edimburgo. 

La borsa di studio

“BraYn è un format studiato per dare spazio ai giovani ricercatori. Ecco perché grazie all’impegno del comitato organizzativo, l’associazione è riuscita ad istituire una borsa di studio, BraYn Starting Grant, di 5-6mila euro che dà la possibilità al miglior ricercatore di lavorare per sei mesi al suo progetto. Il nostro scopo è quello di stimolare lo scambio di conoscenze, intenzioni e spunti, in un ambiente informale, puntando alla nascita di nuovi progetti di ricerca che sfruttino anche la crescente interscambiabilità delle informazioni e delle scoperte scientifiche rese possibili dalla digitalizzazione dei dati”.