Gli esosomi, le vescicole extracellulari, sono in grado di influenzare la risposta del sistema immunitario in pazienti Covid-19 positivi, ovvero possono essere considerati indicatori peculiari dello stato funzionale delle cellule immunitarie, svolgendo un’azione più performante in forme di malattia moderata-lieve. Sono le conclusioni di uno studio italiano congiunto, dell’Istituto nazionale genetica molecolare (Ingm) e dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm), pubblicato su Frontiers In Immunology.

Esosomi e Covid-19

A fare la differenza in questa relazione è il grado di malattia. A monte c’è l’evidenza che le vescicole extracellulari (esosomi) contribuiscono alla diffusione delle infezioni virali, da cui l’interesse a studiarne l’implicazione e il coinvolgimento anche nella patologia da Covid-19, nelle diverse severità di malattia. Con questo intento ricercatori dell’Ingm di Milano e del Cnr-Igm di Bologna hanno messo a confronto esosomi prelevati dal plasma di pazienti affetti da Covid -19 in forma moderata o severa.

Le analisi hanno fatto rilevare che solo gli esosomi in forme di malattia moderata sono sufficientemente performanti per regolare con efficienza le risposte dei linfociti T CD4 e consentire il corretto funzionamento del sistema immunitario, di contro esosomi di pazienti affetti da Covid-19 severo si assocerebbero a un importante infiammazione acuta e cronica.

La scoperta

Per giungere a questa tesi i ricercatori si sono avvalsi di due strumenti di indagine: la microscopia elettronica e la microscopia a super-risoluzione (Sted e Storm), tecniche sviluppate per superare il limite di diffrazione della microscopia ottica e per aumentare il potere di risoluzione.

L’analisi in parallelo ha permesso di osservare che gli esosomi in forme moderata di Covid-19 mostrano sulla loro superficie numerosi frammenti della proteina SARS-CoV-2-Spike; frammenti che secondo i ricercatori potrebbero derivare da un’attività fagocitaria attiva o da un’infezione virale transitoria.

Si tratta solo di una prima informazione di base. I ricercatori ritengono infatti che la scoperta potrebbe aprire nuovi studi per definire in maniera più dettagliata il coinvolgimento degli esosomi, anche in un’ottica di prevenzione, ad applicare nel trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.

 

Fonte:

  • Pesce E, Manfrini N, Cordiglieri C et al. “Exosomes recovered from the plasma of COVID-19 patients expose SARS-CoV-2 Spike-derived fragments and contribute to the adaptive immune response”. Front Immunol, 2022 Jan 17;12:785941. doi: 10.3389/fimmu.2021.785941.