Creare e mettere a disposizione della reumatologia italiana un laboratorio di ricerca di altissimo livello che funga da catalizzatore di idee. Con questo obiettivo è nato il Centro Ricerche Fira, dedicato alla ricerca scientifica in ambito reumatologico, nel cuore della Toscana, presso la Fondazione Pisana per la Scienza Onlus (FPS), a Pisa. Le due strutture hanno stretto una partnership per avviare studi innovativi in materia e “aprire le porte” a giovani ricercatori italiani, ma non solo.

Chi è Fira

La Fondazione italiana per la ricerca sull’artrite (Fira) è un’emanazione della Società italiana di reumatologia (Sir) e ha come finalità il supporto alla ricerca. «Il nuovo centro di Fira – spiega il presidente, professor Carlomaurizio Montecucco, nonché direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica dell’Università di Pavia, direttore Struttura Complessa di Reumatologia al Policlinico S. Matteo – è l’ultimo atto dell’attività di Fira che è dotata di un Comitato scientifico, cuore pulsante della fondazione, costituito da rappresentanti autorevoli della ricerca italiana».

Come ogni altra fondazione, ha supportato e finalizzato negli anni Grant per la ricerca di diversa tipologia: progetti multicentrici, progetti di singoli (giovani) ricercatori, ricerche a tema e/o finalizzate a una determinata patologia. Inoltre, per favorire lo sviluppo di attività di ricerca di elevata qualità, Fira ha istituito 3 master (2 presso l’Università di Trieste e uno a Firenze) in 6 anni di ricerca traslazionale in reumatologia che hanno permesso di creare una comunità di intenti tra giovani ricercatori italiani e soprattutto di fare “network”. Fira è supportata da Sir e da donazioni di sponsor aziendali, finanziamenti del 5×1000, donatori esterni. Ha avuto un testimonial di eccezione, Carla Fracci.

La nuova sfida

È creare un centro di ricerca nazionale che metta a disposizione dei reumatologi italiani, dei talenti e delle idee dei ricercatori italiani, una struttura in grado di soddisfare qualunque tipo di esigenza di ricerca, grazie a dotazioni e strumentazioni straordinariamente attuali, sofisticate e all’avanguardia. La struttura è dotata di un Laboratorio che consente di sviluppare studi e attività di cell biology, proteomica, citologia e istologia, microscopia, ricerche su virus e batteri, citofluorimetria per citare solo alcuni ambiti di interesse.

Fiore all’occhiello dei laboratori sono Hamilton, un robot in grado di lavorare su DNA, RNA e altre preparazioni su larga scala, scavalcando anche l’operatore manuale, e un laboratorio di neuroscienze, equipaggiato di sequenziatori che consentono di fare next generation sequencing usufruendo di macchinari capaci di studiare l’espressione genica, l’epigenoma a singola cellula.

«Possiamo studiare cellula per cellula – dichiara Matteo Vecellio, coordinatore scientifico del Centro Ricerche Fira – l’espressione genica, la conformazione del genoma, dove sono le regioni aperte della cromatina». Presso i laboratori è disponibile del personale con competenze adeguate che accompagnare i giovani ricercatori nello sviluppo propria ricerca. La partnership, fattiva con FSP in breve tempo ha consentito di mettere a punto iniziative e definito una collaborazione che ha reso operativo il progetto.

La ricerca

«ll Centro Ricerche Fira si propone come una vera e propria piattaforma tecnologica – prosegue Montecucco – offrendo supporto ai progetti che i ricercatori vorranno proporre e sviluppare utilizzando la strumentazione e le competenze a disposizione. Il nostro auspicio è quello di offrire un servizio permanente ad altissimo livello per la ricerca reumatologica in Italia».

Il primo progetto di ricerca è già partito: coordinato da Vecellio, riguarda la medicina di genere; attraverso lo studio del microbioma umano uterino nelle pazienti affette da artrite reumatoide si intende determinare i meccanismi molecolari della malattia, il suo possibile contributo nello sviluppo della patologia e nella maggiore incidenza sulla popolazione femminile. Il secondo si focalizzerà sull’organizzazione 3D del DNA nelle malattie reumatologiche per determinare quali meccanismi stanno alla base del malfunzionamento delle cellule e la genesi della patologia.

Sono solo degli “starter” che non saranno l’idea-guida attorno cui si svilupperà l’attività di ricerca del centro. «Questi progetti – conclude Vecellio – hanno un potenziale enorme: lo sforzo richiesto in termini di tempo, competenze e tecnologie può essere affrontato solo da pochi laboratori al mondo, e quello della FPS può essere annoverato tra questi».