Si chiama Glasgow-Karolinska Clock, così battezzato dai ricercatori che lo hanno messo a punto appartenenti all’Università di Glasgow, in Scozia e del Karolinska Institutet, in Svezia. Si tratta di un nuovo orologio epigenetico in grado di misurare con maggiore precisione, rispetto a metodiche più tradizionali, l’invecchiamento biologico, anche in ambito clinico.

In patologie quali la malattia renale cronica (MRC) , ad esempio, in cui si osserva una accelerazione dei processi degenerativi rispetto a quelli fisiologici. I dati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Internal Medicine.

Il tempo epigenetico

Ci sono orologi che non hanno possibilità di sbagliare, come quello epigenetico, le cui lancette misurano, su dati reali riferiti alla fisiologia, quanto e come l’organismo invecchia: più o meno bene, secondo natura, e con una velocità nella norma o superiore.

Processo che spesso è influenzato dalla presenza di patologie, come nel caso della MRC, legata all’età e che presenta molteplici caratteristiche di invecchiamento accelerato.

Oggi non è noto se le terapie standard con cui la malattia è trattata allo stadio terminale – la dialisi o il trapianto di rene – possano migliorare, oppure no, il processo di invecchiamento uremico accelerato.

Il nuovo test

Con l’obiettivo di dare risposta anche a questo quesito, un gruppo di ricercatori ha messo insieme gli ingranaggi di un nuovo orologio epigenetico in cui la valutazione biochimica è basata sulla metilazione del DNA, uno “strumento” in grado di dare informazioni sull’invecchiamento organico, in conformità oppure no, all’età cronologica.

Test che si è rivelato preciso e applicabile anche in contesto clinico, sia nei tessuti sani che in quelli malati. Le dimostrazioni arrivano da uno studio condotto su 400 pazienti con malattia renale cronica allo stadio G3-G5 e circa 100 controlli di popolazione abbinati che aveva l’intento di comprendere l’impatto sull’invecchiamento della malattia, anche durante il trattamento di dialisi e dopo il trapianto di rene, ricorrendo all’analisi di specifici parametri. Fra questi, i biomarcatori del sangue, come l’età fenotipica, l’autofluorescenza cutanea e orologi epigenetici, quali ad esempio orologi Horvath, Hannum e PhenoAge.

Tali orologi sono stati specificatamente utilizzati per misurare il cambiamento dell’età biologica di circa 47 pazienti un anno dopo il trapianto di rene o un anno dopo l’inizio del trattamento di dialisi, e in 48 casi controllo per esaminare l’invecchiamento in tessuti sani.

È stato possibile osservare una accelerazione delle lancette dell’orologio biologico in pazienti con MRC, rispetto alla media, anche dopo trattamento con dialisi. Differentemente il trapianto di rene sembrerebbe rallentare il processo. 

Valutazione accurata

Questo test basato sulla metilazione del DNA, sembrerebbe riuscire a valutare in maniera del tutto sovrapponibile quanto osservato dai medici nei pazienti con MRC, ovvero in modo accurato e preciso, anche in caso di tessuti sani.

Fonte

Neytchev O, Erlandsson H, Witasp A et al. Epigenetic clocks indicate that kidney transplantation and not dialysis mitigate the effects of renal ageing. Journal of Internal Medicine 2023. Doi: https://doi.org/10.1111/joim.13724