Non riceve un regalo, ma lo fa: Loto Odv, associazione non profit nata a Bologna nel 2013 con l’obiettivo di colmare il vuoto informativo e di consapevolezza sui tumori ginecologici, in occasione del decimo anniversario dalla sua fondazione offre a tutte le donne affette da neoplasie femminili, del seno o dell’apparto genitale, in cura al Sant’Orsola di Bologna (presso le unità operative di oncologia medica e ginecologica, chirurgia senologica, anestesia e terapia del dolore) di poter accedere a un servizio di agopuntura gratuito. L’iniziativa disponibile presso il Policlinico è stata realizzata in collaborazione con la struttura stessa, con l’Associazione medici agopuntori bolognesi (Amab) e con il sostegno di Fondazione del Monte.

Agopuntura, un “affiancamento” alle terapie oncologiche

Non cura la malattia, non lenisce i sintomi correlati, non è una terapia alternativa che si sostituisce o sopperisce ai trattamenti tradizionali, ma l’agopuntura può alleviare gli effetti collaterali derivanti da terapie oncologiche: chemioterapia, immunoterapia, terapie ormonali. Numerose pubblicazioni scientifiche dimostrano i benefici di questa antica tecnica della medicina tradizionale cinese nel contrastare gli esiti di terapie oncologiche, specificatamente in tumori ormono-sensibili quali quello al seno, all’ovaio e all’endometrio.

«Le terapie oncologiche – spiega Claudio Zamagni, direttore dell’Oncologia Medica del Sant’Orsola e membro del comitato scientifico di Loto Odv – possono associarsi a effetti collaterali, più o meno intensi, che si manifestano durante il percorso di cure. Dati di letteratura mostrano che l’agopuntura può contribuire a lenire nausea e vomito indotti dai farmaci chemioterapici, ma anche neuropatie periferiche, attenuando cioè i dolori delle terminazioni nervose, e sintomi vasomotori, come le vampate di calore. Inoltre può essere efficace nel ridurre stanchezza e affaticamento post chemioterapia e alleviare ansia e insonnia».

L’agopuntura non è “interferente”

È, cioè, un trattamento sicuro se ne diamo una lettura in termine di interazione con altri farmaci. Essendo una medicina che non si basa su meccanismi biochimici, ma una tecnica che ricorre all’utilizzo di aghi inerti, privi di principi attivi, non esercita alcuna azione inibente sull’efficacia dei trattamenti in atto: un vantaggio soprattutto in pazienti che seguono terapie polifarmacologiche. Anzi, all’opposto «alleviando alcuni disturbi ed effetti collaterali correlati alle diverse terapie – aggiunge Zamagni – l’agopuntura consente di poter proseguire il trattamento farmacologico, migliorando l’aderenza alla terapia oncologica che cura e può salvare la vita».

Il servizio di agopuntura gratuito è offerto presso il Day hospital di Oncologia medica del Policlinico Sant’Orsola, che ospita ogni giorno circa 50 pazienti sottoposte a chemio in un “percorso” che può durare dalle poche settimane a mesi interi, con effetti collaterali di varia natura dipendente dal farmaco impiegato, spesso una costante per la donna: «Alle pazienti – dichiara Sandra Balboni, presidente Loto Odv – vogliamo offrire un mezzo, l’agopuntura appunto, per fare fronte ad alcuni di questi sintomi senza ricorrere a ulteriori farmaci».

L’accesso al servizio

Il “lascia-passare”, nonché l’informazione alla paziente dell’esistenza di questo servizio, vengono dati dall’oncologo o dal medico di riferimento: «Nel corso della prima visita, il medico agopuntore discute con la paziente il piano terapeutico più indicato – chiarisce Carlo Maria Giovanardi, presidente di Amab – stabilendo il numero di sedute di agopuntura che può variare in base alla situazione della paziente, dal tipo di patologia, dalla sensibilità individuale al trattamento, dal risultato che si intende raggiungere.

Anche nel caso in cui l’agopuntura non venga iniziata in stretta concomitanza con l’inizio della terapia antitumorale è in grado di svolgere un’azione positiva e terapeutica sia sui sintomi collaterali, che si sviluppano nel tempo, sia sulla qualità di vita». Ogni seduta ha una durata media di circa 20-30 minuti.

L’iniziativa

È stata presentata in occasione dell’incontro “Un percorso di medicina integrata: l’impiego dell’agopuntura nel trattamento di pazienti oncologiche” durante il quale sono intervenuti, oltre ai relatori citati, anche Rossana De Palma, responsabile dell’Area governo clinico – Agenzia sanitaria e Sociale della Regione-Emilia Romagna, Consuelo Basili, direttrice sanitaria del Sant’Orsola, Rita Maria Melotti, direttrice dell’unità operativa di Anestesiologia e Terapia del dolore dell’Università di Bologna, Luigi Bagnoli, presidente OMCeO, Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Bologna, ed Enrico Ratti, direttore Generale Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. È stato inoltre proposto il contributo video di Jun Ju Mao, Responsabile del Servizio di Medicina Integrativa presso il Memorial Sloan Kettering di New York.